2020-11-12
Il patto dei governatori del Nord-Est. Interventi locali per restare «gialli»
Luca Zaia e Stefano Bonaccini (Ansa)
Ordinanze coordinate da Stefano Bonaccini, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga: l'obbiettivo è evitare gli assembramenti e scongiurare la «retrocessione» di tutta la regione. Veneto ottimista sui parametri: «Contiamo i test rapidi, l'Rt andrà giù».Tutto nasce dall'avviso dell'altro ieri da parte del presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, basato sul monitoraggio settimanale centrato sugli ormai noti 21 indicatori: «Ci sono quattro regioni che vanno verso un rischio alto, e nelle quali è opportuno anticipare le misure più restrittive». Le regioni accomunate nella valutazione, per quanto a molti sia parso strano che la prima, che è in condizioni delicatissime, sia stata messa sul medesimo piano delle altre, sono la Campania, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e l'Emilia Romagna. E da più parti si sollevano dubbi e interrogativi anche sul gran silenzio che avvolge il Lazio e in particolare la città di Roma. Appare cioè curioso e difficilmente spiegabile che l'attenzione si appunti su Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, mentre una sorta di «immunità mediatica» sembra tuttora garantita alla regione governata da Nicola Zingaretti. In ogni caso, i presidenti delle regioni del Nord-Est (Luca Zaia, Massimiliano Fedriga e Stefano Bonaccini) sono determinati ad agire in modo coordinato, con ordinanze distinte ma convergenti, adottate molto probabilmente oggi, o al massimo nelle prime ore di domattina. Per tutta la giornata di ieri, i contatti sono stati costanti tra le tre Regioni. Obiettivo sul campo: disincentivare assembramenti e concentrazioni eccessive di persone negli stessi luoghi, come del resto i governatori cercano già da giorni di raccomandare attraverso la loro comunicazione. Obiettivo nel rapporto con Roma: far sì che questo giro di vite eviti il passaggio formale delle regioni dalla zona gialla a quella arancione. A onor del vero, un generale no agli assembramenti è già inserito nell'intera collezione dei Dpcm degli ultimi mesi, così come è stata da ultimo sancita sul piano nazionale la chiusura dei centri commerciali nei fine settimana (misura peraltro largamente contestata da molti). Le tre Regioni dovrebbero precisare e articolare ulteriormente questo punto. Nella sua conferenza di ieri, Luca Zaia ha per un verso annunciato provvedimenti e per altro verso ridimensionato il peso delle pressioni esterne: «La nuova ordinanza è già scritta e la porterò probabilmente domani ( oggi, ndr). Stiamo collaborando con i sindaci che sono stati proattivi e collaborativi. Non è vero che abbiamo avuto richiami o avvertimenti. L'ordinanza interverrà sugli assembramenti». Sollecitato sul richiamo dell'Iss, il governatore del Veneto ha aggiunto: «L'Istituto parla di un rischio moderato, parametro 2.1 come incidenza dei positivi sui tamponi, ma oggi (ieri, ndr) è arrivato il placet del ministero per inserire nel conteggio anche i test rapidi, quindi il parametro si abbassa immediatamente, rientrando nella media nazionale». Dunque, c'è ottimismo sull'abbassamento dei parametri, anche per ciò che riguarda l'Rt.Secondo l'anticipazione di Zaia, le ordinanze saranno tre, una per ogni Regione, per quanto ispirate ai medesimi principi: «Ognuna avrà la sua peculiarità, stiamo lavorando con Bonaccini e Fedriga. Nessuno ci ha chiesto questa ordinanza: dopo aver visto foto e video del fine settimana scorso, ci siamo fermati a riflettere e abbiamo deciso di intervenire. L'ordinanza parlerà di assembramenti e di regole per chi non se le è fatte ancora entrare in testa». Impostazione analoga da parte del governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga: «Abbiamo visto fenomeni, soprattutto nei fine settimana, dove in realtà prima delle 18 ( cioè prima della chiusura dei locali, ndr) c'erano più persone in piedi, vicine e senza mascherina. Questo ci preoccupa. Cercheremo di limitarlo», ha detto a Radio Capital, annunciando a sua volta misure anti assembramento.La necessità di coordinamento è legata alla contiguità territoriale tra le tre Regioni, e all'obiettivo di evitare spostamenti da una regione all'altra volti a sfruttare eventuali differenze di regime: per capirci, solo con una regolamentazione uniforme si può evitare che, essendo chiuso un centro commerciale a Rovigo, qualcuno vada a Ferrara, oppure, essendo chiuso a Treviso, vada a Pordenone o a Udine. Di qui l'esigenza di uniformità. Tornando a Luca Zaia, il governatore veneto è stato molto netto anche sul tema della cosiddetta clausola di supremazia nazionale: «Ma come fa Conte a chiederla? Le Regioni sono state a fianco del governo in tutti i provvedimenti: sono stati approvati tutti, che ci piacessero o no, per una questione di leale collaborazione. La Germania ha questa clausola, ma la Germania ha anche il federalismo, in Italia invece c'è centralismo».Intanto, in Campania, l'uomo del lanciafiamme, Vincenzo De Luca, si è rivolto al prefetto, sollecitando «la rapida definizione di un piano generale di interventi articolati per precise realtà territoriali e garantito nella sua attuazione, già dai prossimi giorni, da controlli efficaci delle forze di polizia nazionali e locali, e volto a impedire assembramenti e attività che incentivano una mobilità non legata alle esigenze essenziali». De Luca fa esplicito riferimento a «episodi clamorosi di assembramenti fuori controllo verificatisi in particolare sul Lungomare di Napoli e in alcuni luoghi del centro storico». Basterà o siamo all'ennesima puntata del ping pong mediatico tra De Luca e il sindaco Luigi De Magistris?
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