2019-07-06
In Italia mancano i farmaci contro il cancro
I grossisti acquistano qui a un costo competitivo e poi rivendono all'estero a prezzi maggiorati. E a noi tocca comprare da altri Paesi con lunghe attese. In Toscana terapia sospesa a 25 pazienti oncologici. Penuria per 200 prodotti, anche per Parkinson e osteoporosi.Torna alla ribalta il problema della carenza di farmaci. L'allarme è arrivato nei giorni scorsi dalla Toscana, per l'esaurimento delle scorte di mitomicina, usata per la prevenzione delle recidive nel tumore della vescica. Rischiano di restare senza trattamento 25 pazienti dell'ospedale Careggi di Firenze e altri a Pisa. Lo stesso governatore toscano, Enrico Rossi, rassicurando sul fatto che la Regione sta cercando di acquistare il farmaco all'estero, ha fatto presente che già da gennaio l'Agenzia del farmaco (Aifa) era al corrente della situazione, si legge in una nota, ma l'autorizzazione alla procedura è arrivata solo a luglio, mettendo a rischio la continuità di cura per questi pazienti. Il fenomeno non è nuovo, ma sta crescendo in modo esponenziale in tutta Europa, come ha detto in questi giorni Luca Li Bassi, direttore generale dell'Aifa, all'assemblea pubblica di Farmindustria. L'elenco dei farmaci mancanti, pubblicato sul sito dell'Agenzia, è di 68 pagine, ma si riferisce a circa 200 medicinali: la classificazione è complessa. Tra questi spiccano: antitumorali, antibiotici, antipsicotici, vaccini, farmaci per l'osteoporosi, il Parkinson e dolori neuropatici per i quali possono mancare alternative. Secondo Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, la carenza di farmaci «è probabilmente dovuta al fatto che abbiamo prezzi mediamente più bassi del 20-25% rispetto ad altri Paesi d'Europa». Questa situazione espone il settore a delle speculazioni sul costo dei farmaci come il commercio parallelo. Grossisti e distributori comprano i medicinali dove costano meno, cioè in Italia, e li rivendono dove costano di più, come in Germania. L'anticancro di cui è carente la Toscana, secondo Rossi, viene rivenduto all'estero a un prezzo dieci volte più alto. È tutto legale, fa parte del libero scambio tra Paesi Ue, ma intanto i pazienti italiani restano senza farmaco e le aziende sanitarie devono, paradossalmente, spendere molto di più per ricomprare il farmaco all'estero. Il commercio parallelo, secondo Li Bassi, non è però l'unica causa del fenomeno. La carenza di centinaia, anzi migliaia di farmaci, ha spiegato il direttore Aifa, cresce in modo esponenziale non solo in Italia, ma anche in Spagna, Portogallo, Francia, Olanda, Norvegia, Austria, Slovenia e perfino in Svizzera. Sulla questione è intervenuto anche Pierluigi Petrone, presidente di Assoram, l'associazione dei distributori primari di farmaci. Alla rivista AboutPharma ha spiegato che esiste una «confusione tra carenze e indisponibilità. Le prime dipendono dai siti produttivi e le seconde dall'accaparramento da parte di operatori sul mercato. Lo Stato concede troppe licenze di vendita all'ingrosso mentre dovrebbe darle solo a chi ha determinati requisiti». I problemi produttivi, fa sapere Farmindustria, interesserebbero circa il 10% delle carenze, ma c'è una fuga della produzione di farmaci più vecchi. Il rapporto Nomisma, presentato in questi giorni, segnala che per i generici, tra il 2010 e il 2016, i ricavi sono cresciuti del 67%, due punti in meno dei costi (+ 69%). A causa dell'assottigliarsi del margine di guadagno, a dieci anni dalla scadenza del brevetto, il tasso di partecipazione alle gare, da parte delle aziende, è quasi zero. Alcuni farmaci rischiano di sparire dal mercato per scarsa redditività. È il destino che ha già segnato un antitumorale (fluorouracile) e che toccherà anche all'associazione piperacillina/tazobactam per le infezioni polmonari. Sul fronte delle soluzioni possibili, Li Bassi segnala che «ci sono dinamiche che devono essere comprese». L'Unione europea ha istituito una vera e propria task force per studiare i flussi internazionali dei farmaci. A tale proposito l'Agenzia europea dei medicinali (Ema), ha pubblicato due documenti con linee guida sulle modalità di segnalazione delle mancate disponibilità e comunicazione delle alternative di cura. In Italia lo scorso 2 luglio si è riunito il tavolo tecnico del ministero della Salute con i rappresentanti della filiera. Molta attenzione è stata data alla conversione in legge del decreto Calabria, che ha introdotto la facoltà per l'Aifa di bloccare temporaneamente le esportazioni di farmaci in caso di necessità, come è stato recentemente per un anti Parkinson, il Sinemet, tornato disponibile quando si è bloccata l'esportazione. Un altro suggerimento è far importare direttamente i medicinali mancanti dalle filiali estere delle aziende, allo stesso prezzo pattuito in Italia. La speranza è che il paziente sia messo davvero al centro.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.