2020-04-29
La Lega e Fdi denunciano il gioco sporco sul deficit: «Così andiamo al suicidio»
Il governo in Aula chiede il voto sul Def, ma la strategia del Tesoro sul bilancio allarma le opposizioni. La replica: «Troveremo i soldi contrastando l'evasione».Non ha convinto l'opposizione. Anzi, l'audizione di Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia, davanti alle commissioni congiunte, ha sollevato ulteriori timori sulla strategia di gestione del deficit. Oggi pomeriggio il governo chiederà all'Aula di votare il Def, documento programmatico di finanza, e lo scostamento di bilancio. Un deficit di 55 miliardi, aggiuntivi rispetto ai 20 già approvati in occasione del decreto Cura Italia, e al tempo stesso saldo netto da finanziare di 155 miliardi. La differenze di 100 sarà diluita più avanti negli anni. Di questa enorme somma, circa la metà dovrebbe consistere in garanzie per Cdp e Simest ai fini di interventi in aziende o acquisizioni. L'altra metà riguarda il decreto imprese del 17 marzo e l'attività del Fondo gestito dal Mediocredito centrale. Questo secondo pacchetto tratta di garanzie standardizzate e quindi imputabili tutte al deficit del 2020. Non si tratta di una scelta politica, ma di un obbligo tecnico come da regole dettate da Eurostat. Il risultato è che a partire dal 2022, quando le garanzie cominceranno a essere escusse per via dei fallimenti delle aziende, ci troveremo ancor a più deficit. E accadrà nel momento in cui Roma si troverà a trattare con Bruxelles per i termini di rientro del Mes e di altri fondi di calamità Ue a cui stiamo chiedendo l'elemosina. Lo sbaglio non solo non viene disinnescato dal governo, ma Gualtieri - sempre in audizione - rincara la dose. «La politica di bilancio sarà espansiva sia nel 2020 che nel 2021. Negli anni successivi dovremo ridurre il deficit e il rapporto tra debito e Pil. I risultati conseguiti nel 2019 mostrano che non sia necessario imporre misure restrittive, ma è possibile continuare a lavorare per far crescere il gettito fiscale a parità di aliquote attraverso una seria politica di contrasto all'evasione supportata da innovazione, organizzazione e risorse umane qualificate. Sarà inoltre importante riqualificare e razionalizzare la spesa pubblica», ha esordito Gualtieri, omettendo di dire che nessun obiettivo di contrasto all'evasione è stato raggiunto e che la bufala utilizzata a copertura l'anno scorso non è emersa solo perché è saltato il patto di Stabilità. Non contento di impiccare i futuri governi alla conta del deficit ha pure aggiunto che «garantire la sostenibilità della finanza pubblica è fondamentale per poter intervenire quando, come quest'anno, l'economia e la società hanno bisogno dell'aiuto dello Stato. Ci aspettano periodi ancora difficili, ma lo spirito che ha pervaso il Paese in questo drammatico periodo lascia ritenere che con costanza e determinazione riusciremo a venirne fuori». Parole che stridono con la realtà e giustificate solo da ideologia socialdemocratica. E quando messe di fronte ai numeri causano, infatti, la fuga dal confronto. «Abbiamo chiesto conto a Gualtieri della scelta di limitare lo scostamento a 55 miliardi e spostare il resto del deficit a dopo il 2021», spiega alla Verità Massimo Garavaglia, già vice ministro e ora membro leghista della commissione Bilancio, «ma ha evitato di rispondere, limitandosi a un “tema interessante". Invece è fondamentale. Perché rischiamo di essere nuovamente bocciati da Eurostat l'anno prossimo e rimediare in un solo colpo a diversi punti di deficit, oppure arrivare al 2022 e farci impiccare nelle trattative con Bruxelles». Per questo la Lega oggi in Aula voterà per lo scostamento, ma ritenendolo insufficiente si opporrà al Def. «Non solo, stamattina», prosegue Garavaglia, «sentiremo in audizione Bankitalia e chiederemo un parere su tale gestione del deficit da un punto di vista tecnico», mentre conclude, «da un punto di vista politico sappiamo già essere una sorta di suicidio». Sulla stessa posizione ci sarà anche Fratelli d'Italia. Interpellato dalla Verità, il senatore Adolfo Urso conferma che il suo partito voterà a favore dello scostamento e contro il Def. «Siamo del parere che serve subito una operazione trasparenza. Tutto ciò che può essere calcolato sull'anno corrente va fatto. Adesso non c'è il patto di Stabilità. E soprattutto è meglio andare larghi con il deficit dal momento che non abbiamo alcuna idea di come si svilupperà il coronavirus». Critiche sono infine piovute ieri anche dalla Corte dei Conti. I giudici non si oppongono certo all'idea di rientrare dallo scostamento del bilancio, ma mettono il governo all'angolo sottolineando che mancano le strategie e i dettagli. «Pur apprezzando l'aspetto positivo legato alla eliminazione della clausola, la scelta per le annualità oltre il 2021 avrebbe potuto essere adottata una volta superate le attuali peculiari incertezze del quadro macroeconomico, consentendo di valutarne meglio le implicazioni», commentano i togati. Così come «avrebbe giovato ai fini della valutazione della positiva incidenza sulla ripartenza un maggior dettaglio di quelle che saranno le strategie chiave per riprendere, conclusa l'emergenza, il percorso delle riforme». Il rischio invece è quello di firmare cambiali in bianco. Impegnarsi a rientrare in base a parametri che non decideremo noi e su riforme che saranno imposte al di fuori del Parlamento.
(Ansa)
Il ministro Guido Crosetto in occasione dell'82°anniversario della difesa di Roma: «A me interessa che gli aiuti a Gaza possano arrivare, le medicine possano arrivare, la vita normale possa riprendere». Nonostante tutto, Crosetto ha ben chiaro come le due guerre più grandi - quella Ucraina e quella a Gaza - possano cessare rapidamente. «Io penso che la decisione di terminare i due conflitti sia nelle mani di due uomini: Putin e Netanyahu».