2019-04-01
«Io delfino di Salvini? Per adesso costruisco la Lega del Sud Italia»
Andrea Crippa, l'astro nascente del Carroccio: «Matteo crede molto nei giovani Siamo in 20.000 da Bolzano a Lampedusa: vi spiego cosa faremo».Andrea Crippa, 32 anni, è l'astro nascente della Lega. Deputato, coordinatore dei giovani del Carroccio e probabile prossimo vicesegretario al fianco di Giancarlo Giorgetti e Lorenzo Fontana, venerdì scorso, a Roma, ha organizzato il convegno dei giovani sovranisti europei. Crippa, lei è il delfino di Matteo Salvini?(Ride) «Per ora sono il coordinatore dei giovani della Lega». Ma è in forte ascesa…«Diciamo che ho avuto la fortuna e l'onore di lavorare con Matteo per 5 anni e di seguirlo in ogni piazza, in ogni città, in ogni paese, in ogni periferia d'Italia. Per me lui è un punto di riferimento umano e politico. Poi non so, non mi tiro indietro davanti a niente. Ora circola la voce della vicesegreteria della Lega…».Già, la vicesegreteria. La sua nomina è ufficiale?«Non c'è niente di ufficiale».Si aspetta un'ufficializzazione?«Non lo so, deciderà Matteo. Io per adesso sono orgoglioso di guidare circa 20.000 ragazzi da Bolzano a Lampedusa».Salvini come l'ha conosciuto?«L'ho conosciuto durante un volantinaggio davanti al mio liceo di Monza. Avevo 16 anni, facevo il rappresentante d'istituto».Lui distribuiva volantini?«Sì, erano dei volantini contro l'ingresso della Turchia nell'Ue».È stato amore a prima vista.«Ci siamo scambiati i numeri, lui era consigliere comunale a Milano. L'ho seguito durante la sua prima campagna elettorale».E siete arrivati a Bruxelles.«Sì, sono stato suo assistente all'Europarlamento. Quattro anni fa sono stato eletto coordinatore dei giovani».Se diventasse vicesegretario, non avrebbe paura di essere schiacciato dagli omologhi Giorgetti e Fontana?«Be', è chiaro che quei cognomi mi fanno un po' tremare i polsi… Da loro io ho solo da imparare».Salvini ha già trovato il suo successore?«Matteo ha ancora lunga vita, è un leader carismatico e ha grandi doti umane e politiche. Non ne nascerà un altro almeno per i prossimi 20 anni. Però lui ha sempre puntato sul rinnovamento. Ha fatto eleggere 17 parlamentari sotto i 32 anni. Si è attorniato di giovani con idee nuove e pieni di energia».L'esempio di Silvio Berlusconi, che non lascia eredi, ha pesato?«Io credo che l'impronta di Matteo sia quella lì. Ma è chiaro che Forza Italia fa da monito. È un partito che non riesce a fare rinnovamento. Io guardo in casa mia e non voglio dare consigli agli altri, ma mi piacerebbe se anche lì i giovani trovassero spazio».La Lega sta eliminando ogni riferimento al «Nord», per sostituirlo con la dicitura «Lega Salvini». Legarsi così tanto al nome del leader non rischia di vincolare i destini del partito ai suoi?«In questo momento il leader è Salvini e nel simbolo c'è il suo nome, in passato il leader era Umberto Bossi e nel simbolo c'è stato il suo nome. La Lega va al di là delle persone. Questo è stato uno dei primi insegnamenti di Matteo».Cioè?«Mi disse: “Non contano nomi e cognomi. Conta il progetto"».Com'è andato il meeting dei giovani sovranisti europei?«Benissimo: 500 ragazzi in una sala a Roma, il venerdì pomeriggio, a parlare di futuro. Vuol dire che qualcosa sta cambiando».Cosa sta cambiando?«Tanti giovani che prima erano rassegnati, che pensavano alla politica come a qualcosa di brutto, sporco, cattivo e lontano, adesso si stanno riavvicinando».Di cosa avete parlato?«Di occupazione, di dignità salariale, di sicurezza, di immigrazione. Tutti temi che attirano l'attenzione dei ventenni, che vogliono un futuro basato non sull'omologazione, ma sull'identità, sul rispetto delle culture, delle tradizioni, delle lingue, delle diversità».Vi hanno dipinto come il raduno dell'internazionale nera.«È stato il raduno delle persone normali».Delle persone normali?«Sì. Gente coraggiosa, rispettosa, che però vuole rialzare la testa, vuole un futuro diverso». Diverso in che senso?«Un futuro in cui noi giovani non siamo costretti a scappare dall'altra parte del mondo per lavorare».C'è qualcuno tra i giovani sovranisti con cui lei sente più affinità?«Sicuramente Jordan Bardella, il coordinatore dei giovani del Rassemblement national, che tra l'altro sarà capolista alle europee del suo partito».A proposito di Rassemblement national. Marine Le Pen assicura di voler cambiare l'Europa dall'interno con Salvini. Massimizzati i consensi alle urne, i sovranisti europei riusciranno a mettersi d'accordo all'Europarlamento?«Il punto è che l'Europa dovrebbe fare molte meno cose di quante ne fa oggi, lasciando che siano i popoli a decidere per loro stessi. Comunque con la Le Pen, sul tema dell'occupazione, della dignità salariale, della difesa dei confini, del rimettere in discussione una moneta sbagliata come l'euro, la pensiamo allo stesso modo».Mettere in discussione l'euro? Cioè, uscirne?«No, non si tratta di uscire dall'euro, ma di ripensarlo. Chi s'è messo in tasca l'euro sta crescendo meno rispetto alle altre nazioni».Dice che i giovani vogliono restare nei loro Paesi a lavorare. In loro vede un bisogno di radici?«Sì. I giovani non vogliono lasciare la propria terra. Ma chi governa in Europa vuole meno europei e più immigrati, meno lavoratori e più schiavi sottopagati. Stiamo importando disperati dall'Africa, disposti a lavorare per 3 euro all'ora, che fanno concorrenza al ribasso sui salari».Lei mette insieme il tema delle radici, che è tradizionalmente di destra e quello della dignità salariale, che è tradizionalmente di sinistra. I giovani hanno superato destra e sinistra?«Certo. La contrapposizione del futuro è tra identitari e mondialisti: i fan della moneta unica, della cultura unica, della lingua unica, della musica unica».Però si dice che i giovani siano cosmopoliti. La famosa generazione Erasmus.«Il programma Erasmus è molto utile. Ma il giovane che va a studiare all'estero, una volta tornato, deve avere la possibilità di costruirsi un futuro nella sua nazione».Lei è andato al Forum delle famiglie di Verona?«No».Il conservatorismo sui temi etici aliena il consenso dei giovani?«Sui temi etici nel partito si deve lasciare libertà di coscienza. Ci sono dei punti fermi, ovviamente».Quali?«L'opposizione all'utero in affitto, alle adozioni gay, a genitore 1 e genitore 2… Ma per il resto lascerei libertà di coscienza».Quindi lei è più «liberale» di Fontana…«Credo solo che le priorità per questa Europa siano il lavoro, l'immigrazione, la sicurezza».Lei racconta di una Lega che punta sui giovani. Poi però la bandiera del partito è quota 100, un provvedimento sulle pensioni…«Si stanno avvicinando tanti giovani alla Lega, quindi il messaggio funziona. Quando ho cominciato a fare il coordinatore avevamo 1.000 ragazzi, in quattro anni siamo arrivati a 20.000».Non ci può essere un provvedimento di bandiera che riguardi direttamente i giovani?«In futuro bisognerà ragionare di più sul tema della scuola».La scuola? Cioè?«Bisogna adeguare la formazione dei ragazzi a un mercato del lavoro che chiede molte più competenze in inglese e informatica».Lei sta lavorando alla costruzione di una classe dirigente leghista al Sud. C'è il rischio che qualche impresentabile cerchi di salire sul Carroccio del vincitore?«Eeeh, hai voglia... È il pericolo che noto ogni volta che vado al Sud. Con il partito al 30% vogliono entrare tutti». E come si fa a evitare di imbarcare gli opportunisti?«Stabilendo un principio: che la Lega si serve e che della Lega non ci si serve».Che significa in concreto?«Che chi ha ricoperto incarichi istituzionali con altri partiti non deve essere candidato per 5 anni nelle liste della Lega».No ai riciclati.«Esatto. Al Sud, come al Nord, bisogna candidare i giovani che arrivano dai consigli comunali, dalle università, dalle scuole, che sono entrati nella Lega come primo partito e non hanno mai cambiato casacca in base alle percentuali».La gente al Sud ha capito che la Lega ha cambiato pelle, o qualcuno vi rinfaccia di essere stati quelli che attaccavano i «terroni»?«No, la gente ha capito che su temi come lavoro, immigrazione, tasse, burocrazia, bisogna unirsi da Bolzano a Lampedusa per cambiare le cose. E le dirò di più…».Dica.«Andando al Sud, mi sono accorto che forse, nel passato, noi della Lega abbiamo avuto un po' di pregiudizi».Ah sì?«Sì, perché i soldi che il Nord ha mandato al Sud non sono finiti nelle tasche degli studenti o degli imprenditori, ma in quelle dei politici, che li hanno usati per i loro giochini elettorali. Ecco perché dobbiamo completamente rinnovare la classe dirigente di quei territori. Bisogna esportare il modello Zaia, il modello Fontana, il modello Fedriga, anche in Puglia, in Campania o in Sicilia».Crippa, ci dica la verità: tra qualche anno sarà il candidato premier?(Ride) «Lei mi fa delle domande pericolosissime… Le posso dire qual è il mio sogno».Sentiamo.«Io sono innamorato della Lega. Se un giorno ricoprissi un incarico apicale nel partito, per me sarebbe già il massimo».E quando lo vedremo Crippa premier?(Ride) «Crippa premier? Prima lo deve fare Matteo Salvini…».
Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Ansa)