2022-02-08
La app cinese sulle Olimpiadi che passa i dati ai servizi segreti
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My2022, scaricabile da Apple Store e Play Store , è l'applicazione ufficiale delle Olimpiadi invernali di Pechino. Atleti e giornalisti sono tenuti ad averla sul proprio smartphone. La memoria viene condivisa con iFlytek, una società che lavora regolarmente per la pubblica sicurezza cinese, inserita nella lista nera degli Stati Uniti lo scorso anno.E’ allarme in tutto il mondo per l’applicazione che la Cina chiede di scaricare agli atleti delle Olimpiadi Invernali di Pechino incominciate il 4 febbraio. Da diverse settimane, infatti, siti specializzati in tecnologia e intelligence hanno mostrato tutte le falle di My2022, un app scaricabile da Apple Store e Play store, che atleti, giornalisti e chiunque partecipi ai giochi olimpici invernali è tenuto a scaricare durante la sua permanenza fino al 20 febbraio.Secondo quanto scoperto da Citizenlab, l’applicazione presenta numerosi rischi di vulnerabilità e i dati vengono raccolti a organizzazioni vicine ai servizi segreti cinesi, alcune già nella lista nera degli Stati Uniti. Va anche detto che non è la prima volta che si verifica un caso simile in Cina. Non esistono leggi o autorità garanti per la raccolta e la protezione dei dati personali da parte di società private. Ma, a quanto pare, esisterebbe anche una differenziazione nella raccolta. Per gli utenti cinesi, infatti, My2022 raccoglie informazioni personali tra cui nome, carta d’identità, numero di telefono, indirizzo e-mail, immagine del profilo e informazioni sul proprio lavoro. A sua volta le condivide con il Comitato Organizzatore di Pechino per le Olimpiadi del 2022. Per gli utenti internazionali, invece, l'app raccoglie anche altre informazioni personali e le informazioni sul passaporto (ad esempio, date di emissione e di scadenza), nonché da dove provengono.Non solo, sono incluse anche una serie di parole chiave che riguardano argomenti politici o questioni interne come lo Xinjiang e il Tibet. L’applicazione è stata sviluppata dal Beijing Financial Holdings Group (Bfhg), società costituita nell'ottobre 2018 e controllata dalla Assets Supervision and Administration Commission del governo popolare della municipalità di Pechino , controllata a sua volta al 100% dal governo cinese. Il Bfhg è di proprietà di un'altra società, la Beijing State-Owned Capital Operational Management: finanzia le nuove tecnologie per il governo. E’ presieduta da Wenzhong Fan , che ha lavorato per la Commissione statale per la supervisione e l'amministrazione dei beni (Sasac), China Finance 40 Forum (Cf40) e China Banking Regulatory Commission (Cbrc).Secondo Citizen Lab My2022, a seconda del dispositivo utilizzato, condividerà i codici identificativi e le informazioni dei fornitori di servizi con le stesse società. Alcuni dati raccolti dal telefono vengono inviati a Weibo e Tencent . Le informazioni sulla posizione sono raccolte invece da AutoNavi Software Co., Ltd , una sussidiaria di Alibaba. Gli utenti del servizio di traduzione di My2022 avranno i loro dati audio, i dettagli del dispositivo. L’ accesso alla memoria viene invece condiviso con iFlytek , una società che lavora regolarmente per la pubblica sicurezza cinese, la Gonganbu. iFlytek è stato inserito nella lista nera degli Stati Uniti lo scorso anno per il suo ruolo nelle violazioni dei diritti umani da parte della Cina contro la popolazione uigura dello Xinjiang.E infine, My2022 è dotato di illegalwords.txt, un file contenente un elenco di 2.442 parole politicamente sensibili. L'elenco ha lo scopo di evitare commenti su argomenti vietati dalle autorità cinesi. Nelle ultime settimane, i media cinesi hanno avvertito i partecipanti alle Olimpiadi invernali di non impegnarsi in discussioni politiche.
Nicola Pietrangeli (Getty Images)
Gianni Tessari, presidente del consorzio uva Durella
Lo scorso 25 novembre è stata presentata alla Fao la campagna promossa da Focsiv e Centro sportivo italiano: un percorso di 18 mesi con eventi e iniziative per sostenere 58 progetti attivi in 26 Paesi. Testimonianze dal Perù, dalla Tanzania e da Haiti e l’invito a trasformare gesti sportivi in aiuti concreti alle comunità più vulnerabili.
In un momento storico in cui la fame torna a crescere in diverse aree del pianeta e le crisi internazionali rendono sempre più fragile l’accesso al cibo, una parte del mondo dello sport prova a mettere in gioco le proprie energie per sostenere le comunità più vulnerabili. È l’obiettivo della campagna Sport contro la fame, che punta a trasformare gesti atletici, eventi e iniziative locali in un supporto concreto per chi vive in condizioni di insicurezza alimentare.
La nuova iniziativa è stata presentata martedì 25 novembre alla Fao, a Roma, nella cornice del Sheikh Zayed Centre. Qui Focsiv e Centro sportivo italiano hanno annunciato un percorso di 18 mesi che attraverserà l’Italia con eventi sportivi e ricreativi dedicati alla raccolta fondi per 58 progetti attivi in 26 Paesi.
L’apertura della giornata è stata affidata a mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Wfp, che ha richiamato il carattere universale dello sport, «linguaggio capace di superare barriere linguistiche, culturali e geopolitiche e di riunire popoli e tradizioni attorno a valori condivisi». Subito dopo è intervenuto Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao, che ha ricordato come il raggiungimento dell’obiettivo fame zero al 2030 sia sempre più lontano. «Se le istituzioni faticano, è la società a doversi organizzare», ha affermato, indicando iniziative come questa come uno dei modi per colmare un vuoto di cooperazione.
A seguire, la presidente Focsiv Ivana Borsotto ha spiegato lo spirito dell’iniziativa: «Vogliamo giocare questa partita contro la fame, non assistervi. Lo sport nutre la speranza e ciascuno può fare la differenza». Il presidente del Csi, Vittorio Bosio, ha invece insistito sulla responsabilità educativa del mondo sportivo: «Lo sport costruisce ponti. In questa campagna, l’altro è un fratello da sostenere. Non possiamo accettare che un bambino non abbia il diritto fondamentale al cibo».
La campagna punta a raggiungere circa 150.000 persone in Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Durante la presentazione, tre soci Focsiv hanno portato testimonianze dirette dei progetti sul campo: Chiara Concetta Starita (Auci) ha descritto l’attività delle ollas comunes nella periferia di Lima, dove la Olla común 8 de octubre fornisce pasti quotidiani a bambini e anziani; Ornella Menculini (Ibo Italia) ha raccontato l’esperienza degli orti comunitari realizzati nelle scuole tanzaniane; mentre Maria Emilia Marra (La Salle Foundation) ha illustrato il ruolo dei centri educativi di Haiti, che per molti giovani rappresentano al tempo stesso luogo di apprendimento, rifugio e punto sicuro per ricevere un pasto.
Sul coinvolgimento degli atleti è intervenuto Michele Marchetti, responsabile della segreteria nazionale del Csi, che ha spiegato come gol, canestri e chilometri percorsi nelle gare potranno diventare contributi diretti ai progetti sostenuti. L’identità visiva della campagna accompagnerà questo messaggio attraverso simboli e attrezzi di diverse discipline, come illustrato da Ugo Esposito, Ceo dello studio di comunicazione Kapusons.
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Mark Zuckerberg (Getty Images)