2023-04-19
Isola d’Elba alle urne per l’aeroporto
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L'aeroporto dell'isola d'Elba-Marina di Campo (IStock)
Il prossimo 23 aprile il Comune di Campo ha organizzato un referendum affinché i residenti possano decidere del futuro dello scalo, se ingrandirlo, permettendo a velivoli più grandi di accedervi, oppure se lasciarlo così.Chissà che cosa penserebbe Teseo Tesei (1909-1941), maggiore del Genio navale della Regia Marina, inventore e medaglia d’oro al valor militare, dell’aeroporto che gli è stato intitolato, quello di Campo nell’Elba, il piccolo scalo dell’isola che ha da sempre una vocazione turistica ma una pista di 1200 metri, troppo pochi per ospitare le operazioni di grandi aeroplani, ma abbastanza per i commuter da 19 posti e dagli aeroplani di aviazione generale. Probabilmente oggi Teseo voterebbe no al referendum che il prossimo 23 aprile il Comune di Campo ha organizzato affinché i residenti possano decidere del futuro dell’aeroporto, se ingrandirlo, permettendo a velivoli più grandi di accedervi, oppure se lasciarlo così, perché in fondo l’idea di maggior rumore prodotto dai motori a reazione non è esattamente quanto chi abita nei dintorni vorrebbe dover sopportare, ora che, al massimo, arriva qualche bimotore a pistoni, qualche piccolo turboelica o executive. Perché oltre all’abitato di Campo, la pista è molto vicina alla spiaggia di Marina di Campo, tra le più amate dai turisti. Sia chiaro, l’aeroporto è lì dal 1963 ed è l’unica pista presente sull’isola; quindi ha una funzione fondamentale per garantire il collegamento con la terraferma, soprattutto quando i trasporti hanno il carattere d’urgenza e di emergenza. Ed è la base dell’antincendio.La società che gestisce però sostiene che se la pista non viene allungata, portandole quindi nuovi clienti, c’è il rischio che lo scalo chiuda perché nonostante il carburante sia venduto a un prezzo alto (oltre tre euro al litro, in Corsica quasi a un euro in meno), il traffico di aviazione leggera non è sufficiente per mantenere la gestione della struttura. Non della pista in sé, che in quanto unico scalo dell’isola dovrebbe essere considerato strategico dal punto di vista di approdo che evita l’isolamento, e quindi uscire dalla logica mercantilistica che oggi viene applicata a tutti gli aeroporti di pari categoria. C’è poi una questione urbanistica: per poter realizzare una pista più lunga non basterebbe chiudere quella esistente per un certo periodo, bensì sarebbe necessario compiere alcune modifiche alla viabilità, alla rete idrica e pluviale, fors’anche espropriare alcuni immobili. E fa sorridere il fatto che nessuno prenda minimamente in considerazione il fatto che almeno in estate sarebbe possibile raggiungere l’isola a bordo di idrovolanti come avviene alle Maldive, mezzi che oggi sono modernissimi e che, volendo vedere, ai tempi di Teseo Tesei erano il fiore all’occhiello della produzione nazionale.La riflessione sul futuro dello scalo è importante soprattutto per gli abitanti dell’isola: è vero che ormai è una meta del turismo di massa nazionale, ma è altrettanto vero che non potrebbe sostenere numeri turistici da Ibiza o Minorca, e ovviamente neppure lo stesso numero di aeromobili, che certo farebbero la fortuna della società di gestione prima che di tutti gli altri. Nella storia dello scalo l’anno record del traffico passeggeri fu il 2015, con circa 20.000 transiti (fonte Enac), ma poi tutte le compagnie che vi hanno operato, per varie ragioni si sono ritirate. Ma è una cifra insignificante se paragonata ai milioni di passeggeri portati dai traghetti, e seppure all’Elba potrebbe essere applicato il regime di continuità territoriale, un allungamento della pista rischia di provocare più danni che vantaggi. A meno di non porre comunque una limitazione alle dimensioni dei velivoli ammessi, fermandosi magari ai bi-turboelica come gli ATR-72 usati per traffico interregionale, quindi proprio con 72 posti a sedere e 4 di equipaggio. Certamente con la pista più lunga la spiaggia verrebbe sorvolata a una quota maggiore, ma il vento e l’orografia del terreno sono tali che con quegli aeroplani si potrebbe utilizzare soltanto una sola direzione di pista, ovvero verso il mare.La società Alatoscana (51% della Regione Toscana) vede la possibilità di portare passeggeri dai Paesi esteri (Germania, Austria, Svizzera in primis), ma è altrettanto vero che tale traffico costringerebbe a limitare quello aero turistico e la popolazione a sopportare un livello di rumore molto maggiore di quello attuale. E che quindi si tratterebbe di una vera scommessa con le sole certezze della pesante modifica paesaggistica locale. Come finirà? Difficile a dirsi, tuttavia l’evoluzione tecnologica oggi ci sta portando verso aeromobili migliori, convertiplani (che decollano in verticale e sono veloci come aeroplani) e persino i taxi volanti, che seppure elettrici, da Portoferraio riuscirebbero ad arrivare ovunque sull’isola. E se proprio si vogliono investire dei soldi, meglio migliorare le strade piuttosto che spostarle, magari risolvendo i problemi di dissesto idrogeologico ben noti nella zona. E su questo crediamo di sposare il parere del sindaco di Campo dell’Alba Davide Montauti, che dai social fa sapere di «non accettare ultimatum e scelte obbligate che arrivano calate dall’alto». Di parere contrario alcune associazioni di albergatori e i sindaci di comuni lontani da campo, la sezione locale del Partito democratico, e l’ex sindaco di campo nell’Elba Lorenzo Lambardi. C’è persino una petizione per l’allungamento della pista, alla quale sono state invitate ad aderire le associazioni dei piloti sportivi, che considerano l’Elba una destinazione meravigliosa. Lo spauracchio, ovviamente, è la possibilità di rinuncia a gestire l’aeroporto da parte di Alatoscana, con il pericolo della chiusura. Ma da aviatore, la logica vorrebbe spingere gli elbani a costituire una loro società e a prendere in gestione il Teseo Tesei, decidendo chi e come deve raggiungere casa loro. In Francia e in molte altre nazioni si fa così: a gestire l’aeroporto è la camera di commercio locale.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.