2021-06-15
L’«eterologa» guasta il green pass
La carta Ue per i viaggi non contempla cambi nella seconda dose. Dubbi pure su tamponi (in alcuni Paesi si pagano e ne servono fino a tre alla settimana) e durata del permesso.È arrivata ieri la firma finale delle istituzioni europee sul regolamento che istituisce il certificato digitale Covid Ue, noto anche come Digital green certificate, per facilitare gli spostamenti all'interno dell'Unione e contribuire alla ripresa economica, soprattutto turistica. L'entrata in vigore dei certificati è prevista per il primo luglio. Ma dopo l'ultima mossa del governo italiano sul richiamo Astrazeneca per gli under 60 (dovranno fare la seconda dose con Pfizer o con Moderna) potrebbero sorgere dei problemi. Perché il certificato verde Ue si basa sui vaccini approvati dall'Agenzia del farmaco europea con modalità precise di somministrazione. E l'Ema ha approvato due dosi di Astrazeneca, non la «eterologa». Uno Stato potrebbe quindi rifiutare l'ingresso con le agevolazioni del certificato verde Ue ai vaccinati con seconda dose «eterologa», che per altro ad oggi non è nemmeno prevista dai bugiardini Aifa (la nostra agenzia del farmaco) di Astrazeneca, Pfizer e Moderna.Non solo. La prima e unica dose somministrata a chi ha avuto il Covid vale come ciclo completo? Altro problema: i tamponi. Essere vaccinati non costituirà una condizione preliminare per viaggiare: tutti i cittadini dell'Ue, indipendentemente dal fatto che siano stati vaccinati o meno, godono del diritto fondamentale di libera circolazione sul territorio dell'Unione. Il sistema del certificato Ue contempla infatti tre diverse opzioni: ha diritto al pass chi è stato vaccinato con entrambe le dosi (con una nel caso del monodose J&J); chi è guarito dall'infezione e, a seguito di tampone negativo, è uscito dall'isolamento; chi è risultato negativo a un tampone molecolare o un antigenico rapido effettuato entro le 48 ore. Il problema è che in Germania i tamponi sono gratis per i cittadini, ma per i turisti non tedeschi costano dieci euro e ne serve uno ogni due giorni. In altri Paesi costano almeno il doppio. Al netto di avere la possibilità di farli, su qualche isoletta greca.Ci sarà poi un ragionamento da fare sulla terza dose che potrebbe essere necessaria per rinnovare la copertura vaccinale: «Per il green pass si parla di validità fino a nove mesi mesi dall'ultima dose, letto tra le righe significa che dopo questa scadenza qualcosa dovrebbe accadere», ha detto Luca Zaia aggiungendo che «se non sarà una terza dose penso che potrebbe esserci un nuovo vaccino».Sul fronte normativo italiano, ieri pomeriggio è circolata la bozza del dpcm sulla cosiddetta certificazione verde messa a punto in vista del prossimo cdm. Vi si legge che il green pass potrà essere scaricato via Web, attraverso il sito dedicato, ma anche attraverso le app Immuni e Io. Per i certificati già emessi da Stati o Regioni, è previsto un periodo di sei settimane perché possano essere resi compatibili con il modello Ue. Il Gateway, la piattaforma informatica Ue che rende possibile il pass e che fornisce le chiavi digitali che consentono la validità transfrontaliera, è operativo da inizio mese. Se ottenere il pass sarà un diritto, il suo utilizzo potrà però variare in qualche misura da Stato a Stato. Nella bozza si legge infine che le certificazioni rilasciate «in conformità al diritto vigente negli Stati membri dell'Unione europea sono riconosciute come equivalenti a quelle rilasciate in ambito nazionale, se conformi ai criteri definiti con circolare del ministero della Salute». Resta da capire perché per entrare in Italia i vaccinati con due dosi oggi devono fare il tampone.