2021-06-26
Inter, servono 500 milioni o è autogol dei vip
L'iniziativa di Carlo Cottarelli, trainata dai tifosi nerazzurri famosi, è romantica ma con poche basi. Per il finanziere Alessandro Giudice «la Spac è un veicolo particolare, ciò di cui si parla ora non lo è». Il rischio è che l'azionariato popolare aiuti Zhang a pagare i debiti.La Interspac presieduta da Carlo Cottarelli per salvare l'Inter è un progetto molto romantico, ma anche tutto in salita.«Facendo una stima non troppo distante dalla realtà», spiega alla Verità Alessandro F. Giudice, esperto di finanza e pallone e autore del libro La finanza del goal. Come si crea valore nel calcio, «servono almeno tra i 450 e i 500 milioni per convincere Zhang e la Suning di cui è presidente per cedere tutta o una parte dell'Inter. Si dice che abbia rifiutato una offerta da 750 milioni, che però comprendeva anche i debiti della società. Una Spac è un veicolo regolamentato che serve a portare in Borsa una società su cui si vuole investire. Per fare questo, ammesso che Zhang sia d'accordo, ci dovrebbe essere un business plan e qualcuno disposto a investire in una società in perdita», dice Giudice, «prima di procedere quindi a una eventuale Spac bisognerebbe come minimo rivedere il modello di business e portare la società all'utile». C'è quindi prima di tutto un problema di soldi. Anche ammesso che la colletta dei tifosi parta con i migliori auspici, prima di arrivare a mezzo miliardo di euro ne deve passare di acqua sotto i ponti. Anche considerando l'aiuto delle quaranta personalità italiane che prenderanno parte al progetto (si sono fatti avanti Andrea Bocelli, Enrico Mentana, Gad Lerner, Massimo Galli, Fabio Fognini, Max Pezzali, Gabriele Salvatore, Roberto Vecchioni e tanti altri) la strada appare tutta in salita. «Per realizzare una Spac ci sono delle tempistiche da rispettare che di solito sono di 18 mesi», chiarisce Giudice. «Oltre questa tempistica, i fondi tornano nelle tasche dei risparmiatori. Ad oggi è stato solo lanciato un sondaggio. Ma per fare una Spac non basta, si deve presentare un piano imprenditoriale e finanziario che successivamente deve essere approvato dagli investitori».Il problema è che in questo caso non c'è niente di tutto questo. Anche il nome Interspac, dice Giudice, «può essere evocativo di una futura Spac, ma al momento non la si può definire tale». In questo caso si parla di azionariato popolare e la speranza è che siano i tifosi a mettere mano al portafoglio per partecipare alla Spac e salvare la propria squadra del cuore. Come ha spiegato il presidente Carlo Cottarelli non c'è un massimo all'investimento, ma c'è un minimo con fasce dai 500 euro ai 1.000, dai 1.000 ai 5.000 e oltre. Del resto, è stato lo stesso economista ed ex direttore del Fondo monetario internazionale a dirlo: questa non è una operazione da qualche decina di milioni di euro. Viene dunque spontaneo chiedersi come una selva di tifosi, la maggior parte non certo ricchissima vista la recente crisi economica innescata dal Coronavirus, possa mettere insieme mezzo miliardo di euro per rilevare una fetta importante dell'Inter, una società, va ricordato, sulle cui spalle pesa un bond da 375 milioni che dovrà essere restituito entro la fine del 2022. Come se non bastasse, c'è poi un altro problema. «Per operazioni che coinvolgono più di 200 investitori c'è l'assoluto obbligo di parlarne prima con la Consob e poi con Borsa Italiana che devono fare i dovuti controlli», spiega alla Verità, Simone Strocchi, fondatore di Electa Ventures e considerato il maggior esperto di Spac in Italia, visto che nel 2013 portò in Borsa la prima Spac con Sesa, seguita poi da operazioni simili con Pharmanutra, ItalianWineBrands e Digital Value.«Per parlare con le autorità di vigilanza, inoltre, ci deve essere quello che si chiama un lead investor e dei vertici in grado di relazionarsi con Consob e Borsa che devono dare il loro benestare all'operazione», dice Strocchi. «Soprattutto quando si parla di azionariato diffuso di investitori non professionali come in questo caso è doveroso che ci siano controllo ben approfonditi», sottolinea l'esperto. «Prima di tutto ci deve essere un investitore professionale che si assuma la responsabilità del progetto a livello imprenditoriale e finanziario e soprattutto che sappia capire gli eventuali ricavi che ci possono essere. Non è pensabile che, anche se per passione, si proceda a investire in una società che non ha bilanci floridi», dice. Così, dunque, il progetto di Interspac non sembra stare troppo in piedi. «Potrei vedere il coinvolgimento dei tifosi in maniera solo residuale e all'interno di una operazione ben più strutturata e con investitori professionali che ne siano alla guida», aggiunge Strocchi. Il consiglio è quindi quello di pensarci più volte prima di procedere a investimenti del genere. I meno esperti potrebbero pensare che con la loro quota contribuiranno a comprare il prossimo Achraf Hakimi, invece, nella realtà, potrebbero semplicemente finire a ripagare il bond voluto da Zhang per dare ossigeno a una squadra da tempo in affanno.
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