2018-11-12
Il più esotico tra i frutti dell’inverno
L'ananas è un frutto solitamente associato all'estate. In succo o a fette, così fresco, leggermente acidulo, tanto dissetante: poca frutta è più gettonata dell'ananas nella stagione del solleone e dell'arsura. In realtà, l'ananas è un frutto invernale. E dal dna tropicale. Coltivato nel centro America e nell'Africa centrale, si raccoglie in ottobre e novembre (adesso) e da lì ci raggiunge per via aerea. Richiedendo molta luce e molto calore, il suo terreno è quello tropicale, però si coltiva sempre di più anche in serra: perfino in Siberia Orientale, nell'area di Primorye, dove, nel 2014, è partito un progetto di estensione dell'orticultura in serra per affiancare a cetrioli, pomodori, insalate e erbe aromatiche già prodotti con successo l'ananas.L'ananas ci piace molto, potremmo dire che si tratta del frutto esotico per noi meno esotico, ossia che sentiamo più vicino: pensate che in Europa l'ananas inscatolato è la frutta conservata più venduta. Tuttavia, l'ananas (spesso di serra) si trova tutto l'anno sugli scaffali del supermercato ed è perciò preferibile comprarlo e utilizzarlo fresco, soprattutto in questo periodo, anziché sciroppato. Oppure mettere in conto che quello inscatolato contiene conservanti e zuccheri aggiunti, il fresco no. Cos'è la bromelinaInoltre, l'ananas inscatolato è già tagliato in fette a ciambella, col buco al centro. Perché la parte interna, il cosiddetto torsolo anche se in realtà è il gambo, è più coriacea e molto meno dolce rispetto al resto del frutto, dunque viene rimossa. Ebbene, non è una buona idea. L'ideale è mangiare la fetta intera, perché la più parte della bromelina contenuta nell'ananas si trova lì. Infatti, l'industria alimentare rimuove i torsoli, ma quella farmaceutica li usa per estrarre la bromelina che vende sotto forma di integratore alimentare o di medicinale antinfiammatorio da banco come l'Ananase. Cos'è la bromelina? È un enzima proteolitico (cioè una proteina che trasforma altre proteine in amminoacidi). In soldoni, stimola e favorisce la digestione e di conseguenza il metabolismo. Miele, zucchero e rumPer questo motivo l'ananas è la frutta regina dei fine pasto, come per esempio nella cucina brasiliana. Nelle churrascherie si serve il churrasco, grigliata mista di carne su spiedi, ed è tipico terminare l'abbuffata di carne e magari anche di altri piatti non proprio leggerissimi e tipici della culinária do Brasil - un misto tra cucina indios, africana e portoghese - come la feijoada à brasileira (fagioli, carne di maiale e di vacca, spezie e accompagnamento di riso, insalata, farofa e arance) con l'immancabile ananas alla piastra con miele, zucchero, rum e cannella. Si può fare anche a casa, in teglia, tagliando l'ananas in quattro e usando i quattro quarti della buccia come vassoietti sui quali adagiare la polpa affettata, si condisce e si passa in forno. E sempre per l'aiuto digestivo dell'ananas, se non sono in generale diffusissime le ricette salate con la frutta, ce ne sono però tante con l'ananas. Dal riso fritto con anacardi e ananas agli spiedini di maiale e ananas, dal prosciutto e ananas alle quaglie e ananas e i filé de peixe com abacaxi (filetti di pesce con ananas). L'ananas si affianca spesso al salato di carne e pesce. Perché ci aiuta a elaborarne le proteine. Anche prima della cottura. Lo chef Ettore Bocchia, il fondatore della cucina molecolare italiana insieme col fisico dell'Università di Parma Davide Cassi, che sulla sua carta mise anche il delizioso piatto «L'ananas al cardinale con gelato alla crema raffreddato all'azoto liquido», consiglia di usare succo di ananas per ammorbidire la consistenza degli alimenti che in cottura tendono a indurire, come polpi, calamari, totani: marinateli dieci secondi in succo fresco d'ananas e la resa post cottura sarà tutt'altro che una pietra, provare per credere. Raffreddori e sinusitiRicordiamoci anche che la bromelina è termolabile. Quindi, ribadiamo, sempre usare succo d'ananas fresco per marinare e mai cuocere troppo a lungo l'ananas. La bromelina è anche antinfiammatoria: incrementa la produzione di plasmina, responsabile della fibrinolisi che riduce le infiammazioni di tipo batterico, virale o traumatiche (il succo d'ananas aiuta anche come antiflogistico post operatorio). La bromelina riduce l'ipertrofia delle mucose paranasali e col suo potere proteolitico fluidifica le proteine del muco con effetto mucolitico: anche grazie al contenuto di vitamina C, l'ananas è, quindi, un alleato naturale che ci aiuta a combattere sinusiti, raffreddori e altri malanni del sistema respiratorio che, in questa stagione, sono assai diffusi. La bromelina riduce anche gli edemi articolari e aiuta la lubrificazione di ossa e cartilagini quando questa è minata da patologie come l'artride reumatoide e l'artrosi. La bromelina, poi, ha fama di ottimo anticellulite che, non dimentichiamolo, è un'infiammazione. Ma l'ananas non contiene soltanto bromelina. Cento grammi di ananas (che per il 90% è costituito da acqua) presentano 50 calorie, 1 milligrammo di sodio e 109 milligrammi di potassio, 13 grammi di carboidrati, di cui 10 di zucchero e 1 di fibra, mezzo grammo di proteine e poi ben 47,8 milligrammi di vitamina C, vitamina E, vitamina B3, manganese, magnesio e triptofano. Si fa anche il vinoQualche fetta di ananas fresco non è soltanto un'ottima porzione di frutta o un sano spezzafame. Sono molti gli altri benefici del consumo abituale. Piccoli, ma importanti, come il controllo del peso e dei grassi ingeriti con l'alimentazione e quindi dell'ipercolesterolemia, la tutela del buonumore, il contrasto della dismenorrea e di flebiti e tromboflebiti, la biosintesi del collagene (pelle più turgida), l'aiuto all'intestino pigro e l'approvvigionamento di vitamine e sali minerali. Fate attenzione soltanto se assumete farmaci anticoagulanti: l'antiaggregazione piastrinica alla quale tende l'ananas può amplificare l'azione di quei farmaci. Quando lo acquistate fresco, sinceratevi che la buccia non sia troppo verde o grigia, tonalità che ne testimoniano l'acerbità, né troppo marrone, caso in cui sarebbe eccessivamente maturo. Qualche piccola curiosità: dalle sue foglie nelle Filippine dell'Ottocento si estraeva una fibra che, filata, diventava un tessuto chiamato batista d'ananas, molto diffusa seppure assai costosa prima che si preferisse il più economico cotone. Com'è per altri frutti, ad esempio la mela, si realizza anche un distillato alcolico, il vino di ananas che somiglia un po' al Moscato. Il succo di ananas è utilizzato con successo come alternativa naturale al mezzo di contrasto a base di ossido di ferro per gli esami alle vie biliari, permettendo un notevole risparmio economico (circa 28 euro al litro il mezzo di contrasto canonico) e un «risparmio» anche in termini di effetti collaterali. Chicche linguisticheInfine, se l'ananas può darvi grande soddisfazioni nel caso voi, come noi, parteggiate per il sovranismo linguistico, con quella sua versione italianizzata che è “ananasso" (in passato si usava anche al femminile, l'ananassa invece che la ananas), sempre la lingua ci fornisce un'altra chicca. Ananas è anche un toponimo: Ananás, per la precisione, è un comune del Brasile nello Stato del Tocantins, parte della mesoregione Ocidental do Tocantins e della microregione del Bico do Papagaio. I suoi abitanti si chiamano ananaensi.
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La consulenza super partes parla chiaro: il profilo genetico è compatibile con la linea paterna di Andrea Sempio. Un dato che restringe il cerchio, mette sotto pressione la difesa e apre un nuovo capitolo nell’indagine sul delitto Poggi.
La Casina delle Civette nel parco di Villa Torlonia a Roma. Nel riquadro, il principe Giovanni Torlonia (IStock)
Dalle sue finestre vedeva il Duce e la sua famiglia, il principe Giovanni Torlonia. Dal 1925 fu lui ad affittare il casino nobile (la villa padronale della nobile casata) per la cifra simbolica di una lira all’anno al capo del Governo, che ne fece la sua residenza romana. Il proprietario, uomo schivo e riservato ma amante delle arti, della cultura e dell’esoterismo, si era trasferito a poca distanza nel parco della villa, nella «Casina delle Civette». Nata nel 1840 come «capanna svizzera» sui modelli del Trianon e Rambouillet con tanto di stalla, fu trasformata in un capolavoro Art Nouveau dal principe Giovanni a partire dal 1908, su progetto dell’architetto Enrico Gennari. Pensata inizialmente come riproduzione di un villaggio medievale (tipico dell’eclettismo liberty di quegli anni) fu trasformata dal 1916 nella sua veste definitiva di «Casina delle civette». Il nome derivò dal tema ricorrente dell’animale notturno nelle splendide vetrate a piombo disegnate da uno dei maestri del liberty italiano, Duilio Cambellotti. Gli interni e gli arredi riprendevano il tema, includendo molti simboli esoterici. Una torretta nascondeva una minuscola stanza, detta «dei satiri», dove Torlonia amava ritirarsi in meditazione.
Mussolini e Giovanni Torlonia vissero fianco a fianco fino al 1938, alla morte di quest’ultimo all’età di 65 anni. Dopo la sua scomparsa, per la casina delle Civette, luogo magico appoggiato alla via Nomentana, finì la pace. E due anni dopo fu la guerra, con villa Torlonia nel mirino dei bombardieri (il Duce aveva fatto costruire rifugi antiaerei nei sotterranei della casa padronale) fino al 1943, quando l’illustre inquilino la lasciò per sempre. Ma l’arrivo degli Alleati a Roma nel giugno del 1944 non significò la salvezza per la Casina delle Civette, anzi fu il contrario. Villa Torlonia fu occupata dal comando americano, che utilizzò gli spazi verdi del parco come parcheggio e per il transito di mezzi pesanti, anche carri armati, di fatto devastandoli. La Casina di Giovanni Torlonia fu saccheggiata di molti dei preziosi arredi artistici e in seguito abbandonata. Gli americani lasceranno villa Torlonia soltanto nel 1947 ma per il parco e le strutture al suo interno iniziarono trent’anni di abbandono. Per Roma e per i suoi cittadini vedere crollare un capolavoro come la casina liberty generò scandalo e rabbia. Solo nel 1977 il Comune di Roma acquisì il parco e le strutture in esso contenute. Iniziò un lungo iter burocratico che avrebbe dovuto dare nuova vita alle magioni dei Torlonia, mentre la casina andava incontro rapidamente alla rovina. Il 12 maggio 1989 una bimba di 11 anni morì mentre giocava tra le rovine della Serra Moresca, altra struttura Liberty coeva della casina delle Civette all’interno del parco. Due anni più tardi, proprio quando sembrava che i fondi per fare della casina il museo del Liberty fossero sbloccati, la maledizione toccò la residenza di Giovanni Torlonia. Per cause non accertate, il 22 luglio 1991 un incendio, alimentato dalle sterpaglie cresciute per l’incuria, mandò definitivamente in fumo i progetti di restauro.
Ma la civetta seppe trasformarsi in fenice, rinascendo dalle ceneri che l’incendio aveva generato. Dopo 8 miliardi di finanziamenti, sotto la guida della Soprintendenza capitolina per i Beni culturali, iniziò la lunga e complessa opera di restauro, durata dal 1992 al 1997. Per la seconda vita della Casina delle Civette, oggi aperta al pubblico come parte dei Musei di Villa Torlonia.
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Oltre quaranta parlamentari, tra cui i deputati di Forza Italia Paolo Formentini e Antonio Giordano, sostengono l’iniziativa per rafforzare la diplomazia parlamentare sul corridoio India-Middle East-Europe. Trieste indicata come hub europeo, focus su commercio e cooperazione internazionale.
È stato ufficialmente lanciato al Parlamento italiano il gruppo di amicizia dedicato all’India-Middle East-Europe Economic Corridor (IMEC), sotto la guida di Paolo Formentini, vicepresidente della Commissione Affari esteri, e di Antonio Giordano. Oltre quaranta parlamentari hanno già aderito all’iniziativa, volta a rafforzare la diplomazia parlamentare in un progetto considerato strategico per consolidare i rapporti commerciali e politici tra India, Paesi del Golfo ed Europa. L’Italia figura tra i firmatari originari dell’IMEC, presentato ufficialmente al G20 ospitato dall’India nel settembre 2023 sotto la presidenza del Consiglio Giorgia Meloni.
Formentini e Giordano sono sostenitori di lunga data del corridoio IMEC. Sotto la presidenza di Formentini, la Commissione Esteri ha istituito una struttura permanente dedicata all’Indo-Pacifico, che ha prodotto raccomandazioni per l’orientamento della politica italiana nella regione, sottolineando la necessità di legami più stretti con l’India.
«La nascita di questo intergruppo IMEC dimostra l’efficacia della diplomazia parlamentare. È un terreno di incontro e coesione e, con una iniziativa internazionale come IMEC, assume un ruolo di primissimo piano. Da Presidente del gruppo interparlamentare di amicizia Italia-India non posso che confermare l’importanza di rafforzare i rapporti Roma-Nuova Delhi», ha dichiarato il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della Commissione Politiche dell’Unione europea.
Il senatore ha spiegato che il corridoio parte dall’India e attraversa il Golfo fino a entrare nel Mediterraneo attraverso Israele, potenziando le connessioni tra i Paesi coinvolti e favorendo economia, cooperazione scientifica e tecnologica e scambi culturali. Terzi ha richiamato la visione di Shinzo Abe sulla «confluenza dei due mari», oggi ampliata dalle interconnessioni della Global Gateway europea e dal Piano Mattei.
«Come parlamentari italiani sentiamo la responsabilità di sostenere questo percorso attraverso una diplomazia forte e credibile. L’attività del ministro degli Esteri Antonio Tajani, impegnato a Riad sul dossier IMEC e pronto a guidare una missione in India il 10 e 11 dicembre, conferma l’impegno dell’Italia, che intende accompagnare lo sviluppo del progetto con iniziative concrete, tra cui un grande evento a Trieste previsto per la primavera 2026», ha aggiunto Deborah Bergamini, responsabile relazioni internazionali di Forza Italia.
All’iniziativa hanno partecipato ambasciatori di India, Israele, Egitto e Cipro, insieme ai rappresentanti diplomatici di Germania, Francia, Stati Uniti e Giordania. L’ambasciatore cipriota ha confermato che durante la presidenza semestrale del suo Paese sarà dedicata particolare attenzione all’IMEC, considerato strategico per il rapporto con l’India e il Medio Oriente e fondamentale per l’Unione europea.
La presenza trasversale dei parlamentari testimonia un sostegno bipartisan al rapporto Italia-India. Tra i partecipanti anche la senatrice Tiziana Rojc del Partito democratico e il senatore Marco Dreosto della Lega. Trieste, grazie alla sua rete ferroviaria merci che collega dodici Paesi europei, è indicata come principale hub europeo del corridoio.
Il lancio del gruppo parlamentare segue l’incontro tra il presidente Meloni e il primo ministro Modi al G20 in Sudafrica, che ha consolidato il partenariato strategico, rilanciato gli investimenti bilaterali e discusso la cooperazione per la stabilità in Indo-Pacifico e Africa. A breve è prevista una nuova missione economica guidata dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Tajani.
«L’IMEC rappresenta un passaggio strategico per rafforzare il ruolo del Mediterraneo nelle grandi rotte globali, proponendosi come alternativa competitiva alla Belt and Road e alle rotte artiche. Attraverso la rete di connessioni, potrà garantire la centralità economica del nostro mare», hanno dichiarato Formentini e Giordano, auspicando che altri parlamenti possano costituire gruppi analoghi per sostenere il progetto.
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