2020-02-28
In Giappone si materializza l’incubo: paziente guarita si ammala di nuovo
Carl Court (Getty Images)
Primo caso di recidiva al mondo. Nel Sol Levante la situazione è critica, Olimpiadi ad altissimo rischio. Donald Trump stanzia 2,5 miliardi e attacca la sinistra allarmista. L'Ue: «Stati membri non chiuderanno i confini».Non si arresta la diffusione del coronavirus in giro per il mondo. Ieri, il Giappone ha annunciato 16 nuovi casi, portando il numero totale dei contagiati a 907. Per il momento, le vittime del morbo sul territorio risulterebbero almeno otto, mentre una donna di quarant'anni ha avuto una ricaduta: ammalatasi a gennaio, era stata dimessa a inizio febbraio, fin quando ieri è stata trovata positiva per una seconda volta. È il primo caso di recidiva al mondo. Il governo nipponico ha decretato la chiusura delle scuole a partire da lunedì per un periodo di almeno due settimane. Del resto, la crisi del coronavirus costituisce una spada di Damocle anche per le Olimpiadi di Tokyo del 2020: Olimpiadi sul cui destino l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato ieri di non aver ancora preso una decisione. Tutto questo, mentre il Canada ha annunciato un nuovo caso, portando il numero complessivo dei propri contagi a 13.Preoccupazione si registra anche da parte di Parigi, con il presidente francese, Emmanuel Macron, che ha dichiarato: «Siamo davanti a un'epidemia» che bisogna «affrontare al meglio». L'inquilino dell'Eliseo ha comunque escluso ieri l'intenzione di bloccare le frontiere con l'Italia (come invece chiesto da Marine Le Pen). La situazione resta poi difficoltosa in Iran, dove - nelle ultime ore - anche svariati esponenti delle istituzioni hanno contratto il virus. Se il Libano ha inoltre reso noto il suo terzo caso di contagio, l'Oman ha annunciato ieri il quinto. Nel frattempo, sempre ieri sono stati rimpatriati cinque cittadini spagnoli dalla città di Wuhan (epicentro dell'epidemia). Il numero dei contagiati in Svizzera nelle ultime ore è invece salito a cinque, mentre si sono registrati due ulteriori casi in Gran Bretagna.Gli Stati Uniti stanno frattanto prendendo le loro contromisure. Mercoledì scorso, Donald Trump ha nominato il vicepresidente Mike Pence coordinatore nella gestione della crisi e ha annunciato uno stanziamento di 2,5 miliardi di dollari per fronteggiare il problema, pur non escludendo la possibilità di un incremento delle risorse (come auspicato dai senatori democratici). L'inquilino della Casa Bianca ha comunque accusato l'opposizione di diffondere inutile allarmismo, definendo in tal senso la Speaker della Camera Nancy Pelosi una «incompetente». Il presidente ha inoltre escluso (almeno per il momento) di imporre restrizioni ai viaggi in Italia e Corea del Sud.Ieri, il segretario alla Sanità statunitense, Alex Azar, ha difeso la linea di Trump sul coronavirus. «Il rischio immediato per il popolo americano rimane basso, in buona parte per le decisive misure prese dal presidente finora», ha non a caso dichiarato. Nelle stesse ore, Nancy Pelosi ha annunciato sforzi bipartisan al Congresso, per cercare di fornire una risposta organica al problema: una linea fatta sostanzialmente propria anche dal capogruppo repubblicano al Senato, Mitch McConnell. Non è comunque chiaro se questi tentativi di azione bipartisan andranno a buon fine, visto che - sempre ieri- la Pelosi non ha perso occasione per esprimente pubblicamente severe riserve sull'adeguatezza di Pence nell'affrontare la diffusione del morbo.La questione del coronavirus rischia di produrre significative conseguenze anche sulla campagna elettorale per le presidenziali americane del prossimo novembre. Trump teme impatti negativi per l'economia, soprattutto alla luce del fatto che Wall Street appaia ormai sempre più in affanno. E, negli ultimissimi giorni, svariati candidati alla nomination democratica hanno criticato il presidente per la gestione dell'emergenza: da Mike Bloomberg a Bernie Sanders, passando per Joe Biden. Trump, dal canto suo, ha difeso il proprio operato, mentre - stando a quanto riportato alcuni giorni fa da Politico - il suo consigliere al Commercio, il colbertista anticinese Peter Navarro, vorrebbe approfittare della situazione per spingere le aziende americane ad abbandonare la Cina e far così tornare svariati posti di lavoro sul suolo statunitense.Al di là della polemica politica contingente, è chiaro che il presidente si giochi molto sul coronavirus. Non solo dovrà fronteggiare adeguatamente un'eventuale crisi ma è anche per lui impellente che l'economia - da sempre suo fiore all'occhiello sul fronte elettorale - non subisca scossoni troppo forti. Ciò detto - nonostante i rischi - questa situazione potrebbe paradossalmente avere anche dei risvolti positivi per Trump. La questione del coronavirus rischia infatti di rappresentare un ulteriore duro colpo, in termini di immagine, alla globalizzazione e alle sue dinamiche. Sul fronte europeo, invece, fonti Ue spiegano che «è vero che in Italia sono stati effettuati moltissimi test, ma questo è successo anche in altri Stati membri, quindi il numero dei controlli non è sufficiente a spiegare l'aumento dei casi. Inoltre, non stiamo avendo molti falsi positivi». Le stesse fonti aggiungono che «non abbiamo indicazioni che gli Stati membri europei abbiano intenzione di introdurre controlli alle frontiere per il coronavirus». La portavoce della Commissione Ue, Dana Spinant, ha poi precisato che non è arrivata «alcuna richiesta ufficiale» per mobilitare il Fondo europeo di solidarietà a favore dell'Italia».