2020-01-03
Johnson tra Omero e Shakespeare. Altro che «ignoranza sovranista»
Il premier britannico, malgrado l'aspetto esuberante, ha in realtà un solidissimo retroterra culturale. Sa recitare l'«Iliade» in greco antico, a memoria, e ha in cantiere un saggio sull'autore dell'«Amleto».«Brexit: hanno scelto i vecchi ignoranti», titolava nel 2016 Linkiesta, in uno dei tanti articoli usciti in quel periodo in cui l'ennesimo risultato elettorale imprevisto veniva ricondotto a mancanza di cultura, grettezza e miopia dell'elettorato popolare. Che il principale artefice della Brexit, ovvero il premier britannico Boris Johnson, sia ignorante, tuttavia, è cosa insostenibile anche per il più viscerale difensore delle élite globaliste. Per capirlo basta rivedersi su Youtube un video del 2013 che nei giorni scorsi, per via di uno dei classici meccanismi virali della Rete, è tornato a girare molto: quello in cui l'allora sindaco di Londra recita a memoria e in greco antico i primi 42 versi dell'Iliade. Avete presente? «Cantami, o diva, del pelide Achille l'ira funesta che infiniti lutti addusse agli achei…». Solo che in italiano, o in inglese, è relativamente facile, se si hanno studi classici alle spalle. Provate invece a farvi ritornare in mente «Ménin àeide theà peleiàdeo Achilèos…». Boris Johnson lo sa fare e vederlo all'opera è come assistere a una vera forza della natura, non solo per la memoria prodigiosa, ma anche per la capacità di dare un senso alle parole che pronuncia. Il video, girato a un festival letterario di Melbourne, ci mostra un aspetto di questo conservatore spettinato che gli inglesi hanno ben presente, mentre la pigra opinione pubblica occidentale tende a trascurare, ovvero la sua profonda cultura e, in particolare, il suo amore per gli studi classici coltivati sin dall'università di Oxford. Nel 2011, sul Mail On Sunday, Boris aveva persino stilato la sua personalissima top ten degli autori greci. Che era la seguente: Omero, Esiodo, Archiloco, Saffo, Simonide, Pindaro, Sofocle, Pericle, Platone, Aristotele (come si vede, alcune scelte sono scontate, mentre altre, come Archiloco o Simonide, denotano una sensibilità non banale). Di ogni autore, Johnson citava almeno un verso, commentandolo e, dove possibile, attualizzandolo. Come quando, citando Esiodo, ne approfittava per denunciare il consumismo. L'amore del premier britannico per l'Ellade non è solo rivolto al passato: una ventina di anni fa, suo padre, Stanley, acquistò una casa in Grecia. Quanto all'altro pilastro del mondo antico, ovvero Roma, giova ricordare che, nel 2006, Johnson le dedicò un libretto tradotto anche in italiano e intitolato Il sogno di Roma, proponendo, e questo è significativo, l'Urbe come esempio di quello che l'Europa avrebbe dovuto essere e non è riuscita a diventare. Il che illumina anche in una luce differente le sue successive polemiche contro l'organismo di Bruxelles, forse non totalmente riconducibili a un mero ripiego sciovinista su se stessi. La cultura di Johnson, tuttavia, va al di là del mondo classico. Al suo attivo, il politico inglese ha anche altri libri, come ad esempio The Churchill Factor, una biografia dello statista che guidò il Paese durante la Seconda guerra mondiale. Resta invece sospesa la pubblicazione di Shakespeare: the riddle of genius, un libro annunciato già nel 2016 e poi eternamente posticipato a causa degli eventi politici che hanno avuto Johnson come protagonista. Attualmente Amazon dà in uscita il libro - definito dall'editore Hodder & Stoughton come un saggio «semplice e leggibile» su una «vera icona britannica» - ad aprile 2020. La casa editrice ha tuttavia fatto capire che la pubblicazione del volume sia stata rimandata a data da destinarsi. È invece uscito nel 2004 Seventy-Two Virgins, in cui Johnson si è cimentato anche con la narrativa, diventando il terzo premier britannico ad aver scritto un romanzo, dopo Benjamin Disraeli, che ne scrisse 17, e Winston Churchill, che nel 1900 aveva fatto uscire il suo Savrola. Le 72 vergini del titolo sono ovviamente quelle che, nell'islam, accoglieranno nell'aldilà i martiri della jihad. La trama è la seguente: un gruppo islamico programma un attentato a Westminster durante una visita del presidente degli Usa. La situazione verrà salvata da Roger Barlow, un deputato tory che gira in bicicletta ed è noto per i capelli arruffati e le citazioni classiche. Ogni riferimento è chiaramente voluto. Il romanzo è stato attaccato per via dei suoi presunti riferimenti «sessisti», «razzisti» e «islamofobi», nonché per il modo caustico con cui tratta i francesi. Ancora recentemente, l'Indipendent è tornato sul romanzo, passato piuttosto inosservato al momento della sua prima uscita, sottolineando tutte le descrizioni delle minoranze etniche nel testo giudicate sconvenienti. I musulmani kosovari hanno per esempio «nasi uncinati» e di una giornalista dal nome asiatico, Johnson dice che «dal momento in cui si era presentata, Barlow la temeva. La temeva come i soldati britannici sulla frontiera nord-occidentale una volta temevano le figlie afgane, i loro coltelli e la loro tradizionale competenza nel tagliare un essere umano vivo». A quanto pare, Johnson maneggia le cautele del politicamente corretto con la stessa disinvoltura con cui usa il pettine.
Pedro Sánchez (Getty Images)
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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