2019-12-18
In un audio l’abisso Pop Bari. L’ad De Bustis confessa: «Falsati i bilanci delle filiali»
Su «Fanpage» la riunione con i direttori prima del commissariamento: «Esempio di scuola di cattivo management». E il presidente: «Ma ci appoggia Bankitalia».«Nessun rischio di commissariamento, entro Natale la banca sarà salva». Le ultime parole famose, e pure registrate: ieri Fanpage.it ha pubblicato un audio di circa 10 minuti, destinato a provocare un ulteriore terremoto intorno alla Banca Popolare di Bari. L'audio vede come protagonisti assoluti Gianvito Giannelli e Vincenzo De Bustis, rispettivamente presidente e amministratore delegato della Popolare di Bari (fino al recente commissariamento), e riporta le loro considerazioni rivolte a dirigenti e direttori di filiale della banca, lo scorso 10 dicembre, appena tre giorni prima del commissariamento dell'Istituto da parte di Bankitalia e cinque giorni prima che il Consiglio dei ministri decidesse per il salvataggio della banca attraverso un esborso complessivo di 900 milioni di euro. Commissariamento che i due manager non prevedono assolutamente, ma che Bankitalia deciderà appunto 72 ore dopo, nominando Enrico Ajello e Antonio Blandini commissari straordinari e Livia Casale, Francesco Fioretto e Andrea Grosso componenti del comitato di sorveglianza.Poche ore dopo la pubblicazione, ieri pomeriggio, la Procura di Bari ha spedito la Guardia di Finanza ad acquisire la registrazione. La magistratura barese ha da tempo in corso indagini, tutte coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, sulla gestione della Popolare di Bari nelle quali risulta indagato tra gli altri anche lo stesso De Bustis, sia nell'inchiesta sulla passata gestione della banca che in quella relativa a una operazione con una società maltese, la Muse Ventures Ltd.De Bustis, in uno dei passaggi più succulenti della registrazione, ricorda ai suoi interlocutori quanto accadde tra il 2011 e il 2015, quando egli stesso era stato per la prima volta alla Popolare di Bari, con la qualifica di direttore generale; nel dicembre 2018 è poi ritornato come consigliere delegato; nel luglio 2019 è diventato amministratore delegato. «Quando sono arrivato la prima volta», dice De Bustis, «c'era un signore coi capelli bianchi, che ancora c'è, a capo della pianificazione e controllo, a cui chiesi di vedere i dati delle filiali. Tutti truccati. Truccavate persino i conti economici delle filiali. Taroccati. Chiesi anche di vedere la lista delle prime 50 aziende affidatarie e non me l'hanno mai portata. Quell'epoca è finita. Su queste cose i nuovi padroni vi faranno l'esame del sangue. È stato veramente irresponsabile quello che è successo negli ultimi tre, quattro anni. Questa banca», continua il manager ex Mps, «è un esempio di scuola di cattivo management, irresponsabile, esaltato».I nuovi padroni: chi sono? De Bustis, lo scorso 10 dicembre, sa già, e lo dice ai manager della Popolare di Bari, che ci sarà un intervento pubblico: «La banca», dice l'allora amministratore delegato, «diventerà molto forte dal punto di vista patrimoniale, avrà lo Stato dietro, quindi potrete dire che la Popolare di Puglia e Basilicata “sta un po' così", che la Banca Popolare Pugliese traballa, che i soldi vi conviene darli a noi che c'abbiamo lo Stato dietro. Li sfondate, se c'avete la forza e l'energia commerciale».«Ci appoggia il mondo politico», dice Giannelli, «e ci appoggia anche la vigilanza (di Bankitalia, ndr)». «Bontà loro, e per ragioni strategiche altissime, qualcuno ha deciso che la banca debba sopravvivere», aggiunge De Bustis, che utilizza espressioni colorite per esprimere il suo pensiero sulla green economy: «Perché ho rotto tanto le scatole», sottolinea De Bustis, «per lanciare questo green bond? Mica per il verde! A me che cazzo me frega del verde? Niente! Per carità è un settore importante, ma è la tecnica che mi interessa tantissimo, è il capital light. Cioè di fare assistenza alle imprese cercando di non assorbire il patrimonio e portare i soldi a casa. Certo, abbiamo cominciato con una cosa un po' sofisticata, che è quella del verde», argomenta, «perché abbiamo un problema di reputazione della banca».«Il piano di ristrutturazione prevede un taglio degli organici molto importante», spiega ancora De Bustis, «si va a tagliare i rami secchi e i rami secchi sono fatti di numeri. Non ci sono giovani e vecchi, figli e figliastri. Sono i risultati a parlare». Proprio il 10 dicembre, lo stesso giorno, De Bustis, in una intervista al Corriere della Sera, fa cenno ad alcuni degli argomenti affrontati nella riunione della quale è stata diffusa la registrazione: «La banca», dice De Bustis al Corriere, «ha perso un miliardo di euro e lo si può attribuire per una parte alla recessione ma un'altra a una gestione creditizia al di fuori delle regole, negli ultimi tre o quattro anni». De Bustis aggiunge che l'organico della banca andrà ridotto di 800 persone a fronte delle attuali 3000. «Ma io», sottolinea il manager, «non ho mai licenziato nessuno... stiamo lavorando ad una ipotesi di piano che non crei turbative sociali e non faccia perdere stipendi».