2024-01-27
La sfida dei comitati pro Palestina: «In piazza nel Giorno della memoria»
Le associazioni annunciano che forzeranno il divieto di manifestazione di oggi: si prevede alta tensione con le forze dell’ordine. Fermato a Roma pure Chef Rubio: aveva in auto cinque litri di sangue animale.Le manifestazioni di Roma e Milano per sostenere la causa palestinese sono autorizzate da domani in poi. Quelle previste per oggi, Giorno della memoria, sono state rinviate. Sono i questori ad averlo deciso con quello di Roma, Carmine Belfiore, che precisa: «L’iniziativa potrà svolgersi nelle stesse forme e modalità in altra data utile, indicata già a partire dal 28 gennaio». Insomma nonostante quanto si voglia fare credere questi cortei non sono stati vietati, ma semplicemente rinviati. Eppure i movimenti che sostengono la causa palestinese non ci stanno e sia a Roma che a Milano hanno dichiarato che sfileranno lo stesso. Il tutto lascia credere che nel Giorno della memoria, nel giorno in cui ci si dovrebbe raccogliere per ricordare la Shoah e fare in modo che ciò che ha condotto all’Olocausto non accada mai più, non si volesse realmente sfilare per la Palestina, ma contro Israele. Alcuni episodi lo dimostrano. Gabriele Rubini, conosciuto meglio come chef Rubio, è stato fermato dalle forze dell’ordine mentre si recava davanti alla Farnesina per un sit-in contro Israele. A bordo della sua auto è stata trovata una tanica da 5 litri piena di sangue animale. Rubio è stato condotto presso il commissariato di polizia Prenestino di Roma per effettuare i controlli e le verifiche previste dal caso. Lì ha ammesso che si trattava di sangue di origine bovina e suina destinato, secondo quanto dichiarato, all’uso culinario. Coincidenza vuole che alla stessa manifestazione che tentava di raggiungere, alcune persone hanno esposto dei cartelli riportanti la bandiera di Israele ed hanno cercato di imbrattarli con vernice rossa. Il personale della polizia è intervenuto subito impedendo l’azione e facendo rimuovere il materiale. A proposito del divieto di manifestare nel giorno della memoria Rubio ha scritto: «Il 27 gennaio è capitato di sabato? Amen. Scendessero dalle loro fortezze e venissero al nostro fianco se credono veramente nel Mai più. Ogni sabato abbiamo marciato e ogni sabato marceremo finché la Palestina non tornerà libera». E così dovrebbe andare perché i «Giovani Palestinesi» hanno fatto sapere che scenderanno ugualmente in piazza a manifestare. «Scendiamo in piazza contro i divieti perché abbiamo memoria»: hanno scritto sulla loro pagina Instagram confermando gli appuntamenti di domani a Milano, Roma, Napoli e Cagliari: «La repressione», scrivono, «non ci fermerà. Rispetto a quello che sta pagando il nostro popolo per la propria libertà questo piccolo atto di disobbedienza civile è un rischio trascurabile, anche considerando che, fino a prova contraria, manifestare è ancora un diritto in Italia». Sul tema è intervenuta anche Maya Issa presidente del Movimento degli studenti palestinesi: «è una decisione che aumenta la rabbia», aggiunge, «Noi ci riserveremo di decidere se manifestare domenica 28 ma non possiamo garantire che non ci siano persone che domani (oggi, ndr) scendano comunque in piazza». Le persone che potrebbero scendere in piazza sono gli esponenti dei centri sociali, i black bloc, gli anarchici. Associazioni che di certo non emettono comunicati per annunciare l’intenzione di commettere reati e atti vandalici. Si, perché non sono solo i palestinesi in Italia a manifestare, sono 14 sabati consecutivi che alle manifestazioni partecipano anche molti facinorosi che offendono Israele e il suo popolo, sporcando i muri della città e degli esercizi commerciali e provocando tafferugli con le forze di polizia. La decisione è stata presa per motivi di ordine pubblico seguendo un principio di equilibrio tra libertà di espressione e commemorazione storica. Ai cortei, fin qui autorizzati, si sono spesso visti e ascoltati atti di puro odio antisemita. Si sono viste bandiere israeliane bruciare, cori che recitavano: «Aprite le frontiere così possiamo uccidere i sionisti, gli ebrei» o cartelli con su scritto: «Rivedrete Hitler all’inferno». Il 28 ottobre scorso in viale Aventino a Roma, di fronte all’ingresso dell’Ifad, durante una di queste manifestazioni è stata strappata la bandiera di Israele dalla fila di quelle esposte dall’agenzia delle Nazioni Unite. Acconsentire che possa succedere tutto questo anche nel giorno della Memoria è inaccettabile, ed è in questo quadro che vanno visti i divieti di oggi. Il pericolo, secondo il ministero dell’Interno, è che iniziative simili possano «assumere connotazioni lesive [...] del valore nazionale che la Repubblica italiana ha attribuito con la citata legge allo spirito commemorativo in favore delle vittime delle leggi razziali, nonché di condanna alla persecuzione del popolo ebraico».«È stata una decisione giusta e di buon senso», ha dichiarato il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, «Noi non avevamo chiesto di vietare le manifestazioni in quanto tali, anche se abbiamo assistito a canti e balli in strada che invitavano a uccidere gli ebrei, bandiere israeliane bruciate, applausi ad Hamas per il 7 ottobre. Ma dover assistere a tutto questo nel Giorno in cui in tutto il mondo si ricordano 6 milioni di ebrei sterminati dal nazismo ci è parso davvero troppo».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)