2018-06-27
Il Sole 24 Ore non trova il nuovo amministratore delegato
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A due settimane dall'uscita di Franco Moscetti è ancora tutto fermo. Pressioni su Emma Marcegaglia per il posto di Giorgio Fossa, ma arriva il no dell'ex numero uno di Confindustria.C'è tensione ai piani alti del Sole 24 Ore. A distanza di due settimane dall'addio di Franco Moscetti non è ancora stato trovato un sostituto. O meglio, l'unico al momento rimasto in corsa è Giuseppe Cerbone, amministratore delegato dell'agenzia di stampa Ansa. A quanto risulta alla Verità avrebbero rifiutato l'offerta sia Fabio Vaccarono sia Alessandro Bompieri, ex Sole ora entrambi in Rcs. Cerbone è già stato avvistato nei giorni scorsi in viale Monterosa, ma la questione non è ancora stata risolta. A quanto pare in viale dell'Astronomia vorrebbero nominare in contemporanea il sostituto del presidente del consiglio di amministrazione Giorgio Fossa, anche se potrebbe essere un autogol da parte del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che lo nominò nel 2016. Di sostituti non se ne trovano neanche per questo incarico o forse, più semplicemente, in pochi hanno voglia di affrontare un dossier così spinoso. Sono state fatte pressioni sul presidente di Eni Emma Marceglia, che però, per questioni di stile e incarichi, ha preferito declinare l'offerta. Insomma è tutto fermo, mentre il quotidiano di via Monterosa ha praticamente esaurito i quasi 50 milioni di euro di ricapitalizzazione e perde quasi 180.000 euro al giorno.Eppure sui destini del Sole 24 Ore si sta giocando il suo mandato alla presidenza di Confindustria Vincenzo Boccia. Viale dell'Astronomia è azionista di maggioranza e nel 2016 fu proprio Boccia a intestarsi la rinascita del quotidiano economico, dopo l'uscita di Gabriele Del Torchio dopo appena sei mesi di incarico per dissidi con Luigi Abete. Gli ultimi due anni sono stati difficili. Pendono ancora le inchieste della procura di Milano e della Consob. Moscetti entrò in carica il 15 novembre del 2016, gli è toccato gestire la ricapitalizzazione del gruppo, ma soprattutto sotto il suo operato si è provato a tagliare il più possibile i costi. Ma il buco non è rientrato. Per di più l'aria dentro Confindustria non è semplice dopo la caduta del governo di centrosinistra e in particolare la fine politica di Matteo Renzi, sempre più una meteora, ma su cui proprio Boccia aveva voluto investire, sin dai tempi del referendum istituzionale del 2016. Matteo Salvini, segretario della Lega e vicepremier, lavora da tempo per demolire l'ala romana confindustriale. Lo appoggiano Assolombarda, come le confindustrie di Veneto e Piemonte. La grana Sole 24 ore è spinosa. Lo stesso comitato di redazione, dopo l'uscita di Moscetti, ha giudicato la scelta dell'ormai ex amministratore delegato, come «Una decisione che, senza fornire spiegazioni, decapita l'azienda, priva in questo momento anche del cfo e con ancora pendente un'inchiesta della Procura di Milano e della Consob». Soprattutto i giornalisti hanno attaccato l'azienda sulle possibili buonuscite di Moscetti. «Ebbene - scrivono - noi non pagheremo queste buonuscite. Lo faccia l'azionista. A noi non resta che aspettare che l'azione di responsabilità nei confronti di chi ha commesso negli anni scelte sciagurate, come più volte da noi richiesto, trovi finalmente attuazione». Sulla cifra incassata dall'ex numero uno di Amplifon non ci sono ancora dati certi. Ma arriveranno.
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