2025-08-19
Ipotesi: «congelare» la commissione. Ma cresce l’imbarazzo per Schillaci
Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite
Nel governo e in Fdi, che aveva indicato il ministro, il malumore resta altissimo. Farmacisti, medici e dirigenti all’assalto per ottenere posti nel nuovo comitato. Matteo Bassetti: «Se la politica ci riprova troverà davanti un muro».Difficile uscire dall’angolo cieco in cui si è messo da solo il ministro della Salute Orazio Schillaci. Tutti sono d’accordo sul fatto che la sua gestione delle nomine Nitag (gruppo nazionale di consulenza sui vaccini) è stata quantomeno maldestra. Ad esser gentili. Schillaci ha infilato un errore dietro l’altro, le cui ricadute purtroppo sono irrimediabili perché, permettendo ai virologi di porre un veto su nomine fatte dalla politica, si è mostrato debole e manipolabile in un momento in cui sulla sanità non possiamo permetterci di sbagliare nulla. Ha perso autorevolezza e credibilità facendo pensare che basta alzare un po’ di polverone per ottenere ciò che si chiede. Inevitabilmente adesso tutti si sentono in diritto di esigere qualcosa e il circo è appena iniziato.L’imbarazzo all’interno del partito che lo ha scelto, Fratelli d’Italia, c’è e non si può negare. È la prima volta che il premier Giorgia Meloni si dice «delusa e irritata» a causa di un suo ministro e tra i suoi non è la sola a pensarla così. D’altronde l’errore più grave è stato quello di non confrontarsi con il partito. Ma nonostante questo Meloni resta coerente, non chiederà di presentare dimissioni, così come non lo ha fatto in altre occasioni perché la squadra di governo deve arrivare a fine mandato. Come da lei chiarito più volte. Nessuno gli chiede di dimettersi, ma nessuno glielo impedirebbe. Ipotesi remota: a quanto pare il ministro della Salute non ha alcuna intenzione di dimettersi. I danni però sono stati fatti e sarà molto difficile rimediarli.La verità è che di questa commissione si sapeva nulla fino a pochi giorni fa. È un organo consultivo, non è essenziale, eppure le indecisioni e le insicurezze di Schillaci l’hanno fatto diventare uno strumento politico enorme, un nuovo pretesto per mettere in difficoltà l’esecutivo, e creare spaccature ormai superate all’interno della maggioranza. La scelta di Schillaci, anzi le scelte, non sono state concordate. Una leggerezza grave, frutto dell’ingenuità di un tecnico al quale è mancata sensibilità politica. Cedere alle pressioni dei virologi, insomma, è stato un harakiri politico e ora la sua posizione è insostenibile. Per il momento ha congelato il Nitag, ma qualunque mossa diverrebbe oggetto di ricatto. Se nominasse altri due consulenti vicini al re delle virostar, Roberto Burioni e soci, gli si scatenerebbe l’inferno contro, se tornasse indietro sui suoi passi anche. L’unica strada che ha è quella di congelare la commissione. Il ministro dimezzato però già viene tirato per la giacchetta da chi vorrebbe per sé quelle due poltrone. La Federazione degli ordini dei farmacisti (Fofi), ad esempio, in un’eventuale riformulazione di questa commissione auspica «che si tenga conto di tutti i professionisti della salute che danno un contributo importante alla vaccinazione, come appunto i farmacisti». La Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti (Fadoi) si augura «che al più presto venga istituito un nuovo organismo tecnico in grado di assicurare competenza, credibilità e coerenza scientifica, al servizio esclusivo della salute dei cittadini. Il Nitag non deve essere visto come un tavolo di confronto fra diverse opinioni né come espressione di varie posizioni politiche, ma come uno strumento tecnico di lavoro». Il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, Filippo Anelli, loda Schillaci per aver «anteposto con coraggio e fermezza il suo essere medico e uomo di scienza ad ogni altra considerazione, prendendo una decisione “politica” nel senso più alto del termine».Ma i commenti più incredibili ancora una volta li rilasciano le virostar. Alcuni, come Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova, ribaltano la narrazione: «Se la politica pensa di poter influenzare il mondo della scienza commette un grave errore e non potrà che trovare un muro».«La vicenda del Nitag, svela in maniera palese ciò che in fondo abbiamo sempre saputo, ovvero che troppo spesso la politica entra a gamba tesa nelle questioni tecniche», così anche Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. «Credo che uno scienziato debba sempre anteporre i principi della scienza qualunque sia la posizione che ricopre a livello politico o istituzionale» spiega l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco. «Va detto», conclude riconoscendo il comportamento maldestro di Schillaci, «che anche se in maniera un po’ goffa questa faccenda si è conclusa per il meglio». Burioni commentando le parole del premier a sostegno del pluralismo ha detto: «Con i bugiardi non ci si confronta: si smascherano ed è finita lì». Viene da chiedersi allora a cosa serva un gruppo consultivo se poi esistono i depositari della verità assoluta come Burioni che non si confrontano con chi non la pensa come loro. Abolire il Nitag metterebbe d’accordo tutti.
Roberto Burioni ospite a «Che tempo che fa» (Ansa)
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