2019-04-16
In Emilia i medici denunciano i giudici per difendere la cacciata di Venturi
L'assessore regionale alla Salute è stato radiato dall'Ordine per le sue scelte in giunta. Sul procedimento c'è un'indagine.In Emilia Romagna, sul caso delle ambulanze con soli infermieri a bordo ma, soprattutto, sul dualismo deontologia-politica prosegue lo scontro senza esclusione di colpi.Il presidente dell'Ordine dei medici Giancarlo Pizza, due settimane dopo l'avvio delle indagini per abuso d'ufficio sui nove medici presenti nella seduta di dicembre che votarono a favore della radiazione di Sergio Venturi, medico e assessore alla Sanità della Regione, ha denunciato alla Procura di Ancona il procuratore Giuseppe Amato e il pm Flavio Lazzarini, titolare del fascicolo d'indagine, che con l'inchiesta avrebbero «debordato» rispetto alle loro funzioni. In particolare, chiedendo di «verificare la legittimità dell'operato della Procura di Bologna che indaga sui nove consiglieri dell'Ordine dei medici». Nessun addebito invece per i tre componenti che si erano espressi contro il provvedimento.In sostanza, secondo Pizza la Procura non avrebbe tenuto conto delle norme che prevedono, nel caso in cui un provvedimento disciplinare venga ritenuto illegittimo, di ricorrere alla commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie, l'organo disciplinare di appello. La Procura avrebbe dovuto intervenire in quella sede, e non con un'indagine penale.Nel dettaglio è lo stesso presidente dell'Ordine, che non è indagato, a far sapere che «ha promosso presso la sede inquirente territorialmente competente, cioè Ancona, una verifica della legittimità delle azioni condotte dalla Procura della Repubblica di Bologna». «L'Ordine, pur avendo prestato la più ampia e incondizionata disponibilità rispetto alle richieste della Procura, ben oltre ogni dovere di collaborazione istituzionale, constata con rammarico che le indagini, dichiaratamente esplorative, condotte dagli organi inquirenti in merito alla nota vicenda della radiazione di un medico iscritto, siano confluite nella formulazione di ipotesi di reato, quali l'abuso di ufficio, inimmaginabili e certo non attribuibili a membri della commissione disciplinare per il doveroso esercizio delle proprie funzioni». La radiazione di Venturi, per una delibera da lui firmata che aveva consentito la presenza a bordo delle ambulanze dei soli infermieri specializzati, senza medici, è stata impugnata dalla regione Emilia Romagna davanti alla Corte costituzionale.In conclusione, secondo Pizza, al quinto mandato, «in tale contesto legislativo tutti gli enti e organi istituzionali ivi contemplati, Ordine, commissione medica, ministero della Sanità e Procura, trovano compiutamente delineati e assegnati i rispettivi ruoli, competenze e funzioni cui dovrebbero essere conformate e improntate le rispettive operatività pariteticamente esercitabili anche quali necessari possibili contraddittori avanti quel giudice speciale, rappresentato dalla nominata Cceps, avente esclusività giurisdizionale in materia disciplinare, e, in ultima istanza, avanti la Suprema corte di cassazione».«Sarà la Procura di Ancona a decidere se e quali altri reati, oltre all'abuso d'ufficio, si configurano», dice l'avvocato Giovanni Del Buono, «ma uno scontro come questo tra deontologia e politica non mi era mai capitato. In altri casi però, le azioni di un medico, pur con funzioni diverse, sono sempre state giudicate in base alle conseguenze sul malato e sulla comunità. Secondo la Procura di Bologna, invece, il comportamento dell'assessore non va sanzionato. Se è così o c'è qualcosa di poco chiaro o di non correttamente istituzionale».I magistrati bolognesi, infatti, hanno acquisito i documenti e studiato le carte partendo dalla tesi che la radiazione non fosse legittima perché Venturi è sì un medico, ma quella decisione la prese come assessore, quindi in veste di politico. Non solo: la delibera che fissava le linee guida fu un atto collegiale della giunta, non del singolo assessore. Quindi per la Procura non solo non si poteva procedere contro Venturi ma l'assessore avrebbe addirittura subito un danno. Questa peraltro è la stessa linea difensiva dell'assessore che ha fatto ricorso alla commissione disciplinare centrale di Roma, mentre la Regione si è rivolta alla Corte costituzionale, non senza aver chiesto anche l'intervento del governo e del premier Giuseppe Conte.Deontologia contro politica: come andrà a finire? «Vincerà la deontologia» afferma il prof Ivan Cavicchi docente di filosofia della medicina a Tor Vergata, «non dobbiamo dimenticare che i doveri professionali dei medici sono la prima garanzia per la difesa dei diritti delle persone. Non mettere il medico in condizione di garantire i suoi doveri, o peggio negandone il ruolo, o togliergli delle competenze, è come colpire il cittadino. Non bastano le ragioni finanziarie della Regione Emilia Romagna per giustificare la subordinazione della deontologia alla politica. Per fortuna».