Se a nessuno importa un bel niente che spariscano 28 bimbi al giorno

Nel dramma dell'emigrazione c'è un dato che non è stato sufficientemente valutato: quello dei bambini scomparsi. Eppure siamo circondati da «buonisti» di tutti i colori politici, in un'Europa ormai caratterizzata dall'esistenza e dalla proliferazione di muri e barriere protettive, più o meno elettroniche, che impediscono sempre di più il passaggio dei «clandestini» da un Paese all'altro. Chi sono gli scomparsi o gli invisibili? E quanti sono?

Secondo Oxfam (un'organizzazione mondiale di difesa dei diritti umani), quest'anno, sino al 31 luglio, in Italia sono sbarcati 13.706 bambini e adolescenti non accompagnati da genitori: più del doppio rispetto all'anno scorso. Circa il 35% di essi si trova in Sicilia (quasi 4.800). Ma il sistema è fortemente «lacunoso e inadeguato». Tanto che almeno 28 bambini ogni giorno scompaiono, nessuno ne sa più nulla. Nei primi sei mesi del 2016 si sono perse le tracce di 5.222 bambini e ragazzi. Sono prevalentemente egiziani (23,2%), somali (23,1%), eritrei (21,1%). Tutte le Ong denunciano il fenomeno, ma rimangono inascoltate.

Nel 2015 i bambini scomparsi non si sono più ritrovati, non solo in Italia, ma anche nel resto d'Europa: oltre 10.000 bambini stranieri diventati invisibili dopo l'arrivo nel Vecchio Continente, secondo l'Europol. E nessuno li cerca. Che fine hanno fatto?

Le voci sono tante, le prove ancora scarse. Anche perché, quando si tratta di «fughe da casa» o sottrazione di bambini da parte di un familiare (in seguito all'incremento del numero di separazioni delle coppie), le segnalazioni non mancano. Ma se qualche minore viene rapito, se i minori fuggono dalle guerre o da catastrofi naturali, tutto diventa più difficile.

Il rischio che bande criminali siano interessate al fenomeno delle sparizioni diventa ogni giorno più alto. Karen Shalev Greene, dell'Università di Portsmouth, ha compiuto una ricerca molto accurata sul fenomeno dei bambini migranti e ha accertato che «questi minori esprimono il desiderio di andare in Germania e, se scompaiono, le autorità presumono che i trafficanti li abbiano portati in Germania attraverso l'Austria». Di fatto questi bambini diventano invisibili e nessuno sa nulla della loro sorte.

Adesso sta provando a capirne di più, in modo artigianale, la Croce rossa, che ha realizzato un database con 300 minori non accompagnati e il loro identikit: uno strumento in grado di riconoscere il volto dei bambini e ragazzi «orfani» inseriti nel sistema. Dai numeri che conosciamo (oltre 10.000 scomparsi, ma se calcoliamo anche gli anni passati sicuramente potrebbero arrivare a decine di migliaia), si tratta di una goccia nel mare. Secondo Missing children Europe, un cartello che rappresenta 30 Ong di 24 Paesi, «muovendosi da Paese a Paese è chiaro che debba esistere un coordinamento a livello europeo». Un coordinamento che ancora non esiste. Quello di Missing è un tentativo generoso, ma ancora molto debole, perché non coinvolge direttamente le istituzioni dei singoli Paesi europei e neppure quelle della sola Ue.

I rischi che corrono i bambini e gli adolescenti sono intuibili: adozioni illegali e compravendita di minori dai trafficanti, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione minorile, lavoro nero coatto con tanto di «caporali» e, quel che è peggio, anche traffico di organi.

Qualche anno fa, ho denunciato in un libro (Orrori, Sperling e Kupfer editori) molti casi di bambini, soprattutto albanesi, comprati e venduti. A Zapping (un programma di Radio 1 che ho condotto per oltre 18 anni) ho promosso campagne sulle violenze contro i minori e ho trasmesso testimonianze anonime di medici e infermieri, in diretta radiofonica, su casi di espianti e trapianti illegali con organi rubati.

Ma ora la situazione è ancor più peggiorata con l'immigrazione incontrollata e selvaggia, in cui a pagare sono anche i bambini indifesi nell'indifferenza di tutti. Proprio nei giorni scorsi è stato scoperto all'ospedale San Carlo di Milano il caso di un profugo «forse operato senza consenso», vittima del traffico internazionale di organi gestito da bande criminali.

Adesso è in corso negli ospedali milanesi un'inchiesta per accertare se vi siano stati casi simili di vendita di reni e di altri organi anche di bambini. E pensare che la nostra legge punisce direttamente i trafficanti. Il prelievo di organi da una persona vivente a fini commerciali è punito con la reclusione da 3 a 12 anni.

Qualche mese fa alcuni migranti hanno riferito a un pm di Palermo che i trafficanti costringono chi vuol traversare il Mediterraneo, e non ha soldi per farlo, a vendere un organo. Tutto questo avviene nell'indifferenza generalizzata delle istituzioni, compresa quell'Autorità di garanzia per l'infanzia che ha visto per quattro anni come presidente Vincenzo Spadafora, uomo dell'Unicef, ma soprattutto amico di politici come Alfonso Pecoraro Scanio, Francesco Rutelli e poi Matteo Renzi. Quest'ultimo, alla fine, lo ha mollato non riconfermandolo più come garante (200.000 euro l'anno), preferendogli Filomena Albano, giudice del tribunale di Roma. Non credo però che con una magistrata le cose cambieranno molto. Forse questo inutile ente si potrebbe sciogliere, al pari del Cnel. Si risparmierebbero sicuramente un bel po' di milioni di euro.

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