2022-06-09
La gogna «verde» del Pd di Taranto costa 350.000 euro
Intanto Enrico Letta, in tour elettorale, snobba gli operai dell’Ilva e va in barca con Michele Emiliano che da sempre boicotta Tap e trivelle.Due giorni fa Enrico Letta è stato in campagna elettorale a Taranto. Ma anziché incontrare i 3.000 lavoratori Ilva in cassintegrazione, se ne è andato in barca con il candidato sindaco a vedere gli allevamenti di cozze, per dare enfasi alla retorica green anti Ilva. Con loro, Michele Emiliano che, secondo Letta, «sull’ambiente ha sempre fatto bene». Ma cosa ha fatto, a parte bloccare in tutti i modi Tap e trivelle? Nei settori di sua competenza, malissimo. La Puglia non riesce ancora a chiudere il ciclo dei rifiuti, tantomeno le discariche. L’esempio più eclatante viene proprio da Taranto, che nonostante sia la provincia con più impianti è piena di immondizia per le strade (ripulite per l’arrivo di Letta) e continua ad aumentare la Tari perché non diminuisce il conferito in discarica. La partecipata dei rifiuti è guidata dall’ex segretario provinciale del Pd, Giampiero Mancarelli, che l’ex sindaco del Pd Rinaldo Melucci (ora ricandidato col sostegno anche dei 5 stelle) ha nominato direttamente dalla segreteria di partito alla presidenza dell’ Amiu. Da allora, la ditta comunale è diventata la personale vetrina politica del presidente e del sindaco. Nonostante il commissario prefettizio abbia invitato, con una missiva, il management delle partecipate a evitare la campagna elettorale, l’unico gazebo pubblicitario Amiu in città è stato allestito proprio sulla porta d’ingresso del comitato elettorale di Melucci. Il quale, pur essendo decaduto da mesi, la settimana scorsa era presente all’inaugurazione organizzata da Mancarelli dei nuovi mezzi Amiu per la raccolta dell’indifferenziato: 10 Apecar Piaggio. Mezzi a miscela, tra i più inquinanti rimasti in circolazione. Tanto poi Melucci dice che l’inquinamento è colpa di Ilva. Appena nominato presidente Amiu nel 2020, Mancarelli ha aperto la pagina Facebook della partecipata, pubblicando a ripetizione suoi video in un’approssimativa difesa rispetto alle critiche dei cittadini che lamentano una città sporca con cassonetti traboccanti. Nel borgo, ad esempio, ha deciso di installare i cosiddetti bidoni ingegnerizzati (dal costo milionario) attivabili solo con card elettronica che non funzionano. In altri quartieri, invece, non ci sono proprio i bidoni della differenziata (infatti la percentuale comunale è al 24%, tra le più basse d’Italia). Anziché riconoscere i propri errori, l’ex segretario del Pd ha imbracciato la sua personale battaglia contro gli zozzoni dando la colpa ai tarantini. Per dare supporto alla sua tesi ha installato delle videotrappole e ha iniziato a pubblicare su Facebook i video dei cittadini che gettavano l’immondizian ricoprendoli di insulti. Oggi il Garante della privacy ha sanzionato l’Amiu e il Comune di Taranto con una multa di 350.000 euro. Che pagheranno i cittadini di Taranto, finché la Corte dei conti non interverrà per danno erariale sul management. Secondo il Garante, «la raccolta delle immagini con videosorveglianza è finalizzata all’acquisizione dei mezzi di prova per l’accertamento degli illeciti, e va evitato l’uso dei social network» per fini «educativi o dimostrativi». Da una comunicazione dello stesso presidente Amiu a febbraio 2022 «sono 1.400 le multe scattate da videotrappole per un totale di 130.000 euro di sanzioni, di cui circa il 40% è stato già pagato». Quindi, a fronte di un incasso di 52.000 euro di multe emesse con l’ausilio di videotrappole, i cittadini di Taranto ne pagheranno 350.000 euro per la multa presa dall’Amiu. E per avere una città sporca e invasa da cassonetti traboccanti di immondizia e rifiuti per strada. Tanto ci costa il metodo Pd.