2022-10-02
La guerra fra la Moratti e Fontana danneggia il centrodestra e il Paese
Le liti su chi sarà il candidato alle prossime regionali, sulla carta già vinte, rischiano di trasformare il trionfo annunciato in una disfatta e gettano ombre sulla tenuta del prossimo esecutivo.Per capire come si sta comportando il centrodestra in Lombardia in visione delle elezioni regionali del prossimo anno che - stando a quello che è successo alle politiche dovrebbe potersi dare per vincitore senza molti margini di errore - più che a un trattato di politica come Il principe di Niccolò Machiavelli del 1513 - troppo elevato e raffinato - è più opportuno rifarsi alla nota canzone dei Rokes, Bisogna saper perdere del più vicino 1967. È più che sufficiente, anzi ne avanza. Tant’è vero che stanno facendo di tutto per perdere e, comunque, anche se trovassero una quadra, non si capisce perché debbano discutere in pubblico, alla vigilia della formazione di un governo di centrodestra, delle loro magagne interne.La situazione come i lettori e le lettrici sapranno è la seguente. La Lega insiste a candidare il presidente uscente Attilio Fontana e lo stesso sostiene che non ha nessuna intenzione di mollare l’osso. Ma lo stesso osso sta tentando di azzannarlo voracissimamente Letizia Moratti, attuale assessore alla Sanità della medesima giunta presieduta dal medesimo Fontana, nonché vicepresidente della Regione Lombardia. La Moratti sostiene che Fontana le avrebbe promesso di mollarle il testimone e Fontana, di tutta risposta, non solo dice che non è vero ma minaccia addirittura anche azioni legali o robe del genere. Forza Italia e Fratelli d’Italia li lasciano scannarsi con tutta la serenità necessaria non dicendo una parola né sull’uno né sull’altra. Evidentemente Fontana e la Moratti pensano di correre due corse diverse. La signora pensa di corre sulla 400 a squadre dove c’è il testimone e Fontana, invece, sulla 400 a ostacoli che pensa di poter superare tutti senza buttarli giù. Come spettacolino, o teatrino - come avrebbe detto Silvio Berlusconi - non c’è male.La Moratti non scherza. Ha deciso di andare a dirlo in una trasmissione saldamente di sinistra come quella condotta da Marco Damilano, Il cavallo e la torre, in partibus infidelium, come diceva la Chiesa di chi non era dentro di essa. Fa venire in mente Veronica Lario quando decise di scrivere una lettera all’allora marito Silvio Berlusconi dalle colonne de La Repubblica. Son scelte, discutibili ma legittime.Tornando al gruppo musicale The Rokes, dopo aver cantato la strofa «Bisogna saper perdere» seguivano con altre due: «Non sempre si può vincere. Ed allora cosa vuoi?». Sembra scritta apposta. Solo che in questo caso si può vincere. E vien giusta anche la domanda «Ed allora cosa vuoi?». Si capisce l’ambizione politica: essa raggiunge limiti che superano l’ingordigia di soldi di Paperon de’ Paperoni, ma a tutto c’è un limite. E siccome siamo nella società dei social e della comunicazione in generale, i soggetti dei quali stiamo parlando, persone interessate, partiti e affini non potevano scegliere momento peggiore per rovinare una vittoria così schiacciante del centrodestra alle politiche che non si vedeva dal 2001, 21 anni fa. Uno potrebbe domandarsi: «Ma che c’entra?». C’entra eccome, in questo momento il centrodestra, anche per gli attacchi alla Meloni e al suo passato - come se fosse il suo presente - ha bisogno di tutto fuorché di litigi interni nella regione più importante e ricca d’Italia. In questo momento il centrodestra è sotto esame, soprattutto a livello internazionale e una lacerazione della coalizione in Lombardia, regione nota in tutto il mondo, incide pesantemente sulla credibilità e sulle speranze di tenuta degli osservatori soprattutto economico finanziari. La questione non è derubricabile a fatto locale irrilevante a livello nazionale. Tutt’altro.Facciano discussioni a porte chiuse, litighino, questionino, si scannino a male parole (alla Moratti andrebbero prima insegnate perché riteniamo che la sua bestemmia più feroce possa essere perdindirindina, che non fa paura neanche a una novizia timida), se la giochino a dadi, vadano a Delfi e interroghino l’oracolo, chiedano al mago Otelma, insomma facciano quello che vogliono, ma la facciano finita con questo spettacolo stupido, inconcludente e grottesco. Se non altro abbiano un po’ più di rispetto di quei milioni di elettori di centrodestra che hanno votato compattamente per un centrodestra che vogliono compatto almeno quanto è stato ed è compatto il popolo che li ha votati.