2022-08-10
La Danimarca stoppa i sieri ai minori. Reazioni avverse? Zitti solo in Italia
Il Paese scandinavo ha deciso di sospendere la vaccinazione per gli under 18: risultati troppo scarsi. Mentre Roberto Speranza tace, dagli Usa arrivano dati allarmanti sulle morti. E un giornale sbugiarda i Cdc sulle miocarditi.Dopo Roberto Burioni, spuntano Matteo Bassetti e Stefania Salmaso: tutti allarmati per l’anomala mortalità che emerge dai bollettini Covid, tutti temono che i pazienti gravi non siano curati adeguatamente. In Italia, dunque, è ormai caduto un tabù: si può finalmente parlare delle cure mancate. Ciò su cui continua ad aleggiare una cappa di silenzio è il problema dei danni da vaccino. Le storie di chi, in seguito all’iniezione, è rimasto gravemente invalido, vengono snobbate dalla comunità scientifica e ignorate dal governo. All’estero, al contrario, al netto delle ancora tante reticenze, il velo sta cadendo. I Cdc americani, ad esempio, la settimana scorsa hanno pubblicato i nuovi dati sulle reazioni avverse del sistema Vaers, aggiornati al 29 luglio. Gli effetti collaterali riportati sono arrivati a quota 1.371.474, di cui 29.981 segnalazioni di decessi - 191 in più rispetto alla settimana precedente. In aumento anche gli eventi gravi, saliti a 249.116, cioè 1.430 in più dell’ultima rilevazione. I morti risultano collegati per lo più al farmaco di Pfizer (19.348), in seconda battuta a Spikevax di Moderna (7.981) e, infine, al preparato di Johnson&Johnson (2.603). Il referto include anche il caso di un diciassettenne, stroncato da una miocardite a cinque mesi dal vaccino. Sono cifre che vanno lette con la dovuta cautela: il programma Vaers, infatti, non è pensato per determinare con certezza i rapporti di causa-effetto tra punture e reazioni al medicinale. Fatto sta che le segnalazioni vengono abitualmente utilizzate per la sorveglianza sui vaccini. E la magnitudine del problema è palesemente superiore a quella che si evince dai report dell’Aifa: l’ultimo, infatti, si limita a considerare 100 reazioni avverse al rimedio anti Covid ogni 100.000 dosi. Una «enorme sottostima», denunciano gli esperti della Commissione medico scientifica indipendente. Nel frattempo, gli stessi Centers for disease control and prevention americani hanno rimediato una pessima figura con il quotidiano Epoch Times. Il giornale aveva avanzato una richiesta di accesso agli atti, invocando la diffusione delle relazioni, tratte sempre dal database del Vaers, sulle miocarditi post vaccino nell’intervallo 2 aprile-2 ottobre 2021. Il 29 luglio scorso, un responsabile dei Cdc ha comunicato che, «durante il periodo specificato, non sono state effettuate estrazioni di dati per le miocarditi: un’associazione tra miocarditi e vaccini anti Covid-19 a mRna non era nota a quel tempo». Peccato che, a giugno 2021, fossero stati proprio dei ricercatori affiliati ai Cdc a pubblicare un editoriale, sul Journal of the american medical association cardiology, dedicato alle infiammazioni cardiache conseguenti all’inoculazione. E in quell’articolo essi precisavano altresì che, alcuni giorni prima, l’advisory committee dell’ente si era riunito per discutere la questione. Colto in fallo, l’organismo ha dovuto ammettere l’errore con il Times e riconoscere che «dati aggiuntivi, accumulati nei mesi seguenti, alla fine hanno condotto alla conclusione che, in effetti, esisteva un nesso causale» tra vaccino e miocarditi. Altro che «associazione non nota». In parole povere, anche Oltreoceano qualcuno prova a nascondere la testa sotto la sabbia. Ma lì, le bugie paiono avere le gambe più corte che da noi. Peraltro, meno di un mese fa, Cambridge university press ha dato conto di un caso molto singolare di miocardite, provando inequivocabilmente che, sebbene di rado, questo disturbo può colpire i malcapitati subito dopo la prima dose antivirus. La disavventura descritta ha dell’incredibile: due tirocinanti di 23 e 24 anni, sanissimi, a poche ore dall’inoculazione, si sono beccati una miocardite durante lo stesso turno di notte in ospedale. Perché ricerche simili non sono state condotte in Italia? Non interessano? Sono considerate inutili? Scomode? Scabrose?D’altronde, mentre Roberto Speranza & C., per mesi, si sono messi a inseguire con l’ago adolescenti e bambini, in Danimarca qualcuno ha addirittura chiesto scusa per averne promosso la vaccinazione: da tempo, sulle fasce d’età più giovani, l’iniezione mostra un’efficacia negativa. E, a fronte di infezioni quasi sempre miti, il beneficio della puntura è sempre più dubbio. Nella terra della Sirenetta, a fine giugno, il direttore generale dell’Autorità sanitaria, Soren Brostrom, ha ammesso che, «in retrospettiva, non abbiamo ottenuto molto dall’ampliamento del programma di vaccinazione ai bambini» e che, allo stato attuale delle conoscenze, sottoporli al farmaco anti Covid è stato un errore. Il governo danese ha conseguentemente aggiornato le linee guida: niente prime dosi agli under 18 dal primo luglio, stop anche alle seconde dosi a partire dal primo settembre. Entro tre settimane, dunque, il Paese scandinavo fermerà completamente le iniezioni sui minorenni. Una marcia indietro clamorosa, certo, ma anche un atto di onestà intellettuale: riconoscere di aver sbagliato e correggere la rotta. Il pragmatismo contro l’ideologia. Il contrario della linea Speranza: perseverare, alla faccia della realtà. Un nuovo approccio è la prima grande riforma che pretendiamo da un governo di centrodestra.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)