2022-08-05
Il ritorno di Draghi dopo la caduta «Fin qui i più bravi, ma adesso...»
Il premier rivendica i dati economici bacchettando Confindustria («Previsioni smentite»), poi indica nubi nere all’orizzonte: «Per l’autunno previsioni preoccupanti». Schiaffo a Giorgia Meloni: «Su Ita decidiamo noi».Per la prima volta, da quando è caduto il governo, e dopo giorni di silenzio, Mario Draghi ieri sera è tornato a parlare in pubblico con una conferenza stampa davanti ai giornalisti. Per annunciare «un altro provvedimento di aiuto alle imprese e di proporzioni straordinarie». Una parola ricorrente, nella prima parte del suo intervento. Che è iniziato con il solito rito dei ringraziamenti, come quelli al ministro dell’Economia Daniele Franco seduto accanto a lui «che tra quest’anno e l’anno scorso ha prodotto tre finanziarie? Quattro? In sostanza un impegno veramente straordinario, non credo abbia precedenti ma tante cose non hanno precedenti ormai». E poi grazie al ministro della Transizione ecologica, anche lui presente sul palco, Roberto Cingolani, e al sottosegretario Roberto Garofoli. Bravi loro e tutto il governo, insomma, perché «l’andamento dell’economia è di gran lunga migliore del previsto, merito della capacità degli italiani, delle imprese e della politica del governo che ha mantenuto l’obiettivo del deficit», ha detto. Spiegando, in riferimento al dl Aiuti bis approvato ieri in cdm, che «oggi interveniamo di nuovo a saldi invariati, non c’è alcuno scostamento: possiamo farlo perché l’andamento dell’economia è di gran lunga migliore del previsto». E poi, i numeri: «La crescita annuale è pari al 3,4%, più di quanto stimato in aprile per tutte il 2022 dal Mef. Si tratta di un dato molto positivo, sia se lo confrontiamo con i dati recenti che con quelli degli altri Paesi. Negli ultimi vent’anni l’Italia non era mai cresciuta più del 2 per cento. La crescita dell’Italia è veramente straordinaria». E anche nel confronto internazionale secondo il Fmi, «siamo cresciuti più di Francia Germania, Usa, più della media area Ue. L’occupazione, dato più alto dal 1977, oltre il 60%. Circa 400.000 occupati in più rispetto all’anno scorso, circa la metà a tempo determinato». Ma dopo questa «illustrazione dei successi bisogna anche dire che ci sono nuvole all’orizzonte», ha aggiunto Draghi. Citando la «crisi energetica, l’aumento prezzo del gas e anche un rallentamento del resto del mondo», insomma «le previsioni sono preoccupanti per il futuro». Ma non è colpa del governo Draghi. Anzi. Le previsioni «terribili di inizio anno», e Draghi cita malignamente «Confindustria... l’1%...», sono state «smentite dai fatti, dobbiamo prepararci ad affrontare il terzo e quarto trimestre». E poi è colpa anche dell’incertezza politica, «non solo nostra ma incertezza geopolitica, le crisi che abbiamo nel resto del mondo». Insomma, il compito di proteggere la ripresa di fronte a un peggioramento del quadro internazionale è stato assolto. E tanti auguri a chi arriverà a Palazzo Chigi dopo le elezioni del 25 settembre. Tra i dossier su cui, invece, vuol decidere Draghi senza lasciarli in eredità al successore, c’è il destino della ex Alitalia, Ita: «L’obiettivo è procedere fino in fondo e la mia intenzione è di non lasciare la questione al prossimo governo. Abbiamo tempi brevissimi, dieci giorni». Uno schiaffo alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che puntava a frenare la privatizzazione. Rispondendo alle domande dei giornalisti, poi il premier uscente è tornato alle celebrazioni. Definendosi una sorta di mister Wolf che risolve i problemi, quando gli è stato chiesto cosa ne sarà dell’«agenda Draghi». E ha risposto così: «Non è che quando ho iniziato avessi un’agenda Draghi». Questa agenda è avere «la risposta pronta» alle «priorità che si presentino» dall’emergenza Covid al Pnrr, ed è fatta anche di «credibilità» perché «avere il credito internazionale alto come oggi è importantissimo per la crescita interna» e «per poter fare le riforme senza avere il vincolo esterno ostile». Certo, ha poi aggiunto rispondendo a un’altra domanda, «avrei preferito che la delega fiscale fosse approvata oggi, ma le forze politiche si sono impegnate a votarla il 7 settembre». Come farà l’Italia, allora, senza di lui? «Sono certo che qualsiasi governo arriverà, rispetterà gli obiettivi del Pnrr. È un impegno che l’Italia ha preso in termini di credibilità», ha detto usando di nuovo questa parola. E poi la doccia fredda per chi in platea anche ieri sera gli chiedeva se resterà un «nonno al servizio delle istituzioni» come aveva detto a dicembre. «Certo che nonno resto», è stata la risposta. Nella convinzione che «il terzo trimestre sia migliore di come oggi viene previsto anche da parte delle imprese» ha poi ricordato che «l’inflazione continuerà, il prezzo del gas non è previsto che diminuisca: tutto questo richiede non so quale formula politica, ma di certo servirà coesione sociale. Richiede clima di consapevolezza delle difficoltà che tutti gli italiani incontreranno negli ultimi mesi anno. Questo dovrebbe ispirare l’azione di governo». Del prossimo. Perché, aveva detto proco prima, «oggi alla fine del Consiglio dei ministri ho fatto gli auguri che si verifichino tutti i desideri e i sogni di chi deve fare la campagna elettorale» e «ho fatto i migliori auguri per chi va in vacanza». Auguri, appunto.