Alberto Gusmeroli: «Gli articoli 3 e 4 della Finanziaria sono concepiti per far fallire i professionisti e piccole ditte. La norma blocca il meccanismo del subappalto mettendo in ginocchio decine di migliaia di mini aziende».
Alberto Gusmeroli: «Gli articoli 3 e 4 della Finanziaria sono concepiti per far fallire i professionisti e piccole ditte. La norma blocca il meccanismo del subappalto mettendo in ginocchio decine di migliaia di mini aziende».A leggere il decreto fiscale collegato alla finanziaria viene da chiedersi se i tecnici del Mef e questo governo non stiano lavorando per bloccare definitivamente l'attività economica. È peraltro il miglior modo di stanare l'evasione fiscale. Se nessuno produce e lavora è evidente che non ha senso evadere.Nell'articolato antievasione ci sono multe da 1.000 euro per qualsiasi errore di compilazione di un F-24, ma soprattutto ci sono gli articoli 3 e 4 che determineranno la chiusura degli studi professionali e il fallimento di migliaia di piccole imprese che lavorano in subappalto. La Lega ha alzato le barricate per boccarli in commissione ottenendo un generico «ci ripenserò» dal ministro dell'Economia, lo storico Roberto Gualtieri e una promessa di Luigi Marattin (renzianissimo) che, se la Lega presenterà emendamenti, Italia Viva li voterà.Così la battaglia di Massimo Garavaglia, viceministro dell'Economia nel governo gialloblù, Massimo Bitonci, già sottosegretario a via XX Settembre, e di Alberto Gusmeroli, vicepresidente della commissione Bilancio della Camera, si sposta necessariamente in aula. L'Ance, l'associazione dei costruttori, ha già dichiarato che l'articolo 4 contro il quale si batte l'onorevole leghista Alberto Gusmeroli è la fine del settore delle costruzioni. Per un Fisco che cerca di colpire in maniera cervellotica la presunta evasione negli appalti (di qualsiasi genere) c'è un Fisco che di fatto sequestra i soldi dei cittadini. L'articolo 3 del decreto fiscale impedisce le compensazioni di Irperf, Irap e qualsiasi altro tributo perché, per poter compensare, bisogna aspettare di aver fatto la nuova dichiarazione dei redditi. In pratica i professionisti che sono sistematicamente a credito d'imposta per via della ritenuta d'acconto del 20% operata alla fonte non possono riavere indietro i loro soldi se non dopo un anno. Una partita Iva così paga con un anno d'anticipo l'imposta sul valore aggiunto e le imposte sul reddito presunto sulla base dei ricavi dell'anno prima e recupera i crediti due anni dopo. Spiega Gusmeroli: «Gli articoli 3 e 4 della Finanziaria sono concepiti per far fallire i professionisti e mettere sul lastrico migliaia di ditte subappaltatrici. La logica è: colpire chi produce ricchezza e assomiglia al socialismo realizzato. O fermiamo quegli articoli - spiega ancora Gusmeroli - o possiamo dire addio a decine di migliaia di piccole aziende perché si blocca del tutto il meccanismo del subappalto». D'ora in avanti le trattenute fiscali e previdenziali dei lavoratori delle ditte subappaltatrici devono essere obbligatoriamente fatte dalla ditta appaltante che diventa sostituto d'imposta, ma solo per il tempo di lavoro prestato dal dipendente del subappaltatore nell'esecuzione di quel determinato appalto. Per capirci: se un condominio s'avvale di una ditta di pulizie, è il condominio medesimo che deve dare allo Stato e all'Inps le tasse e i contributi di ogni singolo lavoratore, calcolati in base al tempo in cui quell'addetto alle pulizie è stato al «servizio» di quel condominio. Per contro la ditta di pulizie dovrà anticipare ad ogni singolo committente le somme da versare a Fisco e Inps rendendo di fatto impossibile la gestione del personale se è impegnato su più «cantieri». Chi sgarra ovviamente paga un pegno altissimo. Così un general contractor deve vigilare sull'orario di lavoro dei dipendenti di ogni singola ditta subappaltatrice, deve tenere conto di tuti i diversi contratti di lavoro (gli edili, i meccanici, quello della somministrazione pasti se in un cantiere c'è il servizio mensa) e poi deve versare contributi e tasse di ogni singolo dipendente non suo, ma della ditta subappaltatrice in ragione del tempo effettivamente lavorato facendosi poi rimborsare. Spiega Gusmeroli: «Questa norma cervellotica, che dovrebbe stanare gli evasori tra i subappaltatori, è come sganciare una bomba atomica per catturare un uccellino. Se non si argina l'eccesso di burocrazia e di fiscalismo che ha questo governo, si bloccano tutti i lavori in subappalto facendo fallire migliaia di ditte, soprattutto le più piccole». Perché le uniche deroghe concesse riguardano chi lavora da più 5 anni e ha effettuato nei 2 anni precedenti versamenti per più di 2 milioni di euro o chi non ha iscrizioni a ruolo o accertamenti per importi superiori a 50.000 euro. Sono le ditte subappaltatrici che devono certificare l'eventuale esenzione all'appaltatore che però resta responsabile in solido. Ora tocca al Parlamento, bloccando queste norme come chiede la Lega, dire se l'Italia è ancora una Repubblica fondata sul lavoro o sulle tasse.
Ansa
Il ministero dell’Istruzione cassa uno dei rilievi con cui il Tribunale dei minorenni ha allontanato i tre figli dai genitori: «Fanno educazione domiciliare, sono in regola». Nordio, intanto, dà il via agli accertamenti.
Se c’è un colpevole già accertato nella vicenda della «famiglia del bosco», che ha visto i tre figli di Catherine Birmingham e Nathan Trevallion affidati dal Tribunale dei minori dell’Aquila a una struttura, è al massimo l’ingenuità dei genitori, che hanno affrontato le contestazioni da parte dei servizi sociali prima e del tribunale poi. Forse pensando che la loro buona fede bastasse a chiarire i fatti, senza affidarsi al supporto di un professionista che indicasse loro quale documentazione produrre. Del resto, in procedimenti come quello in cui sono stati coinvolti non è obbligatorio avere il sostegno di un legale e risulta che il sindaco del loro Comune, Palmoli in provincia di Chieti, li avesse rassicurati sul fatto che tutto si sarebbe risolto velocemente e senza traumi. Ma i fatti sono andati molto diversamente.
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Ridotti i paragrafi del primo documento, il resto dovrebbe essere discusso direttamente da Volodymyr Zelensky con il presidente americano Il nodo più intricato riguarda le regioni da cedere. Forse ci sarà un incontro in settimana. E l’ultimatum per giovedì potrebbe slittare.
È un ottimismo alla Giovanni Trapattoni, quello espresso ieri da Donald Trump sul processo diplomatico ucraino. «È davvero possibile che si stiano facendo grandi progressi nei colloqui di pace tra Russia e Ucraina? Non credeteci finché non li vedete, ma potrebbe succedere qualcosa di buono», ha dichiarato il presidente americano su Truth, seguendo evidentemente la logica del «non dire gatto, se non ce l’hai nel sacco». Una presa di posizione, quella dell’inquilino della Casa Bianca, arrivata dopo i recentissimi colloqui, tenutisi a Ginevra, tra il segretario di Stato americano, Marco Rubio, e la delegazione ucraina: colloqui che hanno portato a una nuova versione, definita da Washington «aggiornata e perfezionata», del piano di pace statunitense. «I rappresentanti ucraini hanno dichiarato che, sulla base delle revisioni e dei chiarimenti presentati oggi (l’altro ieri, ndr), ritengono che l’attuale bozza rifletta i loro interessi nazionali e fornisca meccanismi credibili e applicabili per salvaguardare la sicurezza dell’Ucraina sia nel breve che nel lungo termine», si legge in una dichiarazione congiunta tra Washington e Kiev, pubblicata nella serata di domenica.
Elisabetta Piccolotti (Ansa)
Sulla «famiglia nel bosco» non ci risparmiano neppure la sagra dell’ipocrisia. La deputata di Avs Elisabetta Piccolotti, coniugata Fratoianni, e l’ex presidente delle Camere penali e oggi a capo del comitato per il Sì al referendum sulla giustizia, avvocato Giandomenico Caiazza, aprendo bocca, non richiesti, sulla dolorosissima vicenda di Nathan Trevallion, di sua moglie Catherine Birmingahn e dei loro tre figli che il Tribunale dei minori dell’Aquila ha loro tolto dicono: «Non mi piace la superficialità con cui si parla dei bambini del bosco», lei; e: «In un caso come questo dovremmo metterci al riparo da speculazioni politiche e guerre ideologiche preventive», lui.






