2023-08-08
«La Foresta degli Scomparsi» è femminile, non femminista
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«La Foresta degli Scomparsi» in onda su Canale 5
La miniserie che Canale 5 manderà in onda dalla prima serata di mercoledì 9 agosto, è stata definita da Le Parisien «un efficace thriller, ben più femminista di quanto sembri». Femminista, però, nell’accezione ormai modaiola che gli è attribuito, non è l’aggettivo più adatto allo show.Le Parisien lo ha definito «un efficace thriller, ben più femminista di quanto sembri». Ma una parola, nella definizione data dal giornale, andrebbe ritenuta di troppo. La Foresta degli Scomparsi, miniserie co-prodotta da Francia, Belgio e Germania, è un thriller, per certo, e, con altrettanta certezza, potrebbe dirsi efficace. Femminista, però, nell’accezione ormai modaiola che gli è attribuito, non è l’aggettivo più adatto allo show.La Foresta degli Scomparsi, che Canale 5 manderà in onda dalla prima serata di mercoledì 9 agosto, non è femminista. Non come lo intenderebbe l’intellighenzia hollywoodiana. È femminile, forse, nella misura in cui femmina è la sua protagonista: una donna, Camille Hartmann, (fortunatamente) lontana dagli stereotipi di genere, dalla misantropia dei detective, da quei loro passati costellati di drammi personali. Camille Hartmann è un giudice istruttore. Lo era, quanto meno, prima che un edema cerebrale – causato da un incidente automobilistico – le portasse via una parte della memoria. Vorrebbe ricordare, vorrebbe spiegarsi come sia potuto accadere, come il suo cervello abbia potuto ammaccarsi. Ma un mare immenso si estende fra il dire e il fare, costringendo Camille Hartmann ad una battuta di arresto. Ad uno stop che l’inizio della serie è capace di mettere in discussione. È a casa, Camille, quando nella Foresta Nera, nel Sud della Germania, viene scoperto un piccolo cumulo di corpi: una fossa comune, vicina ad una base militare, al confine fra Francia e Germania. Al suo interno, sono una dozzina i cadaveri ritrovati. Chi ce li abbia messi, e perché poi, è un mistero. Un mistero che il cervello rettile di Camille, la parte sopravvissuta all’incidente, sente di dover considerare come personale. Camille Hartmann sospetta che, dietro quei corpi, dietro il loro abbandono e, forse, la loro morte, possa celarsi altro: un collegamento all’incidente che ha avuto, quello in cui ha perso una parte di sé. Deve indagare, dunque. È l’istinto a dirglielo. Deve sapere. Scoprire. E, per farlo, devo tornare a vestire i panni del giudice istruttore, accanto al giovane ispettore tedesco Erik Maes e al capitano Franz Agerland. La storia che si dipana poi, quella sulla quale si erige La Foresta degli Scomparsi, è una storia moderna, rapida, profonda. Una storia nella quale si ritrovano tracce del presente, il nostro. È la violenza sulle donne a pervaderla, in un modo che non è retorico né artificioso. La Foresta degli Scomparsi, che Canale 5 trasmetterà in due sole serate, parte dal ritrovamento dei corpi per creare un giallo a due letture: i dodici morti, le loro identità da un lato, dall’altro il modo in cui si legano alla vicenda della protagonista, Camille, al sospetto che l’incidente nel quale è stata coinvolta possa non essere tale. Le Parisien ne ha elogiato la struttura narrativa, parlando di «un potente manifesto politico, capace di sovvertire il modo in cui la serialità, di norma, affronta tematiche come la violenza di genere». Di politica, noi, non ne abbiamo vista altrettanta. Ma l’affermazione è ben lungi dall’essere critica. La Foresta degli Scomparsi, con la sua fotografia magnetica e i suoi personaggi ben fatti, non ha bisogno di politica e politichese per essere coinvolgente.
Jose Mourinho (Getty Images)