Prospettive negative per le due super potenze mondiali. Pesano la crisi immobiliare e l’aumento dei prestiti non restituiti.
Prospettive negative per le due super potenze mondiali. Pesano la crisi immobiliare e l’aumento dei prestiti non restituiti.Inflazione e bolla immobiliare scuotono le due principali potenze mondiali: Usa e Cina. Partiamo dagli Stati Uniti, dove le nuove insolvenze delle carte di credito e dei prestiti per l’acquisto di auto hanno superato i livelli pre Covid. Nel secondo trimestre 2023 le banche statunitensi hanno riportato quasi 19 miliardi di dollari di perdite su crediti deteriorati, stando ai dati di Bankregdata. È il dato peggiore da tre anni. Le perdite registrate sono aumentate di quasi il +17% rispetto al primo trimestre e del +75%, nei confronti dello stesso periodo del 2022. Più della metà degli stralci interessano default su carte di credito. In questo comparto le banche hanno riportato 10,7 miliardi di dollari di perdite nel secondo trimestre 2023. L’ondata di default riguarda anche i prestiti su immobili commerciali, più che raddoppiati dallo scorso trimestre, che si attestano a quota 1,17 miliardi di dollari. Le pressioni inflazionistiche, l’aumento dei tassi di interesse, le interruzioni della catena di approvvigionamento e le sfide operative hanno contribuito a un aumento sostanziale delle insolvenze anche nel settore tecnologia, media e telecomunicazioni nel 2023, secondo un nuovo rapporto di Fitch ratings. L’agenzia Fitch ha anche avvertito che potrebbe abbassare il rating di decine di istituti, compreso il colosso Jp Morgan. La scorsa settimana, ricordiamolo, Moody’s ha tagliato il rating di dieci banche, mettendone sotto osservazione altre, tra cui alcune delle maggiori banche statunitensi. L’amministrazione Biden cerca di consolarsi con l’accelerazione a sorpresa dell’1% a luglio della produzione industriale. Il dato è migliore delle stime del mercato, che aveva previsto un +0,3%, e del -0,8% di giugno. La produzione manifatturiera è aumentata dello 0,5%, superando le aspettative di una lettura piatta, poiché la produzione di auto e componenti è aumentata del 5,2%, mentre la produzione industriale negli altri settori è aumentata dello 0,1%. Inoltre, il mese scorso la produzione mineraria è salita dello 0,5% e quella dei servizi pubblici del 5,4%, sostenuta da un +6,7% per i servizi elettrici spinto dal fatto che le temperature molto elevate hanno aumentato la domanda di raffreddamento. Sempre ieri è stato segnalato a sorpresa un balzo per i nuovi cantieri negli Stati Uniti a luglio. Il dato ha segnato una accelerazione al +3,9% dopo il tonfo dell’11,7% (dato rivisto al ribasso) di giugno. In rialzo anche i permessi di costruzione. La domanda di mutui negli Usa è però diminuita per la quinta settimana consecutiva, con i tassi d’interesse saliti ai massimi degli ultimi 22 anni (quello medio del mutuo trentennale a tasso fisso è salito dal 7,09% al 7,16%). Intanto Warren Buffett scommette di più sui costruttori di case statunitensi. La sua società di investimento, Berkshire Hathaway, ha assunto nuove posizioni azionarie nell’edilizia residenziale, in particolare in D.R. Horton, leader del settore, mentre ha ridotto la sua partecipazione in General motors e ha eliminato quella in McKesson. Il senso della mossa di Buffett? In presenza di un mercato immobiliare debole, i proprietari di case sono meno propensi a vendere, perché sperano di ottenere prezzi più alti dopo la crisi. Inoltre, chi ha prestiti a tassi storicamente bassi è riluttante a intraprendere nuovi acquisti. Quindi, con un mercato di immobili esistenti «congelato», quello delle nuove costruzioni sarebbero la principale fonte per nuove case. Nel frattempo, il «ballo» del mattone è già diventato una pericolosa e gigantesca bolla per i cinesi. I prezzi delle nuove case in Cina sono scesi per la prima volta quest’anno a luglio, secondo l’Istituto nazionale di statistica cinese. La lettura si è attestata in calo dello 0,2% mese su mese, dopo il dato invariato di giugno. Su base annua, i prezzi sono scesi dello 0,1%, rispetto alla lettura invariata del mese precedente. Inoltre, gli investimenti nello sviluppo immobiliare in Cina sono scesi dell’8,5% su base annua nei primi sette mesi del 2023, raggiungendo i 6.770 miliardi di yuan. Il ritmo del calo è accelerato rispetto alla flessione del 7,9% della prima metà dell’anno. I timori di un crac del settore immobiliare si uniscono ai dati macro che segnalano un continuo rallentamento dell’economia cinese. La People’s bank of China ha dunque tagliato a sorpresa il tasso di interesse sui finanziamenti a un anno di 15 punti base portandolo al 2,5% dal 2,65% e ha inoltre ridotto il tasso di interesse sulle operazioni di pronti contro termine a sette giorni all’1,8% dall’1,9%, iniettando al contempo 204 miliardi di yuan di liquidità a breve termine nel sistema bancario. Le preoccupazioni aumentano anche perché il più grande promotore immobiliare cinese Country garden fatica a rispettare gli obblighi di pagamento del debito. Il gruppo non è stato in grado di rimborsare due pagamenti di interessi sui prestiti la scorsa settimana e rischia formalmente il default all’inizio di settembre se non paga.
La Philarmonie (Getty). Nel riquadro, l'assalto dei pro Pal
A Parigi i pro Pal interrompono con i fumogeni il concerto alla Philarmonie e creano il caos. Boicottato un cantante pop per lo stesso motivo. E l’estrema sinistra applaude.
In Francia l’avanzata dell’antisemitismo non si ferma. Giovedì sera un concerto di musica classica è stato interrotto da militanti pro Pal e, quasi nello stesso momento, un altro concerto, quello di un celebre cantante di origine ebraica, è stato minacciato di boicottaggio. In entrambi i casi, il partito di estrema sinistra La France Insoumise (Lfi) ha svolto un ruolo non indifferente.
Guido Crosetto (Cristian Castelnuovo)
Il ministro della Difesa interviene all’evento organizzato dalla «Verità» dedicato al tema della sicurezza con i vertici del comparto. Roberto Cingolani (Leonardo) e Nunzia Ciardi (Acn): bisogna prevenire le minacce con l’Ia.
Mai, come nel periodo storico nel quale stiamo vivendo, il mondo è stato più insicuro. Attualmente ci sono 61 conflitti armati attivi, il numero più alto dalla Seconda guerra mondiale, che coinvolgono oltre 92 Paesi. Ieri, a Roma, La Verità ha organizzato un evento dal titolo «Sicurezza, Difesa, Infrastrutture intelligenti», che ha analizzato punto per punto i temi caldi della questione con esponenti di spicco quali il ministro della Difesa Guido Crosetto intervistato dal direttore della Verità, Maurizio Belpietro.
Donald trump e Viktor Orbán (Ansa)
Il premier ungherese è stato ricevuto a pranzo dall’inquilino della Casa Bianca. In agenda anche petrolio russo e guerra in Ucraina. Mosca contro l’Ue sui visti.
Ieri Viktor Orbán è stato ricevuto alla Casa Bianca da Donald Trump, che ha definito il premier ungherese «un grande leader». Di più: tessendo le sue lodi, il tycoon ci ha tenuto a sottolineare che «sull’immigrazione l’Europa ha fatto errori enormi, mentre Orbán non li ha fatti». Durante la visita, in particolare, è stato firmato un nuovo accordo di cooperazione nucleare tra Stati Uniti e Ungheria, destinato a rafforzare i legami energetici e tecnologici fra i due Paesi. In proposito, il ministro degli Esteri magiaro, Péter Szijjártó, ha sottolineato che la partnership con Washington non preclude il diritto di Budapest a mantenere rapporti con Mosca sul piano energetico. «Considerata la nostra realtà geografica, mantenere la possibilità di acquistare energia dalla Russia senza sanzioni o restrizioni legali è essenziale per la sicurezza energetica dell’Ungheria», ha dichiarato il ministro.
Bivacco di immigrati in Francia. Nel riquadro, Jean Eudes Gannat (Getty Images)
Inquietante caso di censura: prelevato dalla polizia per un video TikTok il figlio di un collaboratore storico di Jean-Marie Le Pen, Gannat. Intanto i media invitano la Sweeney a chiedere perdono per lo spot dei jeans.
Sarà pure che, come sostengono in molti, il wokismo è morto e il politicamente corretto ha subito qualche battuta d’arresto. Ma sembra proprio che la nefasta influenza da essi esercitata per anni sulla cultura occidentale abbia prodotto conseguenze pesanti e durature. Lo testimoniano due recentissimi casi di diversa portata ma di analoga origine. Il primo e più inquietante è quello che coinvolge Jean Eudes Gannat, trentunenne attivista e giornalista destrorso francese, figlio di Pascal Gannat, storico collaboratore di Jean-Marie Le Pen. Giovedì sera, Gannat è stato preso in custodia dalla polizia e trattenuto fino a ieri mattina, il tutto a causa di un video pubblicato su TikTok.






