Ogni anno 12 milioni di bambine si sposano. E siccome lo scempio dura da decenni, l'Unicef stima che oggi nel mondo ci siano 700 milioni di donne che sono state costrette a prendere marito prima di aver compiuto 18 anni. Vuol dire che una su cinque nel mondo si è sposata da adolescente.
Ogni anno 12 milioni di bambine si sposano. E siccome lo scempio dura da decenni, l'Unicef stima che oggi nel mondo ci siano 700 milioni di donne che sono state costrette a prendere marito prima di aver compiuto 18 anni. Vuol dire che una su cinque nel mondo si è sposata da adolescente.Il 17% delle spose giovanissime, 119 milioni, vive in Africa dove 40 milioni di ragazzine si sono sposate prima di compiere 15 anni. Nel Niger addirittura il 76% delle donne che hanno oggi tra i 20 e i 24 anni si è sposato prima di raggiungere la maggiore età e il 28% aveva meno di 15 anni. Nella Repubblica Centroafricana e nel Chad le spose under 15 sono il 30%; poco meno di una su tre. Agghiacciante.Il fenomeno è più frequente nei paesi in via di sviluppo ed è frutto tanto di fattori culturali quanto di povertà e di difficili condizioni di vita. Ma anche in Asia ci sono molte spose bambine: in Bangladesh sono il 59% di quelle che hanno tra i 20 e 24 anni. In Iran, dove le parole diritti e donne sono accostate raramente, ogni anno 30mila bambine under 15 sono costrette a diventare mogli di uomini adulti ma nel 2016 c'è stato il picco: 37.717.Ma dopo i dati drammatici, ecco quelli spaventosi: il fenomeno è arrivato in Europa. I Paesi nei quali è più diffuso sono la Bulgaria, dove secondo l'Ocse il 9% delle adolescenti è una sposa bambina, Portogallo e Estonia dove sono il 5%. In Spagna e Francia una donna su cento si è sposata prima dei 18 anni. E poi c'è il caso tedesco. Nel 2016 il ministero dell'Interno ha rivelato che nel Paese c'erano 1.475 minori sposati (1.152 femmine e 323 maschi), la maggior parte immigrati siriani. Si è anche scoperto che 361 di questi avevano, all'epoca, meno di 14 anni.La notizia ha innescato lo sdegno popolare che ha obbligato il Parlamento a fissare a 18 anni (prima era 16) l'età minima per il matrimonio e ad annullare tutte le unioni nelle quali uno dei due partner avesse meno di 16 anni al momento della cerimonia, comprese quelle celebrate all'estero. Una norma di buon senso, che intendeva tutelare prima di tutto le ragazzine costrette a sposarsi obbedendo, loro malgrado, a tradizioni famigliari, culturali e religiose. Peccato che l'anno scorso che la Corte federale di giustizia ha dichiarato la legge parzialmente incostituzionale per due motivi: il primo è che non può essere applicata retroattivamente (e quindi le unioni tra adulti e bambine restano validi davanti allo Stato) e, secondo, perché è stata sollevata l'eccezione culturale che rende possibili pratiche che altrimenti sarebbero vietate. Risultato: in Germania le bambine sono soggette non solo e non tanto alle leggi dello Stato ma a quelle della propria cultura. In Italia numeri attendibili non esistono ma non sono rari i casi in cui le forze dell'ordine scoprono unioni con minorenni. Uno dei più recenti riguarda Krista, 14 anni, nata e vissuta a Palermo, che è stata portata in Pakistan e lì costretta a prendere marito. All'inizio dell'anno, a Milano, una donna ha strappato i passaporti di tutta la famiglia per evitare che il marito, bengalese, portasse la figlia Shaila in Bangladesh per darla in sposa a un parente. L'anno scorso un rom di nazionalità serba è stato condannato a Firenze per aver venduto la figlia tredicenne a quello che sarebbe dovuto diventarne il marito. Il prezzo? Quindicimila euro.
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Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
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Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.