2022-11-24
La Germania, harakiri Lgbt con sceneggiata
La Federcalcio tedesca attacca Infantino per il divieto alla fascia «one love». Ma i calciatori fanno solo una pantomima con la mano davanti alla bocca tipo «tre scimmiette». La loro schiena dritta si è inchinata alla Fifa. E il Giappone li ha piegati anche sul campo.Ciao ciao Germania, anzi sayonara per i calciatori tedeschi maestri delle pantomime ma ultimi della classe sul campo. Alla vigilia della partita di ieri pomeriggio contro il Giappone, l’interrogativo era uno solo: i rudi pedatori teutoni metteranno o no la fascia arcobaleno Lgbtq+? Nessuno a chiedersi se avrebbero fatto o no un sol boccone dei giapponesi: il risultato della gara d’esordio era scontato, i nipponici sono arrivati in Qatar con il semplice obiettivo dei quarti di finale. Quello che contava maggiormente, quello che ha acceso il dibattito su giornali e televisioni era invece quello che avrebbe fatto Manuel Neuer, immortale portiere del Bayern Monaco e incrollabile capitano della nazionale. Avrebbe portato la fascia «one love», interdetta dalla Fifa ma politicamente corretta? Oppure avrebbe ripiegato su quella ufficiale, così scialba con quei cuoricini in bianco e nero e la scritta «no discrimination» che per i tutori del pensiero unico è buona soltanto per incartare i cioccolatini?La polemica è vecchia di qualche giorno, si trascina dalla vigilia di questi Mondiali del Qatar. Le federazioni nazionali avevano accettato il diktat della Fifa. Ma i tedeschi, la cui schiena notoriamente si spezza ma non si piega, hanno insistito. Il commissario tecnico Hans-Dieter Flick si è detto «scioccato» per il divieto. Lo stesso Neuer aveva proclamato: «Noi non abbiamo paura». E qualche minuto dopo il calcio d’avvio, è arrivato su Twitter un comunicato tutto d’un pezzo firmato dalla Federazione calcio della Germania: «Volevamo usare la fascia del nostro capitano per prendere posizione sui valori che abbiamo nella nazionale tedesca: diversità e rispetto reciproco», vi era scritto. «Insieme ad altre nazioni, volevamo che la nostra voce fosse ascoltata. Non si trattava di fare una dichiarazione politica: i diritti umani non sono negoziabili. Dovrebbe essere dato per scontato, ma non è ancora così. Ecco perché questo messaggio è così importante per noi. Negarci la fascia da braccio è come spegnere la nostra voce. Sosteniamo la nostra posizione».Nel frattempo però, appena messo piede sul terreno di gioco, era andato in scena il melodrammone degli undici in maglia bianca. Ammainata la bandiera tricolore, il povero Neuer è sceso in campo con la fascia «no discrimination». Ma prima di toccare palla i giocatori tedeschi non hanno voluto rinunciare alla loro brava protesta contro la Spectre «no love» che governa il calcio mondiale al soldo dei paperoni del deserto. E coraggiosamente, al momento di posare per la foto di rito, si sono messi la mano sulla bocca, come dire: ci hanno imbavagliato, ci hanno tolto la parola. Noi volevamo difendere il sacrosantissimo diritto di chiunque ad amare chiunque, e invece ci impediscono di esprimerci. Eccola qui l’inflessibile spina dorsale dei tedeschi: piuttosto che prendersi l’ammonizione che al primo fallo si sarebbe tramutata in squalifica, il portierone e i suoi compagni hanno fatto come tutti, cioè hanno piegato la testa. Hanno barattato un gesto che sarebbe stato davvero clamoroso con una recita da operetta, la mano destra a tappare la bocca nemmeno fosse una mascherina chirurgica. Avrebbero potuto sfidare gli emiri, i loro quattrini e il loro evidente disprezzo per i diritti delle persone. Avrebbero messo in difficoltà le tv, che sarebbero state costrette a fare i salti mortali per non inquadrare la fascia pericolosa. E poi difficilmente un portiere come Neuer avrebbe preso un cartellino giallo sul campo. Per lui il rischio di essere escluso da qualche partita era bassissimo. Invece hanno tutti preferito la commedia dell’arte. Da noi sarebbe finita a tarallucci e vino. Al di là delle Alpi preferiscono birra e salsicce, ma la morale è la stessa.Gli undici irriducibili alemanni, gli eroi ridotti al silenzio si preparavano dunque, forti del loro muto ardimento, a spazzare via il Giappone. Ma per i tedeschi non era giornata. Dopo mezz’ora hanno segnato un golletto su calcio di rigore e poi, carichi di sussiego contro uno dei tanti parvenu del pallone che popolano questi Mondiali, hanno fatto accademia senza mai arrivare al raddoppio. Come se i gol dovessero arrivare di diritto. E invece con i nipponici l’harakiri è dietro l’angolo. Soltanto che stavolta non l’hanno fatto gli scatenati samurai. Il loro allenatore nel secondo tempo ha azzeccato le sostituzioni e i guerrieri dell’imperatore hanno mandato due volte la palla nella rete di Neuer. Rimonta e vittoria. Sayonara Germania, banzai Giappone. Risultato a sorpresa come il Marocco che ha inchiodato sullo 0-0 la Croazia, mentre la Spagna ne ha rifilati 7 al Costa Rica.E lo schienadrittismo tedesco? Boh.