2024-05-12
«L’avanzata su Kharkiv sembra un diversivo, lo zar vuole l’Ucraina del Nord»
Vincenzo Camporini (Imagoeconomica)
L’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Vincenzo Camporini: «Putin punta all’oblast di Sumy e approfitta dei ritardi negli aiuti occidentali. Minsk per ora sta a guardare».Come va interpretata l’offensiva russa contro Kharkiv? A che cosa sta realmente puntando Vladimir Putin? Per cercare di fare chiarezza su questa delicata questione, La Verità ha deciso di intervistare l’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare e della Difesa, il generale Vincenzo Camporini, candidato alle prossime elezioni europee nelle file di Azione.Generale, qual è secondo lei il senso strategico dell’offensiva russa contro Kharkiv?«Qualche tempo fa, a seguito di alcuni referendum farlocchi, Putin ha dichiarato quel territorio come facente parte della Russia. E quindi sta cercando di reimpossessarsi delle aree che dichiara sue, anche se sono sotto controllo ucraino. Questo è il senso politico-strategico dell’operazione. Non ne vedo altri, se non appunto la volontà di acquisire una postura militare di dominio in quella regione». Secondo il think tank Isw, Putin, in questo momento, non punterebbe alla conquista della città di Kharkiv ma starebbe cercando di attuare una manovra diversiva, attirando in quell’area l’attenzione dell’esercito ucraino, per aggredire altre zone per lui di maggiore interesse. Lei ritiene plausibile questa interpretazione? Quali altre aree potrebbe attaccare la Russia nelle prossime settimane?«L’ipotesi dell’Isw è assolutamente ragionevole. È chiaro che riguardo alle risorse militari l’Ucraina è attualmente in difficoltà e che, per contrastare una puntata offensiva nell’area di Kharkiv, Kiev deve necessariamente assottigliare ulteriormente le sue difese altrove. Ora, dove può puntare in questo momento Putin? In generale verso il fronte Nord e si può ipotizzare l’oblast di Sumy, mentre Kharkiv è in un settore più centrale. In realtà, tutto il fronte che attraversa il Donbass è abbastanza fragile. Quindi è ragionevole che voglia attirare le truppe ucraine per poter puntare ad altre zone di rottura. Per mettere nel mirino altri luoghi di rottura però bisogna accumulare le risorse necessarie: cosa di cui non ho informazione. Certamente con le risorse satellitari e con quelle della ricognizione con droni è possibile verificare se ci sono concentrazioni di truppe e di mezzi russi in altre zone. Però non ho informazioni al riguardo, non voglio fare alcun tipo di previsione».Lei ipotizza che la Russia possa concentrarsi sull’area settentrionale dell’Ucraina. Qualora ciò dovesse accadere, ritiene che sia possibile un coinvolgimento militare della Bielorussia?«Sono molto scettico al riguardo perché Alexander Lukashenko è stato estremamente cauto finora nel farsi coinvolgere in tutta questa operazione. Ha accettato inizialmente che le truppe russe passassero attraverso la Bielorussia per l’attacco a Kiev. Però non risulta che abbia dato alcun tipo di appoggio diretto. C’è un sostegno di tipo politico. Tuttavia la storia recente della Bielorussia ci dice che Lukashenko deve stare molto attento a evitare di perdere consenso all’interno del Paese. E sappiamo tutti quanto il consenso possa essere fragile».Il Congresso americano ha approvato recentemente un nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev. C’è chi dice che Putin starebbe conducendo l’offensiva a Kharkiv anche per sfruttare la finestra di opportunità nel periodo in cui questi aiuti non sono ancora arrivati integralmente. Ritiene che sia una lettura plausibile? E quali sono le tempistiche per l’arrivo degli aiuti sul campo di battaglia?«La finestra d’opportunità sicuramente c’è stata. Quando lei mi chiede i tempi necessari per i rifornimenti, secondo me sono molto brevi. È chiaro che l’amministrazione americana, mentre si decideva la sorte di questo voto al Congresso, non è rimasta con le mani in mano. Non ho elementi concreti da portare, ma non ho dubbi che questi rifornimenti erano pronti per essere spediti, per essere inoltrati con dei canali consueti. Credo quindi che questi rifornimenti stiano già arrivando agli ucraini. E se non stanno arrivando adesso arriveranno nei prossimi giorni, chiudendo questa finestra di opportunità che comprensibilmente i generali di Putin stanno cercando di sfruttare».Secondo lei, Putin punta ancora a conquistare Kiev e ad abbattere il governo Zelensky oppure ha recentemente rivisto al ribasso gli obiettivi politico-militari della sua invasione dell’Ucraina?«A livello politico, credo che non abbia affatto abbassato i suoi obiettivi. La volontà di installare a Kiev un governo amico credo che sia indubitabile e che sia rimasta alla radice dell’impegno militare russo. È chiaro che le condizioni sono tali per cui questo impegno politico poi si scontra con altre realtà. Un Paese come l’Ucraina che ha dimostrato questa volontà di resistenza, anche nel momento in cui ci fosse un governo amico di Mosca, avrebbe una popolazione nemica. Sarebbe quindi necessario un controllo del territorio che francamente non credo che la Russia oggi possa permettersi. Un’area come l’Ucraina, per avere un controllo effettivo, richiede almeno mezzo milione di uomini presenti sul terreno. Cosa che mi sembra al di là della capacità delle forze armate russe. Dobbiamo iniziare a pensare a che cosa potrebbe accadere in Georgia e Moldavia, dove certe istanze vengono sostenute da forze politiche amiche di Mosca».La minaccia nucleare di Putin è credibile?«Se voglio acquisire il controllo di un territorio, non lo rendo inabitabile con l’uso dell’arma nucleare. Stiamo parlando di qualcosa fuori da qualsiasi logica. La storia ci dice che a volte la logica non guida i governanti. Sarebbe tuttavia una mossa folle e controproducente. Secondo me non c’è nessuna possibilità che venga impiegata l’arma atomica».
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