
Proposto il congedo straordinario retribuito per assistere un familiare con handicap grave. Si parte con 40 milioni di stanziamento che diventeranno oltre 50 nel 2031. Rischio di abusi come con il reddito di cittadinanza.Il ritorno del ddl Zan al Palazzo Madama non è tutto. In Parlamento, e precisamente in Commissione lavoro, c’è oggi un’altra proposta che non potrà che piacere, oltre che ad Alessandro Zan e a Monica Cirinnà, a tutto il mondo Lgbt. Si tratta di un atto governativo a prima vista innocuo ma, di fatto, denso sia di implicazioni etiche sia di sostanziose ricadute economiche: è lo schema di decreto legislativo sull’attuazione della direttiva europea 2019/1158. Quest’ultima è un atto legislativo avente ad oggetto l’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza.Apparentemente, il provvedimento del governo di Mario Draghi si configura dunque come volto solo a tradurre, nell’ordinamento italiano, una disposizione europea dal tono peraltro abbastanza rassicurante; tutto cambia, però, quando si va ad esaminare l’atto in questione. Infatti, all’articolo 3 dell’iniziativa del governo si interviene sulla legge 5 febbraio 1992, numero 104, norma tutt’altro che secondaria dal momento che, come noto, disciplina gli interventi per tutelare e sostenere i diritti delle persone con disabilità e per agevolare e favorire la loro integrazione sociale.Per questo, oltre ai permessi sul lavoro, la 104 offre alle persone affette da grave disabilità e ai familiari agevolazioni fiscali per acquistare determinati beni, attraverso l’Iva agevolata e al detrazione Irpef per l’acquisto di auto, ma non solo; sono inoltre previsti dalla norma benefici per le utenze domestiche. Insomma, si tratta di una legge molto conosciuta proprio perché - in un’ottica sacrosanta, va detto - offre forme di aiuto alle famiglie in difficoltà. Ebbene, ora l’esecutivo guidato da Draghi sta pensando di estendere questa importante legge anche alle coppie di fatto. Il citato articolo 3 dell’atto legislativo del governo - a proposito del diritto per «il lavoratore dipendente, pubblico o privato» di fruire «di tre giorni di permesso mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa, anche in maniera continuativa, per assistere una persona con disabilità» - fa un richiamo alla legge n. 76 del 20 maggio 2016. Che, per chi non lo sapesse, è esattamente quella più cara alla senatrice Cirinnà, dato che porta il suo nome e che, in Italia, ha istituito la disciplina delle unioni civili. Considerando che «di permesso mensile retribuito» il testo della legge sulle coppie di fatto non parlava, il collegamento che invece tra la stessa e la 104 viene oggi fatto dal governo nel suo schema di decreto legislativo non è di poco conto. Finora, infatti, faceva testo la circolare Inps n. 36 del 7 marzo 2022, che effettivamente prevedeva sì per il convivente di poter prestare assistenza al partner, ma non a un parente di quest’ultimo. Cosa che d’ora in poi sarà possibile.E poi ci sono le ricadute economiche di questo provvedimento, che si annunciano pesanti. Quanto pesanti? A dirlo è sempre l’atto governativo stesso là dove, all’articolo 7, introduce una copertura per gli oneri «derivanti dagli articoli 2, 3 e 4». Ebbene, tali oneri sono stati valutati «in 40,7 milioni di euro per l’anno 2022, 42,3 milioni di euro per l’anno 2023, 43,4 milioni di euro per l’anno 2024, 44,5 milioni di euro per l’anno 2025, 45,4 milioni di euro per l’anno 2026, 46,7 milioni di euro per l’anno 2027, 48 milioni di euro per l’anno 2028, 49, l milioni di euro per l’anno 2029, 50,5 milioni di euro per l 'anno 2030 e 51,3 milioni di euro a decorrere dall’anno 2031». Dunque uno stanziamento che parte dai 40 milioni ed è destinato, tra non molti anni, a sfondare il tetto dei 50. Ora, se un provvedimento annuo da 100 miliardi suonati delle vecchie lire farebbe notizia a prescindere, è chiaro che in un momento del genere, con la pandemia in rallentamento ma non ancora terminata ufficialmente - e soprattutto con la guerra in Ucraina in corso, con tutte le ricadute economiche, in termini energetici e dunque di bollette che essa comporta per famiglie ed imprese - diventa qualcosa di estremamente rilevante. Forse anche troppo, se si pensa a quali possono essere, in queste settimane di caos, i pensieri principali degli italiani.Non serve infatti essere maghi dei sondaggi per capire che, in questa fase, di tutto sono preoccupati i cittadini fuorché di rendere più sostanziose le garanzie per le unioni civili. Anche perché se da un lato, lo si ripete, la 104 è una norma - questa sì - di civiltà, dall’altro non si può affatto escludere come la piena apertura della stessa alle unioni civili, ben più «agili» e semplici da siglare rispetto al matrimonio, possa generare possibili abusi con la registrazione non limpida, per così dire, di coppie di fatto. Ipotesi maliziose? Sfortunatamente, l’infelice esperienza del reddito di cittadinanza - con cui Luigi Di Maio annunciò d’aver «sconfitto la povertà», ma che poi si è per troppi si rivelata la sconfitta del desiderio di cercare lavoro - insegna che la prudenza non è mai troppa, quando si parla di nuove misure di aiuto. Che, in questo caso, il governo ha finora provato a far passare in sordina.
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