2023-03-04
Dopo mesi di apartheid vaccinale l’Iss scopre: sbagliato discriminare
L’ente twitta un disegno molto inclusivo su razza, religione, handicap fisici. Dimenticando quando praticava selvagge e feroci ingiustizie fisiche e morali nei confronti di cittadini comuni e medici contrari alla puntura.No, non è uno scherzo: è tutto tragicomicamente vero. Potete verificare voi stessi, se avete accesso a Twitter, e se andate a cercare l’account ufficiale dell’Istituto superiore di sanità (@istsupsan). Troverete in bella evidenza un tweet accompagnato dall’hashtag #ZeroDiscrimination. Sospettate di che si tratta? Siete dunque già avvelenati prima di sapere il resto della storia? Aspettate, perché il bello (si fa per dire) deve ancora venire. In occasione (sì, esiste…) della Giornata mondiale contro la discriminazione, anche l’Iss partecipa e si mobilita. E ce lo fa sapere sui suoi canali social. Intanto ecco una sommaria descrizione del disegnino politicamente correttissimo che accompagna il tweet. Sono raffigurati quattro dottori (si intuisce dal fatto che indossino tutti un camice), due uomini e due donne, uno di pelle scura, uno di pelle bianca, un’altra coperta da un velo, un’altra ancora portatrice di una protesi a una gamba. E così siamo a posto sulla razza, sulla religione, sugli handicap fisici. Sopra questo quadretto, campeggia il testo, che immaginiamo sia il frutto di una tempesta dei migliori e più empatici cervelli creativi. Ecco qua. Un nastro giallo antidiscriminazione (in questi casi non manca mai un aggeggio da indossare, anzi chi non lo esibisce è chiaramente una brutta persona) introduce il primo pensierino: «La discriminazione ha un forte impatto sulla salute delle persone». Poi l’emoticon di un abbraccio accompagna la seconda frasetta: «I segni che lascia su chi la subisce possono durare tutta una vita, condizionandone relazioni sociali, lavoro, benessere psicofisico». Infine, una mano aperta a significare contrasto: «Va contrastata senza remore, con forza, ogni giorno». Insomma, una stentorea presa di posizione contro ogni forma di discriminazione. A Oxford (o forse a Cambridge, non ne siamo sicuri) direbbero a questo punto: ma ci stanno forse prendendo per il culo? La risposta è: sì. E lo fanno senza ritegno, avendo disattivato i freni inibitori. Usciamo da un un triennio in cui (sintetizzo), oltre a chiuderci in casa come e quando volevano, oltre a impedirci di tenere la mano ai nostri cari ricoverati che se ne andavano, facendoli morire come cani abbandonati, le istituzioni italiane hanno praticato una selvaggia e ferocissima discriminazione nei confronti dei cittadini italiani contrari alla vaccinazione.I reprobi (anche qui, semplifico per esigenze di brevità) sono stati: privati di lavoro e stipendio (personale sanitario incluso), fatti scendere dai bus, isolati a scuola dai loro compagni di classe, trattati nei giorni pari da untori e nei giorni dispari da minorati mentali, offesi a reti e testate quasi unificate, fatti oggetto di un’autentica apartheid fisico e morale. E adesso - oplà - dovrebbe essere tutto condonato, dimenticato, digerito. Anzi: dovremmo considerare come una cosa normale il fatto che partano campagne per spiegarci che discriminare e isolare qualcuno non va bene, non si fa, con tanto di ditino alzato. Peccato che quello stesso dito, in epoca di greenpass, sia stato implacabilmente puntato contro i dissenzienti, trattati più o meno come i dissidenti rispetto a un regime. Giova sempre ricordare che nessun Paese al mondo ha impedito ai non vaccinati di lavorare e portare il pane a casa. È accaduto solo qui. E ora, fischiettando allegramente, le istituzioni italiane ci catechizzano invitandoci all’empatia. I vecchi comunisti, per giustificare svolte e capriole politiche, usavano la formula «è cambiato il contesto». Più di recente, la grillina Paola Taverna, chiamata a rispondere sugli insulti indirizzati per anni dai pentastellati al Pd, prima di allearvisi, mormorò: «Era un momento differente». Ecco, dev’essere quello che avranno pensato pure i creativi della pubblicità dell’Iss. Chissà come mai, però, gli utenti della rete non l’hanno presa benissimo, e il tweet è stato bersagliato da una sassaiola di risposte violentissime. Per brevità, ne riportiamo solo alcune, ma si tratta di una microrassegna eloquente: «Il bue che dà del cornuto all’asino» (@strange_days_82), «Pagliacci» (@fracchio_2), «Vergognatevi per il resto dei vostri giorni, buffoni» (@sportnegato), «Voi che avete avallato il greenpass con il quale le persone sono state discriminate venite a farci la morale sulla discriminazione?» (@valy_s), «Ma siete seri, ipocriti?» (@laveritvera1), «I risarcimenti quando?» (@76pier).La risposta già la immaginiamo: «Ecco i soliti no vax che insultano». Ah sì? C’è qualcuno che si prepara a liquidare così queste obiezioni? Se non ci venisse insieme da piangere e da ridere, potremmo replicare: «Ma questa è discriminazione…».
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Ansa
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