2025-05-28
Il vento è cambiato: ora sul fine vita Zuppi pare Ratzinger
Il capo della Cei scorda i distinguo: chiede cure palliative certe nelle regioni ed è contro norme che ledono la dignità dei fragili.Lo spirito di papa Leone XIV ha percorso l’Aurelia senza trovare traffico e si è seduto anche in mezzo ai vescovi. Lo dimostra la prima Conferenza episcopale permanente, storico santuario del progressismo in tonaca, nella quale il cardinale Matteo Zuppi scandisce per la prima volta - con una chiarezza che sfiora l’invettiva - parole attese da anni: «Esprimiamo il pressante auspicio che le recenti sentenze con le quali la Corte costituzionale è nuovamente intervenuta sulla vita umana al suo sorgere e nella fase conclusiva non conducano a soluzioni legislative che finiscono con il ridimensionare l’infinita dignità della persona dal concepimento alla morte naturale».Contrordine eccellenze, ora le posizioni in difesa della vita si possono manifestare con il punto esclamativo. Nel discorso introduttivo ai lavori romani, il presidente della Cei punta il dito contro la facilità con cui la Consulta stravolge leggi morali e leggi dello Stato sull’utero in affitto (le due mamme) e sul suicidio assistito e richiama le istituzioni ad attivarsi per confezionare norme che onorino la persona dal feto all’ultimo respiro naturale. Una picconata alla cultura dell’aborto facile, un no secco ai maneggi radicali a favore dell’eutanasia, con l’uso delle sentenze come grimaldello. Il vento è cambiato in Vaticano e Zuppi ha colto in pieno il messaggio.Fino a qualche mese fa solo Francesco, con il richiamo a non cedere «alla cultura dello scarto», aveva messo un punto fermo su tematiche delicate che il mondo progressista utilizza per procedere speditamente verso la secolarizzazione dei valori. Con un Leone sotto la cupola di San Pietro, tutta la Chiesa ha trovato il coraggio di declinare quel «dite sì sì, no no, il di più viene dal Maligno» di Gesù Cristo (Vangelo di Matteo) senza troppe sfumature gesuitiche. Aggiunge il presidente dei vescovi: «Tutto ciò ci induce a ribadire la necessità di interventi che tutelino nel miglior modo possibile la vita, favoriscano l’accompagnamento e la cura nella malattia, sostengano le famiglie nelle situazioni di sofferenza». E poi l’invito accorato a dare completa attuazione alla legge sulle cure palliative.Qui il salto di qualità è ancora più grande. La Conferenza episcopale va oltre le sentenze, chiede che queste cure siano garantite a tutti in modo efficace e uniforme. Soprattutto, parole di Zuppi, «siano a livello nazionale». Con ciò discostandosi dalle svariate interpretazioni locali, con le Regioni rosse impegnate a battere il record di chi arriva prima all’eutanasia e quelle conservatrici a impedirlo. Un pasticcio che solo il Parlamento può risolvere, non certo Marco Cappato e i suoi boys della buona morte. Da qui «uno stringente appello al legislatore perché dia corso a un adeguato sviluppo di cure palliative e a una effettiva presa in carico da parte del sistema sanitario di chi versa in situazioni di grave sofferenza. La Chiesa avverte il dovere di annunciare in ogni tempo il Vangelo della vita ribadito da San Giovanni Paolo II nell’enciclica Evangelium Vitae». Una citazione da papa Wojtyla, in quel consesso, è più unica che rara. Seconda picconata: il numero uno della Conferenza episcopale ribadisce la contrarietà all’Europa con l’elmetto. «La Chiesa cattolica dice no a tutti i livelli al piano Rearme Europe. Non possiamo non ribadire che la produzione industriale che vuole riconvertire in armi alcune delle aziende in crisi non fa bene né alla nostra economia né al mondo». Difficile non individuare in queste frasi la volontà di tirare uno sberlone alla laicissima e guerrafondaia Bruxelles, Ursula von der Leyen e «volenterosi» compresi. Tutto ciò a beneficio dell’ala cattolica del Pd.Sulle aree calde del mondo la posizione dei vescovi è unanime. Per Gaza, scandisce Zuppi, «chiediamo il rispetto del diritto internazionale umanitario, l’ingresso di aiuti senza restrizioni, l’apertura di corridoi umanitari e, soprattutto, la promozione di un dialogo che possa realizzare la soluzione a due popoli, due Stati». Quanto alla volontà del Vaticano di aprire le sue porta a un summit per un cessate un fuoco in Ucraina, arriva un’ulteriore conferma: «La pace non è statica ma mette in movimento e coinvolge tutti. Ecco perché la Chiesa in Italia continuerà a impegnarsi per tessere relazioni, per alimentare il dialogo, per iniziare percorsi di riconciliazione e di sviluppo. Il cristiano è un artigiano di pace».Attraverso il suo presidente, la Cei chiede al governo la massima attenzione affinché non si creino nuove sacche di povertà. «Il lavoro povero aumenta le disuguaglianze di genere, territoriali e intergenerazionali e rende ancora più acuto il drammatico problema della casa. C’è bisogno di coraggiose politiche del lavoro, che sappiano tenere insieme l’esigenza di salari giusti e di produzioni coerenti con l’insegnamento della dottrina sociale della Chiesa. Senza lavoro non c’è rispetto della dignità».Il discorso introduttivo di Zuppi si conclude con un piccolo spot: «Esprimiamo gratitudine a quanti scelgono di destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica, ciò consente di realizzare migliaia di progetti in Italia e nel mondo. Siamo, poi, fiduciosi che si agisca a correzione, secondo gli impegni assunti, sugli interventi apportati unilateralmente dal governo, come anche da diversi altri precedenti, sul sistema dell’8xmille». L’ampliamento delle opzioni Irpef piace poco, anche perché i soldi per le opere di bene non bastano mai. Cominciare a eliminare quelli al corsaro Luca Casarini potrebbe essere un’idea.
Eugenia Roccella (Getty Images)
Carlotta Vagnoli (Getty Images)