
Sono iniziate ieri le votazioni per le elezioni presidenziali egiziane: votazioni che si terranno fino a domani, mentre i risultati definitivi verranno annunciati il 18 dicembre.Sono chiamate alle urne circa 67 milioni di persone e, come sottolineato da Al Jazeera, l’attenzione è focalizzata soprattutto sull’affluenza, visto che si rivelò piuttosto bassa alle elezioni precedenti. In particolare, il dossier centrale di questa tornata sembra essere rappresentato dall’economia: l’inflazione in Egitto ha infatti sfiorato il 40%. “Le stime ufficiali affermano che il 30% della popolazione vive in povertà. Le riserve estere, necessarie per ripagare i prestiti, sono quasi esaurite”, ha riferito Deutsche Welle. “Alcuni analisti affermano che le elezioni, originariamente previste per l’inizio del 2024, sono state anticipate in modo che i cambiamenti economici – inclusa la svalutazione di una valuta già indebolita – potessero essere implementati in seguito”, ha riportato inoltre Reuters. In questo quadro, il Fondo monetario internazionale ha recentemente rivelato di essere in trattative con Il Cairo per ulteriori finanziamenti nell’ambito di un prestito già esistente. Il candidato più forte, neanche a dirlo, è il presidente uscente Abdel Fattah al Sisi, che punta a ottenere un terzo mandato. Ricordiamo che fino al 2019 vigeva un limite di due mandati e che l’attuale leader egiziano ha vinto le elezioni presidenziali del 2014, per essere poi riconfermato nel 2018. In entrambi i casi, l’attuale capo di Stato è stato eletto con oltre il 90% dei voti ma a fronte di un’affluenza inferiore al 50% (47% la prima volta e 41% la seconda). È stato lo stesso al Sisi a sponsorizzare emendamenti costituzionali per abrogare questo limite e per estendere la durate del mandato da quattro a sei anni. Tutto questo, senza trascurare che, secondo varie associazioni per i diritti umani, l’attuale presidente avrebbe effettuato azioni repressive ai danni dei candidati dell’opposizione. Ovviamente il periodo pre-elettorale è stato in gran parte dominato dalla crisi di Gaza: una questione su cui l’Egitto sta cercando di svolgere un ruolo di primo piano. D’altronde, non si tratta dell’unica area di instabilità che riguarda Il Cairo. Basti pensare anche alla Libia e al Sudan. La Libia è un Paese spaccato tra due governi rivali, dove il rischio di una nuova guerra civile è dietro l’angolo. In Sudan la guerra civile è invece in corso dallo scorso aprile tra le forze dell’esercito e i paramilitari delle Rsf. Dall’altra parte, non va trascurato che Il Cairo intrattiene rapporti tutt’altro che blandi con la Russia e con la Cina: il che rappresenta potenzialmente un problema per l’Unione europea e per il fianco meridionale dell’Alleanza atlantica. Tutto ciò mostra la centralità dell’Egitto nello scacchiere mediorientale e nordafricano. Un elemento che potrebbe avere degli impatti sull’esito delle elezioni in corso.
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Una donna aggredita alle 9 nella frequentatissima piazza Gae Aulenti. Il colpevole arrestato in serata: la sorella l’aveva riconosciuto nel video diffuso dai carabinieri. Dieci anni fa aveva compiuto un atto simile.
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Da Guttuso a Fontana, passando per De Pisis e Vedova, allo Spazio Arca di Vercelli un’inedita mostra (sino all’11 gennaio 2026) racconta l’Espressionismo italiano attraverso un nucleo significativo di opere realizzate tra il 1920 e il 1945 e appartenenti alla sezione storica della collezione Giuseppe Iannaccone. Tra capolavori noti e lavori mai esposti prima, in mostra anche una giovane voce dell'arte contemporanea: Norberto Spina.
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Dal Piemonte alla Campania, dal Lazio alla Sicilia, il nostro Paese è il secondo produttore al mondo dopo la Turchia, anche se il 2025 è stato un anno critico. Ottime da mangiare così come sono (meglio se non le spelliamo) oppure per farne creme e liquori.
José Altafini (Ansa)
Il campione: «Le squadre fanno 300 passaggi davanti all’area, è terribile. La Premier è tutto un altro sport. Un giovane deve giocare 4-5 partite di fila, anche se sbaglia. Il Napoli è fortissimo, ma l’Inter lo è di più».






