2019-02-20
L’Italia rifugio prediletto dei latitanti stranieri
Primule rosse o rozzi banditi scelgono l'Italia per la loro latitanza. La considerano il Paese dov'è più facile mimetizzarsi. Ospitiamo alcuni criminali tra i più pericolosi d'Europa: il 40 per cento dei romeni su cui pende un mandato di cattura si nasconde da noi. Gli albanesi che trafficano droga e sfruttano la prostituzione sono tra quelli che riescono a trovare maggiori appoggi e coperture, grazie alla massiccia presenza di connazionali arrivati in Italia con gli esodi degli anni Novanta. I romeni, perlopiù ladri d'auto o rame, hanno addirittura scalato ogni classifica fino a raggiungere numeri da record: il 40 per cento dei ricercati con mandato internazionale si trova in Italia. Assassini, trafficanti di esseri umani, di droga e armi, invece, sono soprattutto criminali nordafricani e mediorientali. Scelgono l'Italia per la loro latitanza. A volte vengono beccati per caso durante un semplice controllo. In altri casi c'è una stretta collaborazione tra gli investigatori italiani e l'intelligence del loro Paese d'origine. Primule rosse o rozzi banditi, considerano l'Italia il «Paese di Bengodi», dov'è facile mimetizzarsi. E se proprio dovesse andar male c'è sempre un buon Tribunale di sorveglianza (l'istituto che si occupa di valutare le pene alternative al carcere) al quale rivolgersi qualche tempo dopo l'arresto. C'è chi ha una taglia sulla testa, come Shane O' Brien, un ragazzone irlandese tutto tatuato, considerato tra i criminali più pericolosi d'Europa. Lo hanno soprannominato il nuovo Igor il russo e Scotland Yard è pronta a pagare 50.000 euro a chiunque riesca a fornire informazioni utili alla sua cattura. È latitante da quando ha ucciso un ragazzo in un pub. E dopo una piccola parentesi a Praga, sospetta l'Interpol, è in Italia, dove in un primo momento si è nascosto con un nome di copertura: Enzo Melloncelli.Aveva cambiato identità anche una latitante romena. E non solo una volta. Era ricercata a Bucarest da oltre cinque anni per associazione a delinquere finalizzata alle truffe. Il 10 novembre 2018 i poliziotti italiani l'hanno rintracciata a Marsala e l'hanno chiamata col suo vero nome: Niculina Soare. Lei ha risposto ed è stata ammanettata. A Canicattì, invece, Ioan Alexandru Mitrea, romeno anche lui ma residente in Inghilterra, ha dichiarato di essere in Sicilia per turismo. Doveva scontare, invece, quattro anni di carcere ed è stato arrestato.Canicattì è la meta scelta anche dal latitante Majdi Bouaicha, tunisino di 25 anni, trafficante di droga senza fissa dimora. Quando i poliziotti l'hanno riconosciuto ha tentato una fuga sui tetti come Liam Neeson in Taken 3. Alla fine si è fatto acciuffare. Il tunisino considerato imprendibile, invece, è Ismail Kammoun, l'uomo che evase clamorosamente dal carcere di Volterra dove stava scontando un «fine pena mai» per omicidio. Era uscito per un permesso premio e ha salutato il colle etrusco andandosene a spasso per Livorno. Poi ha fatto perdere le sue tracce. Per la polizia è furbo e pericoloso. Si è distinto per minor furbizia un altro evaso: Gentjan Nezaj, latitante albanese scovato a Mondragone. Era ricercato a livello internazionale con richiesta di estradizione verso l'Albania per una condanna della Corte di appello di Tirana, per produzione e traffico di droga. La polizia lo ha stanato nel gabinetto di un bar in cui era convinto di essersi nascosto bene. Era un trafficante di droga e, durante la latitanza, per sbarcare il lunario, si occupava anche di sfruttare le prostitute l'altro albanese che per nascondersi aveva scelto l'Italia: Dritan Shoraj. Passata la bufera è tornato in Albania ed è diventato un autorevole professore universitario con tanto di cattedra di economia all'Università di Tirana. Le inchieste su di lui hanno svelato che organizzava i traffici di cocaina da portare in Puglia con gommoni e motoscafi. Ma non si è mai preoccupato più di tanto di restare nell'ombra.Laureato, con un master in business administration, aveva perfino inserito il suo curriculum su un sito web: la mossa falsa che gli è costata l'arresto. Altra mente criminale era Houidi Noureddine, falsario tunisino che ha riempito le banche di mezza Europa con soldi falsi: apriva conti correnti depositando banconote di ottima fattura, poi prelevava dai bancomat e quando negli istituti di credito se ne accorgevano era troppo tardi. La polizia l'ha beccato a Pescara. Di soldi ne depositava pochi, nonostante ne maneggiasse tanti, Ahmed Salem detto Tyson, un ex pugile diventato carpentiere a Treviglio, in provincia di Bergamo. I carabinieri hanno scoperto che si trattava di un latitante egiziano accusato di omicidio nel Paese d'origine e l'hanno arrestato. La sua abitazione era diventata un market della droga. E di market della droga ne avevano messi su diversi due albanesi latitanti per anni tra Tirana e Rimini, Keci Astrit e Sufja Shkelqim. Poi per loro la pacchia è finita e sono stati ingabbiati. Anche un novello Pablo Escobar peruviano, che era ricercato dalle polizie di tutto il mondo poiché ritenuto responsabile di traffico di stupefacenti dal Sud America verso l'Europa, era in Italia: Jairo Sergino si era nascosto nella periferia romana di Torpignattara. E per qualche anno pure lui l'ha fatta franca.