2023-04-21
«Ostacolata l’inchiesta su Hunter». Una gola profonda spaventa Biden
Il «Wsj» svela che un pentito dell’Agenzia delle entrate Usa avrebbe le prove delle pressioni politiche esercitate per frenare le indagini sul figlio del presidente. Il fascicolo su presunti reati fiscali, aperto 5 anni fa, è in sospeso.Una gola profonda rischia di mettere nei guai Hunter Biden. Secondo il Wall Street Journal, un agente speciale dell’Irs (l’agenzia governativa preposta alla riscossione delle tasse) avrebbe intenzione di testimoniare davanti al Congresso per denunciare interferenze politiche nell’indagine penale, aperta dalla procura federale del Delaware nel 2018 e attualmente in corso, sul figlio del presidente americano per sospetti reati fiscali. In particolare, Mark Lytle, l’avvocato di questo agente anonimo, ha inviato una lettera ad alcuni leader di Camera e Senato, chiedendo che al suo assistito vengano garantite le protezioni spettanti agli informatori. Secondo la lettera, l’agente «ha supervisionato da inizio 2020 le indagini delicate in corso su un soggetto controverso e di alto profilo e vorrebbe fare rivelazioni al Congresso, godendo della protezione garantita agli informatori». Va detto che nella missiva il nome di Hunter Biden non viene esplicitamente fatto. Tuttavia, secondo Abc, ai parlamentari è stato confermato che il caso su cui l’agente vuole riferire è proprio quello del figlio del presidente. La lettera sostiene inoltre che le rivelazioni della gola profonda «contraddicono la testimonianza giurata al Congresso di un alto incaricato politico» ed enumerano «esempi di trattamento preferenziale e di politica che inquinano impropriamente decisioni e protocolli che normalmente sarebbero seguiti da professionisti delle forze dell’ordine in circostanze simili, se l’argomento non fosse politicamente sensibile». In altre parole, l’informatore ritiene che l’indagine penale in corso su Hunter abbia subito delle ingerenze politiche a favore del diretto interessato. Non solo. Secondo Cbs, l’«alto incaricato politico» che la gola profonda sarebbe pronta a smentire risulterebbe assai probabilmente il procuratore generale degli Usa, Merrick Garland: costui, a marzo, aveva dichiarato in audizione al Senato che l’inchiesta su Hunter stesse godendo di totale autonomia. «Non è in alcun modo limitato nelle sue indagini», affermò, riferendosi a David Weiss, il procuratore del Delaware, che sta indagando sul figlio del presidente. La notizia della gola profonda è stata ripresa da gran parte della stampa americana (e non solo quella di orientamento conservatore): da Cnn a Nbc, passando per Abc. Segno che il figlio del presidente rischia grosso. D’altronde, il primo impeachment contro Donald Trump fu costruito, nel 2019, proprio a partire dalle rivelazioni di un informatore, che era impiegato alla Cia. Sarà quindi un caso ma, almeno fino a ieri pomeriggio, i legali di Hunter - che ultimamente si erano rivelati piuttosto loquaci - hanno preferito trincerarsi dietro una coltre di silenzio. Interpellata appositamente sulla questione dalla Cnn, la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha inoltre replicato con un no comment. «È profondamente preoccupante che l’amministrazione Biden possa ostacolare la giustizia bloccando gli sforzi per accusare Hunter Biden di violazioni fiscali», ha invece detto il presidente della commissione Sorveglianza della Camera, il repubblicano James Comer. «Dov’è Hunter?», si è inoltre chiesto retoricamente Trump in un brevissimo video su Instagram. Segno, questo, che l’ex presidente ha intenzione di cavalcare la questione in campagna elettorale, anche perché l’indagine potrebbe portare a delle novità sui controversi affari di Hunter in Cina, Russia e Ucraina (Fox News ha tra l’altro rivelato che vari suoi soci e collaboratori visitarono la Casa Bianca oltre 80 volte, mentre Joe Biden era vicepresidente degli Usa). In attesa di eventuali sviluppi, non si può negare che l’indagine della procura del Delaware sia caratterizzata da alcune stranezze. È stata aperta nel lontano 2018 e ancora non si è conclusa. Non solo. A ottobre, una testata tutt’altro che conservatrice come il Washington Post riferì che l’Fbi aveva fornito a Weiss «prove sufficienti» per accusare Hunter di «reati fiscali e falsa dichiarazione sull’acquisto di armi». Era inoltre marzo 2022, quando uno dei principali analisti legali della Cnn, Elie Honig, disse che probabilmente Hunter sarebbe stato incriminato per «gravi reati federali». Anche in questo caso parliamo di una testata non certo sospettabile di simpatie repubblicane. Insomma, se queste prove ci sono, perché l’incriminazione del figlio del presidente non arriva? E, se non ci sono, perché, dopo ben cinque anni, l’indagine non è ancora stata archiviata? Il sospetto è che le prove ci siano ma che, nonostante Weiss sia stato nominato da Trump, si registrino delle resistenze per arrivare a una conclusione, che potrebbe portare ad accuse formali contro Hunter. Un sospetto che sembra ora ulteriormente avvalorato dall’emergere della gola profonda. Ovviamente è ancora presto per trarre conclusioni. Ma, se questo informatore dovesse provare che ci sono state interferenze politiche per tutelare Hunter, sia Garland sia Biden si troverebbero in un bel guaio. E lo scenario di un impeachment, a quel punto, sarebbe tutt’altro che improbabile.
Nucleare sì, nucleare no? Ne parliamo con Giovanni Brussato, ingegnere esperto di energia e materiali critici che ci spiega come il nucleare risolverebbe tutti i problemi dell'approvvigionamento energetico. Ma adesso serve la volontà politica per ripartire.