2023-02-09
Il candidato ad di Ita trattava l’acquisto della «nuova» Alitalia con l’uomo Benetton
Nel riquadro, Joerg Eberhart (Ansa)
Il nome di Joerg Eberhart era spuntato nelle intercettazioni pubblicate da «La Verità». Giovanni Castellucci giocava su più tavoli: Lh e Air France.Aumenta il traffico tedesco sulla pista di Ita Airways. Almeno a giudicare dalle indiscrezioni rilanciate ieri dal quotidiano Handelsblatt secondo cui «al secondo tentativo, Lufthansa potrebbe riuscire nell’acquisizione della compagnia italiana», i piani sono già «in fase avanzata» anche perché l’ex Alitalia perderebbe fino a 1,5 milioni al giorno. Si discute già su chi affidare la guida quando Lufthansa avrà completato l’acquisizione del 40%, ed ecco spuntare due nomi: l’ex numero uno di Air Dolomiti, Joerg Eberhart, dato per favorito come nuovo amministratore delegato e un ex manager di Edelweiss, Alain Chisari, in pole per gestire il rilancio commerciale. A farli, sempre ieri, in un trafiletto apparso nelle pagine economiche, è stata La Repubblica. Eberhart viene definito «un tedesco innamorato dell’Italia» che «per anni ha studiato l’acquisizione di Alitalia per conto di Lufthansa. Per sette anni e nove mesi ha pilotato Air Dolomiti, la compagnia con base a Verona che è sempre proprietà di Lufthansa. Oggi è il capo delle strategie di Lufthansa e tuttora vive a Verona. Da qui si sposta a Roma perché guida la delegazione che tratta l’acquisizione di Ita con il nostro ministero dell’Economia». Ieri «fonti vicine al dossier», hanno precisato all’agenzia Ansa che «è troppo presto al momento per fare nomi sul futuro management di Ita» e che quelli «che si fanno ora sono solo speculazione». Al netto delle assai timide smentite, c’è un dettaglio che non è stato citato da Repubblica e che forse è, invece, opportuno ricordare. A fine dicembre del 2020 La Verità si stava occupando delle carte dell’inchiesta sul crollo del ponte di Genova. Dagli atti erano spuntate le manovre dell’ex amministratore delegato di Atlantia, Giovanni Castellucci, per proporsi al vertice della nuova Alitalia mostrandosi quasi come l’«uomo all’Avana» dell’allora ministro grillino dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. In particolare, tra le intercettazioni, veniva riportata una conversazione telefonica avuta il 25 ottobre 2019 proprio tra Joerg Eberhart, al tempo ancora ad Air Dolomiti, e Castellucci. Facciamo una premessa: in quei giorni il manager italiano, abbandonato da poco il timone di Atlantia, aveva affidato a Eberhart un messaggio da portare a Carsten Spohr, ad della controllante Lufthansa, candidandosi a presidente «con deleghe» della nuova Alitalia, nel caso la compagnia tedesca fosse entrata, al posto di Delta, nella cordata con Atlantia. I due iniziano a ragionare su un possibile incontro a Roma con Spohr nelle settimane seguenti. Passa qualche mese e il 9 gennaio 2020 Bernard Spitz (amministratore indipendente della compagnia e presidente del Polo internazionale ed europeo di Medef, l’organizzazione francese degli imprenditori) chiama Castellucci per commentare un duro articolo uscito su Le Monde sul ritiro dei candidati partner di Alitalia «ancora alle prese con una profonda crisi» in cui vengono citati sia Eberhart sia Atlantia. Castellucci definisce quella dell’articolo «una visione esterna» spiegando che il governo «ha una soluzione completa con il capitale, qualcuno che se ne occupi sai, ma altrimenti sono pronti a lanciarsi in un accordo commerciale con Lufthansa fatto dal Commissario aspettando che arrivi effettivamente l’investitore». Poi comincia a vantarsi «perché sfortunatamente sono io che ho convinto il governo sul fatto che Lufthansa è la migliore e quando l’ho convinto l’accordo era che Lufthansa doveva investire… io sono uscito». Spitz anticipa a Castellucci che il giorno successivo avrebbe potuto parlare con Benjamin Smith, ad di Air France-Klm, della trattativa con Lufthansa e nel caso rimandare a un incontro da fare a Parigi. «Prima con me e poi con il ministro», gli precisa però Castellucci. Insomma, prima i vertici francesi devono incontrare lui e poi Patuanelli. A metà gennaio, in una telefonata con il direttore commerciale di Air France-Klm, Angus Clark, Castellucci racconta che a settembre 2013 Roberto Colaninno e Gabriele Del Torchio (al tempo presidente e ad della compagnia di bandiera), «andarono dal signor Letta (Enrico, ndr), l’ allora primo ministro, dicendo di non avere il denaro per pagare gli stipendi alla fine del mese». Castellucci ricorda anche che Letta lo chiamò «per chiedermi di aiutarlo a trovare un’alternativa evitando la bancarotta, perché non poteva spendere denaro pubblico per quell’assurdo accordo». Castellucci mette dunque a frutto i contatti con il governo che «è stato molto colpito dalla qualità dell’offerta commerciale di Lufthansa», dice al manager di Air France. Aggiungendo però la sua opinione personale: «Loro offrono molto meno di quanto dovrebbero» e per questo «ciò che ho detto al ministro è: guarda, l’attuale offerta di Lufthansa è bassa».A quasi tre anni di distanza Lufthansa punta a una quota di minoranza del 20-40% di Ita, ma vuole anche mantenere aperta l’opzione di rafforzare il pacchetto azionario in un secondo momento. Nel frattempo, la cloche della compagnia verrebbe affidata a Eberhart, il «messaggero» di Castellucci nell’ottobre 2019.