2023-05-20
La Lagarde ammette che ci sta rovinando: crollano i prestiti a imprese e famiglie
Il bollettino della Bce svela la contrazione dei mutui dovuta alla sua politica restrittiva. Ma continuerà ad alzare i tassi.Il bollettino economico della Bce diffuso ieri conferma che i vertici di Francoforte non intendono premere il freno sui tassi: l’inflazione è ancora spinta verso l’alto dalla «graduale trasmissione dei passati aumenti del costo dell’energia e delle strozzature dell’approvvigionamento», quindi «le future decisioni del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi ufficiali siano portati a livelli sufficientemente restrittivi per conseguire un tempestivo ritorno dell’inflazione al suo obiettivo del 2% e saranno mantenuti a tali livelli per tutto il tempo necessario». Nessuna sorpresa, su questo fronte. Il problema è che nel bollettino c’è la presa di coscienza – tardiva – dell’impatto dell’inasprimento della politica monetaria sul credito a imprese e famiglie: un record nel crollo dei mutui. In sostanza, Christine Lagarde si è accorta che alzando i tassi ha chiuso i cordoni del credito. Le banche, leggiamo nel bollettino dell’Eurotower, hanno registrato un forte calo della domanda di prestiti nel primo trimestre del 2023, quello da parte delle aziende è stato il più forte dalla crisi finanziaria mondiale, mentre quello delle famiglie è stato il maggiore dall’inizio dell’indagine nel 2003. In entrambi i casi il calo è stato peggiore di quanto previsto dagli istituti nel trimestre precedente. A pesare sulla domanda dei prestiti è stato anche il minor fabbisogno di finanziamento per gli investimenti fissi, l’indebolimento delle prospettive del mercato immobiliare e la bassa fiducia dei consumatori. E la discesa, secondo le stime del sistema bancario, continuerà anche in questo secondo trimestre. Per quanto riguarda l’Italia, per la prima volta dal 2016 - come emerge dal rapporto mensile Abi – i prestiti bancari hanno visto ad aprile una crescita azzerata per via del calo della domanda. Il totale prestiti a residenti in Italia ad aprile 2023 si è collocato a 1.708 miliardi con una variazione annua pari a -0,6%, contro -0,4% nel mese precedente. Escludendo la Pa emerge che «i prestiti a residenti in Italia al settore privato sono risultati pari a 1.457 miliardi stabili rispetto ad un anno prima. I prestiti a famiglie e società non finanziarie sono pari a 1.317 miliardi con un una variazione annua nulla e in calo rispetto alla dinamica del mese precedente (+0,4%). Tutto questo, va ricordato, mentre sono ancora in essere le garanzie pubbliche sui prestiti.L’aumento dei tassi e dei prezzi al consumo spinge i risparmiatori a cercare rendimenti più alti nei prodotti a medio-lungo termine come le obbligazioni e i conti deposito, muovendo la liquidità parcheggiata nei conti correnti durante e subito dopo la crisi generata dal Covid. Si vedrà , nei prossimi mesi, l’impatto sui bilanci bancari che nel 2022 e nei primi mesi del 2023 hanno registrato forti utili proprio grazie al balzo del margine di interesse che ha beneficiato appunto del rialzo dei tassi della Bce e da una raccolta poco remunerata. Ora gli istituti hanno dovuto ritoccare i tassi passivi verso l’alto e modificare la loro offerta commerciale, visto che i clienti e i risparmiatori stanno riallocando la loro liquidità. Sempre in base ai dati Abi di aprile, il tasso praticato sui conti correnti è lo 0,29%, rispetto allo 0,02% di un anno prima. Mentre i nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) presentano un tasso in aumento al 2,65% dallo 0,06% dello stesso mese 2022 (ma questo dato medio cela offerte che nella scadenza di un anno arrivano anche al 4%). Intanto il Btp a dieci anni si attesta attorno al 4,2% di rendimento. Lo stesso rapporto dell’Abi confermava che non si tratta di un fenomeno solo italiano. «Il margine sui prestiti concessi alle imprese dalle banche nei principali paesi europei è risultato, a marzo 2023, pari a 165 punti base in Italia, 213 in Spagna, 189 in Germania e 89 della Francia. Per il comparto delle famiglie si è registrato un margine di 136 punti base, in Italia, un valore inferiore ai 141 della Germania e ai 156 della Spagna e superiore rispetto ai -37 punti della Francia», si spiegava nel documento dell’associazione dei banchieri. È chiaro che gli aumenti dei tassi trasferiti sui depositi hanno aumentato la redditività delle banche. Ma bisogna anche ricordare che le stesse uscivano da un periodo in cui i tassi di riferimento erano bassissimi e quelli di remunerazione dei depositi presso la Bce erano negativi. Di certo, e se ne sono accorti anche a Francoforte, le strette monetarie si stanno facendo sentire sull’erogazione dei prestiti. Questo ha un effetto a catena sull’economia reale e di conseguenza sulla capacità per imprese e famiglie di rimborsare gli stessi prestiti (con il rischio di veder nuovamente aumentare i cosiddetti npl). Dopo l’inflazione, toccherà quindi fare i conti con la restrizione del credito. La posizione del sistema sarà più chiara il prossimo 31 maggio quando il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, terrà le sue (ultime, perché a novembre completerà il suo secondo mandato di sei anni e dunque non può essere rieletto) considerazioni finali alla relazione annuale della Vigilanza.Nel 2022 l’utile netto di Via Nazionale si è attestato a 2,1 miliardi rispetto ai 3,9 miliardi del 2021. Questo ha fatto dimezzare anche l’assegno che Bankitalia staccherà per lo Stato che si attesta a circa 3 miliardi, in netta riduzione rispetto ai 6,8 miliardi del 2021.
Ecco #DimmiLaVerità del 27 ottobre 2025. Ospite Marco Pellegrini del M5s. L'argomento del giorno è: "La follia europea di ostacolare la pace tra Russia e Ucraina"
Matteo Salvini (Ansa)
«Chiederò che sul Piano casa, scoperto nel 2026, parte dei fondi arrivi con gioia ed entusiasmo da parte di un sistema, quello delle banche, che sta facendo margini notevolissimi». Così il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. «Non c'è nessun accanimento nei confronti delle banche. Mi limito a leggere i bilanci. Negli ultimi tre anni le banche hanno fatto 112 miliardi di euro di utili, spesso una parte di questi investimenti coperti da garanzie dello Stato e, quindi, nel caso che tutto andasse bene si va a utile, nel caso non andasse c'è lo Stato che copre e garantisce». Il vicepremier ha spiegato che la richiesta non nasce da una volontà punitiva, ma dal principio di equilibrio e collaborazione tra pubblico e privato. Secondo Salvini, le banche, dopo anni di margini record, possono contribuire concretamente a sostenere misure sociali e infrastrutturali, come il Piano casa, considerato «Una priorita' nazionale per dare risposte a chi oggi non può permettersi un alloggio dignitoso».
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