La Cina perde smalto mentre crescono altri Paesi: interessanti anche la Corea del Sud e il Giappone L’esperto: «Atteso un raffreddamento dei tassi che favorirà pure esportatori come Hong Kong e Taiwan».
La Cina perde smalto mentre crescono altri Paesi: interessanti anche la Corea del Sud e il Giappone L’esperto: «Atteso un raffreddamento dei tassi che favorirà pure esportatori come Hong Kong e Taiwan».Dall’inizio dell’anno, le azioni dell’area asiatica hanno seguito il trend globale positivo seppure in modo attenuato, registrando un rialzo di circa il 6% nei primi sette mesi, frenate soprattutto dall’andamento del listino cinese.A partire dallo scoppio della guerra in Ucraina, i flussi di capitali globali si stanno allontanando dalla Cina, a favore di altri mercati asiatici emergenti come India e Vietnam, poiché gli investitori cercano alternative con minori rischi economici e geopolitici.Nel mese di luglio, ad esempio, le azioni cinesi hanno registrato il loro più grande guadagno mensile da gennaio, poiché una serie di dati deboli ha alimentato la speranza che funzionari e responsabili politici annuncino stimoli economici per rilanciare la crescita ed evitare la possibilità di soccombere a un attacco di deflazione.«Sono stati soprattutto i listini giapponesi, vietnamiti e coreani a distinguersi in questi mesi, con l’India che, a partire da aprile, ha mostrato forti segnali di recupero», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf. «L’ampio indice giapponese Topix è salito dell’1,5% a luglio, segnando il settimo mese consecutivo di guadagni, la serie di vittorie più lunga del decennio. I rendimenti dei titoli di Stato a dieci anni di riferimento sono saliti al livello più alto dalla metà del 2014 dopo che la Banca del Giappone ha compiuto il passo inaspettato di allentare i controlli sul mercato dei titoli governativi. Nella stessa settimana, Toyota motor ha riportato che il suo utile operativo per il periodo aprile-giugno è stato di 1,1 trilioni di yen (equivalenti a 7,7 miliardi di dollari), in crescita del 93,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ciò è stato dovuto all’attenuazione della carenza di chip e agli sforzi per migliorare la produttività, che hanno incrementato le vendite in tutto il mondo», conclude Gaziano.Al contrario, l’economia cinese si ritrova nel mezzo di una ripresa inaspettatamente lenta dalla pandemia, ostacolata dal crollo del settore immobiliare e dall’elevata disoccupazione giovanile. I nuovi ordini e la produzione sono entrambi più deboli rispetto all’inizio dell’anno. L’industria cinese è sotto pressione, con gli utili societari crollati nella prima metà dell’anno, inferiore del 16,8% rispetto ai primi sei mesi del 2022. Secondo il Fondo monetario internazionale, la seconda economia mondiale dopo gli Stati Uniti crescerà del 5,2% quest’anno, dopo un modesto 3% dell’anno scorso a causa delle rigide restrizioni del coronavirus. Tuttavia, molti investitori restano preoccupati per le conseguenze di un potenziale conflitto a Taiwan e delle tensioni con gli Stati Uniti.Le preoccupazioni riguardo ai diritti umani in Cina stanno poi crescendo, soprattutto negli Stati Uniti, dove aumentano il numero di raccolta dei fondi (come il Pharus Asian sicav) e degli Etf che escludono i titoli cinesi dai panieri di azioni asiatiche. L’India, invece, sta intercettando i flussi verso l’Asia come destinazione alternativa alla Cina. L’indice di riferimento, il Sensex, si trova ora ai massimi storici, nonostante le valutazioni non proprio a buon mercato se confrontate con quelle di altri mercati emergenti. L’India presenta un’attrazione particolare grazie alle aspettative di una crescente domanda interna alimentata da una classe media in forte espansione e da una crescita demografica (a differenza della Cina) effervescente. Inoltre, diversi investitori prevedono che molte grandi multinazionali trasferiranno la produzione dalla Cina all’India, come ha annunciato la scorsa settimana il produttore di chip statunitense Advanced micro devices.«Le prossime mosse delle Banche centrali asiatiche dovrebbero discostarsi dal ciclo di rialzo dei tassi di riferimento della Federal reserve americana, date le diverse condizioni macroeconomiche delle due aree geografiche», spiega nelle sue previsioni settimanali, Christiaan Tuntono, senior economist, Asia Pacific di Allianz global investors. Per questo motivo, «un allentamento monetario dovrebbe sostenere la crescita dell’Asia, soprattutto per quanto riguarda l’economia interna. Prevediamo che a beneficiarne saranno soprattutto economie come Cina, Giappone, India e Indonesia. Tale evoluzione favorirà anche le economie più esposte all’esportazione, quali Hong Kong, Singapore, Corea, Taiwan, Malesia e Vietnam, che tuttavia risentiranno maggiormente dell’indebolimento della domanda globale», conclude l’esperto.
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Scandalo nel settore energetico: tangenti per 100 milioni ai funzionari della società pubblica del nucleare. Cinque arresti. Volodymyr Zelensky perde la faccia. Mosca attacca: «Soldi europei sottratti dal regime ucraino». Berlino: «Preoccupati, ora vigileremo».
Un nuovo scandalo di corruzione travolge Kiev, mettendo in crisi la credibilità del governo nel pieno della guerra contro la Russia e accendendo le tensioni con gli alleati occidentali. Il presidente Volodymyr Zelensky ha chiesto e ottenuto le dimissioni del ministro della Giustizia German Galushchenko e della ministra dell’Energia Svitlana Grynchuk, dopo averli accusati di aver perso la fiducia necessaria per restare nei loro incarichi. La decisione è arrivata dopo settimane di tensioni e indagini sul sistema energetico nazionale, già sotto pressione per i bombardamenti e le difficoltà economiche.
Getty images
Secondo il racconto dei media mainstream, l’Italia in mano al governo di centrodestra doveva finire in bancarotta, Londra poteva regredire al Medioevo dopo aver lasciato l’Ue e Trump avrebbe fatto saltare i mercati globali: non ne hanno presa una.
Lo scandalo sulla Bbc, gloriosa emittente televisiva britannica scoperta «con le mani nella marmellata» a falsificare il racconto degli eventi del 6 gennaio 2021 di fronte a Capitol Hill in modo da far credere che Donald Trump avesse esplicitamente esortato i manifestanti ad assaltare il Campidoglio, ci obbliga a farci una domanda: quale credibilità hanno i mezzi di informazione in Italia?
Guardiamo al racconto che viene fatto dell’episodio sui nostri media: una difesa ad oltranza. Talvolta spudorata; talaltra più misurata. Si fa fatica a comprendere cosa sia veramente successo. Quando anche i vertici della Bbc trovano il coraggio di dimettersi per la gravità di quanto avvenuto, i nostri mezzi accorrono in amorevole soccorso. Se dovessimo ancora una volta valutare la credibilità sulla base del modo in cui viene raccontata questa storia, il giudizio non sarebbe positivo. Ma quanti credono in Italia che Trump abbia effettivamente avuto un ruolo attivo su quanto avvenuto il 6 gennaio 2021 a Capitol Hill?
Jeffrey Epstein e Donald Trump (Ansa)
Divulgate dai democratici alcune email del finanziere pedofilo: «Donald a casa mia per ore con una ragazza». «Una falsità».
Mentre andava in soccorso di Benjamin Netanyahu, Donald Trump è dovuto tornare a fronteggiare il caso Epstein. Ieri, i componenti dem della Commissione Vigilanza della Camera statunitense hanno pubblicato un messaggio del 2019, in cui il finanziere morto suicida sosteneva che l’attuale presidente americano «sapeva delle ragazze». È stato inoltre reso pubblico un altro messaggio, datato 2011, in cui Epstein affermava che una vittima - il cui nome appare segretato - «aveva trascorso ore» in casa sua con Trump. «I democratici hanno fatto trapelare selettivamente delle email ai media liberal per creare una falsa narrazione volta a diffamare il presidente Trump», ha commentato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt.
L'ad di SIMEST Regina Corradini D'Arienzo
La società del Gruppo Cdp rafforza il proprio impegno sui temi Esg e conferma anche la certificazione sulla parità di genere per il 2025.
SIMEST, la società del Gruppo Cassa depositi e prestiti che sostiene l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha ottenuto l’attestazione internazionale Human Resource Management Diversity and Inclusion – ISO 30415, riconoscimento che certifica l’impegno dell’azienda nella promozione di un ambiente di lavoro fondato sui principi di diversità, equità e inclusione.
Il riconoscimento, rilasciato da Bureau Veritas Italia, arriva al termine di un percorso volto a integrare i valori DE&I nei processi aziendali e nella cultura organizzativa. La valutazione ha riguardato l’intera gestione delle risorse umane — dal reclutamento alla formazione — includendo aspetti come benessere, accessibilità, pari opportunità e trasparenza nei percorsi di crescita. Sono stati inoltre esaminati altri ambiti, tra cui la gestione degli acquisti, l’erogazione dei servizi e la relazione con gli stakeholder.
L’attestazione ISO 30415 rappresenta un passo ulteriore nel percorso di sostenibilità e responsabilità sociale di SIMEST, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite, in particolare quelli relativi alla parità di genere e alla promozione di condizioni di lavoro eque e dignitose.
A questo traguardo si affianca la conferma, anche per il 2025, della certificazione UNI/PdR 125:2022, che attesta l’efficacia delle politiche aziendali in tema di parità di genere, con riferimento a governance, crescita professionale, equilibrio vita-lavoro e tutela della genitorialità.
Valeria Borrelli, direttrice Persone e organizzazione di SIMEST, ha dichiarato: «Crediamo fortemente che le persone siano la nostra più grande risorsa e che la pluralità di esperienze e competenze sia la chiave per generare valore e innovazione. Questi riconoscimenti confermano l’impegno quotidiano della nostra comunità aziendale nel promuovere un ambiente inclusivo, rispettoso e aperto alle diversità. Ma il nostro percorso non si ferma: continueremo a coltivare una cultura fondata sull’ascolto e sull’apertura, affinché ciascuno possa contribuire alla crescita dell’organizzazione con la propria unicità».
Con questo risultato, SIMEST consolida il proprio posizionamento tra le aziende italiane più attive sui temi Esg, confermando una strategia orientata a una cultura del lavoro sostenibile, equa e inclusiva.
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