2020-05-11
«Il taglio dell'Irap è il vero contributo alla liquidità delle aziende»
True
Riccardo Di Stefano, classe 1986, palermitano, vice presidente dei Giovani di Confindustria è in corsa per diventare presidente. Le elezioni avrebbero dovuto tenersi a maggio ma, vista la pandemia in corso, sono state spostate al 26 giugno. Ma questi giorni per l'amministratore dell'Officina Lodato non sono solo da dedicare alla campagna elettorale, c'è da affrontare la grande sfida del coronavirus e la partita dell'intervento pubblico sugli aiuti contro i tagli fiscali. Come immagina l'uscita dalla crisi?«La nostra economia è già stata duramente colpita. Quello che bisogna fare al più presto è riportare liquidità all'interno delle nostre imprese e nel nostro sistema economico. Le nostre aziende devono ricevere immediatamente i fondi indispensabili a garantirne la sopravvivenza. Ciò può avvenire solo attraverso una procedura di erogazione rapida e coerente con gli obiettivi per cui era nato il decreto liquidità. Purtroppo, invece, devo registrare le enormi difficoltà di tanti imprenditori che devono passare attraverso un'istruttoria iper burocratizzata che impedisce l'arrivo dei finanziamenti in tempi utili. L'iniezione di liquidità oggi è il carburante essenziale per far ripartire tutto il sistema produttivo. Un carburante che per contro hanno ricevuto i nostri competitor europei, in alcuni casi anche sotto forma di interventi a fondo perduto, riducendo ulteriormente la competitività dei nostri prodotti nel panorama dei mercati internazionali».A breve vedrà la luce il decreto Rilancio (già decreto aprile), che cosa dovrebbe fare il governo in termini di fisco?«La priorità oggi è quella di ridurre gli oneri fiscali a carico dell'impresa, che si tradurrebbero in un contributo immediato e automatico, trasversale a tutte le tipologie di aziende, come l'abolizione dell'Irap. Si tratta di una proposta coraggiosa presentata dal nostro presidente designato Carlo Bonomi ma che è assolutamente fattibile: bisogna abolire l'Irap invece di realizzare provvedimenti a pioggia che spesso implicano procedure che di sicuro alcune aziende non saranno in grado di realizzare negli stessi tempi di altre. Tagliare una tassa così contestata da tutto il sistema fiscale italiano sarebbe un intervento forte, che ridarebbe un segnale importante di fiducia nei confronti degli imprenditori. Imprenditori poi potranno investire e reinvestire nelle proprie aziende e nel Paese, contribuendo a quella crescita economica che è determinante per la tenuta delle finanze pubbliche. Noi spingiamo anche perché altre due leve economiche vengano attivate al più presto. In primis c'è il problema dei debiti commerciali della pubblica amministrazione. Un tema che ci auguriamo venga affrontato con il prossimo decreto».E gli investimenti pubblici?«Occorre sbloccare gli oltre 35 miliardi di opere pubbliche già finanziate che purtroppo giacciono ferme nei meandri della pubblica amministrazione. Un fattore importante per la nostra economia almeno quanto quello di una maggiore rapidità nel pagamento della cassa integrazione. Tutti questi provvedimenti darebbero la spinta per ripartire in un momento in cui gli imprenditori non vedono l'ora di poter tornare a lavorare a pieno regime. Il paradosso sulla cassa integrazione sta nel fatto che si parlava di tutelare quel po' di quella liquidità rimasta nelle aziende, cosa impossibile visto che gli imprenditori finiscono per anticipare le somme ai dipendenti».Che critiche vi arrivano dai vostri imprenditori sul decreto liquidità?«Dico solo che i documenti da presentare per accedere ai fondi sono 19. Le micro imprese, in particolare, hanno difficoltà a rivolgersi a una banca e ad adempiere a tutte queste richieste. Il primo problema è certamente quello della lentezza dell'erogazione. In secondo luogo il termine massimo per la restituzione del finanziamento è individuato in sei anni, una tempistica davvero insufficiente per riprogrammare la vita delle aziende. Quello che spesso non emerge è che la liquidità che serve alle aziende, è necessaria di certo per far fronte agli impegni commerciali, ma in molti casi anche per una vera e propria trasformazione di modelli di business che dovranno prevedere importanti investimenti infrastrutturali». Corre per la presidenza dei Giovani. Quali sono i pilastri del suo programma? «Attenzione alla manifattura, internazionalizzazione, education e formazione interna, sostenibilità e innovazione saranno i temi prioritari che affronteremo dal palco dei nostri convegni e nei territori. È il momento di chiedere con forza politiche nazionali risolute per la rinascita industriale ed economica del nostro Paese. Lavoreremo con tutte le nostre energie per rendere l'Italia moderna, innovativa, sostenibile ed inclusiva. Affermeremo la necessità di ripartire dai fattori di competitività e dal consolidamento della nostra manifattura. Occorre ricostruire la lacerazione del nostro tessuto industriale, iniziando dalla difesa del Made in Italy e del nostro posto nelle filiere globali, dove la competizione è particolarmente inasprita, soprattutto oggi che viene integralmente riformulato il perimetro della globalizzazione».
(Ansa)
L'ad di Cassa Depositi e Prestiti: «Intesa con Confindustria per far crescere le imprese italiane, anche le più piccole e anche all'estero». Presentato il roadshow per illustrare le opportunità di sostegno.
Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)