2024-11-04
Ira Valencia: fango sul re, Sánchez bastonato
Il re di Spagna Felipe e la regina Letizia visitano il centro di emergenza di l'Eliana (Ansa)
Felipe VI e consorte duramente contestati con insulti e lancio di oggetti. Distrutti i vetri dell’auto del premier. Sale la conta dei morti: sono almeno 217. Permane l’allerta meteo. Macché le dighe non servono: quella romana costruita 2000 anni fa ha salvato Almonacid.Sale a 217 (di cui 213 nella sola provincia di Valencia) il bilancio delle vittime dell’alluvione che ha colpito settimana scorsa le zone meridionali e orientali della Spagna. Numero purtroppo destinato ad aumentare ulteriormente, dal momento che i giorni passano e i dispersi sono ancora oltre 1.000. La rabbia dei cittadini è tanta, e non ha risparmiato nemmeno i reali di Spagna, Felipe VI e la moglie Letizia, in visita ieri nelle aree colpite insieme con il premier Pedro Sánchez e il presidente della Generalitat Valenciana Carlos Mazón. Arrivati a Paiporta, cittadina a Sudovest di Valencia, la loro sfilata è stata accompagnata da grida ingiuriose («Assassini, assassini!», «Fuori, fuori!») e lanci di fango, tant’è che il re e la sua consorte hanno annullato il successivo impegno a Chiva. Le pesanti reazioni della folla hanno particolarmente scosso Letizia, ripresa in lacrime da alcune telecamere. Il primo ministro Sánchez è stato colpito alle spalle da quello che nei filmati sembra essere un bastone. Sul web si circolano anche i video della sua macchina che, al momento di andare via, è circondata da persone che lo insultano, gli urlano di dimettersi e attaccano il veicolo, distruggendone i vetri. «Voglio esprimere tutta la solidarietà e il riconoscimento dell’angoscia e della sofferenza patite dalle popolazioni», ha dichiarato il premier iberico una volta giunto al Centro di emergenze della Comunità di Valencia, ma «condanno ogni tipo di violenza». Secondo quanto riportato, tre persone della sua scorta e di quella della casa reale sono rimaste ferite in maniera lieve in seguito alle contestazioni.Intanto, è stato reso noto che ci vorranno almeno 36 ore per drenare il parcheggio del centro commerciale Bonaire ad Aldaya, definito nei giorni scorsi dai sommozzatori «un cimitero». Il sindaco della cittadina, Guillermo Luján, ha denunciato che finora «non è arrivato nemmeno un briciolo di aiuto dalle istituzioni». Altre 20 persone almeno sono rimaste intrappolate nel parcheggio del supermercato Consum di Benetusser, vicino a Valencia. I militari dell’Unità di emergenza dell’esercito sono riusciti a entrare dopo 48 ore di lavoro per aspirare acqua e fango. Nelle numerose auto all’interno, ci si aspetta di trovare dispersi rimasti bloccati in seguito all’esondazione della riva sud del fiume Turia.Altri 5.000 militari hanno raggiunto le zone colpite, per un totale di 7.500 membri dell’esercito dispiegati sul territorio. A questi si aggiungono 5.000 fra agenti di polizia e guardia civile mobilitati dal ministero dell’Interno e i 5.000 già presenti sul territorio. Le autorità hanno reso noto che l’elettricità è stata ripristinata per il 94% delle utenze, ma 7.000 persone sono ancora senza aiuto e migliaia senza acqua. Cresce inoltre il rischio infezioni. Il dipartimento della regione di Valencia ha diramato un allarme invitando i residenti a prestare attenzione all’acqua e al cibo ingeriti, in quanto potenzialmente contaminati da patogeni come escherichia coli, salmonella e shigella. Il maltempo, nel frattempo, non dà tregua alle popolazioni colpite. Ieri alle 9 è stata annunciata l’allerta arancione sulla costa di Valencia e nella parte settentrionale di Castellon, dove le precipitazioni potrebbero raggiungere i 150 litri per metro quadrato in 12 ore. Solo nel comune valenciano di Carcaixent sono caduti 41 litri per metro quadro in quattro ore. Nella mattinata di ieri, inoltre, l’autorità meteorologica spagnola, Aemet, ha dichiarato l’allerta rossa nella provincia di Almería, nella regione dell’Andalusia. L’allerta è stata poi declassata a gialla e l’allarme revocato, con precipitazioni previste pari a 20 litri per metro quadrato all’ora. «Restiamo molto attenti alla situazione nel resto del Levante», si legge nel comunicato. «Nel pomeriggio-notte potrebbero verificarsi rovesci molto forti, soprattutto nella Comunità Valenciana e nel sud della Catalogna». In allerta arancione o a rischio significativo rimangono Murcia, la costa di Castellón e la costa di Tarragona.Tra le persone colpite, evidentemente, il tentativo di relegare le cause di questi tragici avvenimenti al solo cambiamento climatico non convince. La rabbia dei cittadini, ben documentata dagli episodi di ieri nel Valenciano, dimostra che per l’opinione pubblica esistono delle responsabilità politiche e non si possa scaricare tutto sull’inquinamento umano. Un video pubblicato ieri da Corriere Tv mostra una diga costruita oltre 2.000 anni fa dai romani che dirotta torrenti d’acqua su una collina, a pochi metri dalle case in Aragona, nel Nordest della Spagna. Grazie a essa, nessun danno è stato registrato nell’adiacente cittadina di Almonacid de la Cuba. Immagini che fanno riflettere, specialmente se paragonate a quanto scritto ieri su queste pagine da Fabio Dragoni, il quale riportava come in Spagna, seguendo una direttiva Ue del 2000, siano stati fatti dei lavori per il ripristino morfologico del fiume Turia - tra cui la rimozione di una diga - aumentando la portata di 1,2 metri cubi. Lo stesso fiume che, esondando, ha generato la devastazione a cui assistiamo da giorni.
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