2022-02-05
Il piano di Intesa: nuovo istituto digitale e 22 miliardi di dividendi in 5 anni
Isybank nasce per contrastare la concorrenza delle fintech. L’ad: «Restiamo in Russia, noi non facciamo geopolitica».«Il nuovo piano d’impresa ci trasporta nel futuro e crea la banca dei prossimi dieci anni, siamo e saremo il pilastro dell’economia reale del Paese» e «il contributo che daremo alla collettività supera di gran lunga quello che daremo ai nostri azionisti». È questo il programma dell’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, per i prossimi tre anni. Dopo aver chiuso il 2021 con 4,2 miliardi di utile, il 19,4% in più rispetto all’anno precedente, il gruppo ha presentato il suo nuovo piano industriale che punta ad accelerare la sfida al fintech con il lancio di una nuova banca digitale per i 4 milioni di clienti che non vanno in filiale, diventare una «banca nordica» con zero Npl e nel frattempo distribuire oltre 22 miliardi ai soci tra dividendi cash e buyback grazie ai 6,5 miliardi profitti attesi nel 2025. Partiamo dalla prima novità, ovvero la banca digitale che si chiamerà Isybank. Si tratta di un progetto rivolto «prevalentemente sul mercato domestico che ci consente di stabilizzare e rendere sicura la base di clientela nei confronti degli attacchi del fintech», ha spiegato l’ad. Il cui obiettivo è farla diventare anche lo strumento per poter accedere ai mercati esteri, «ma prima dovremo essere sicuri di averlo settato e costruito sul mercato italiano. E questo rende ancora più complessa la possibilità che ci siano acquisizioni di aziende bancarie con sportelli», ha sottolineato, dato che si tradurrebbero «solo nel pagamento di un avviamento senza creare valore per gli azionisti». Il gruppo prevede di effettuare 7,1 miliardi di investimenti nel periodo 2022-2025, di cui 5 per tecnologia e crescita, inclusi circa 650 milioni in Isybank per ottenere un taglio strutturale dei costi operativi. In particolare, è stimato un risparmio dei costi di circa 800 milioni annui a regime (2026-2027), di cui oltre 600 milioni già nel 2025. Con il potenziamento del digitale «il nostro personale non lascerà la banca ma avrà l’opportunità di lavorare su questo nuovo modello», ha assicurato Messina. Che nel piano ha previsto una riduzione di circa 1.500 filiali (di cui circa 450 chiuse già nel quarto trimestre 2021), e 9.200 uscite volontarie, di cui circa 3.000 già nel 2021, con 4.600 nuove persone assunte e 8.000 riconvertite o riqualificate. I conti 2021 consentono intanto a Intesa di garantire ai suoi azionisti un ritorno di 4,9 miliardi costituito da 1,5 miliardi di saldo dividendi 2021 e da 3,4 miliardi di buyback. Nel nuovo piano la cifra sale a oltre 22 miliardi, di cui oltre 6,6 miliardi nel 2022, da dividendi cash con payout ratio al 70% in ciascun anno del piano e da buyback di 3,4 miliardi nel 2022. Ogni eventuale ulteriore distribuzione sarà valutata anno per anno a partire dal 2023. Perché, ha spiegato Messina, «noi manteniamo le promesse, non vogliamo sognare parlando di enorme capitale in eccesso».Chi si aspetta un ruolo di Intesa nelle prossime mosse del risiko bancario resterà deluso. «Non stiamo considerando alcun tipo di fusioni e acquisizioni e il capitale in eccesso non sarà utilizzato nei prossimi anni per fare operazioni di M&A», ha sottolineato il manager. Intesa mira invece a diventare una banca con zero crediti deteriorati, in pratica «una sorta di banca nordica». Messina ha comunque ricordato che il tema delle fusioni transfrontaliere è importantissimo per l’Europa: «Non è possibile che nel sistema bancario europeo ci siano banche che, seppur eccellenti, hanno un valore di Borsa complessivo che non raggiunge neanche una frazione di quello di istituti statunitensi come J.P. Morgan. Tutto questo dimostra come l’Europa non abbia ancora sviluppato il potenziale per essere una controparte forte nel mondo, al pari di Stati Uniti e Cina, e l’Unione bancaria è indispensabile». È, intanto, confermata la presenza di Intesa in Russia («Noi non facciamo geopolitica, rispettiamo le regole che ci sono a livello comunitario e internazionale ma facciamo la banca, nell’interesse dei nostri clienti»). La crescita di Intesa sarà quindi organica, rafforzando i business e i margini sulle operazioni. In un periodo di forti incertezze, ritorno dell’inflazione e tensioni internazionali, secondo Messina è meglio essere conservativi. Le certezze, ha sottolineato l’ad , si chiamano Mario Draghi e Sergio Mattarella, il cui bis era stato auspicato dallo stesso banchiere a metà novembre: «La rielezione di Mattarella al Quirinale e l’aver garantito stabilità al governo Draghi rafforzerà la capacità del nostro Paese di potere non solo garantire la realizzazione del Next generation Eu, ma anche come elemento aggiuntivo di reputazione, un fattore decisivo in un momento in cui bisognerà rinegoziare il Patto di stabilità», ha detto ieri.