2025-10-11
Il Papa va contro il pensiero unico
Nell’udienza di ieri, Leone XIV ha stigmatizzato «la crescita delle violenze verso chi ha convinzioni diverse». Poi difende i cattolici: «Libertà religiosa non è un optional».«Nel mondo crescono ostilità e violenza nei confronti di quanti hanno convinzioni diverse, tra cui molti cristiani. Non si abbandonino i nostri fratelli e sorelle perseguitati»: è una denuncia piuttosto netta della persecuzione dei cristiani quella che, parlando in inglese, papa Leone XIV ha scelto di scandire ieri mattina nella sala dei Papi del Palazzo apostolico, ricevendo una delegazione della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), dal 1947 in prima linea in supporto appunto, dei cristiani perseguitati.Sostenuta essenzialmente da donazioni - pari, lo scorso anno, a 5,5 milioni di euro solo da benefattori nostri connazionali -, Acs, nell’ultimo rapporto della propria attività relativo al 2024, segnala che «oltre 300 milioni di cristiani vivono oggi in terre di persecuzione». Anche per questo, ricevendo ieri una rappresentanza di tale fondazione - in quella che ha esplicitamente definito «una visita opportuna» -, Prevost ha ritenuto anzitutto di ricordare come la Chiesa non debba né possa dimenticare i suoi fratelli perseguitati perché; come, ha specificato citando San Paolo, «se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme». «Queste parole riecheggiano oggi nei nostri cuori perché la sofferenza di qualsiasi membro del Corpo di Cristo è condivisa da tutta la Chiesa», ha quindi aggiunto il Santo Padre che, proseguendo, ha fatto anche un richiamo al valore fondamentale della libertà religiosa. In tal senso, il pontefice ha effettuato una premessa di carattere antropologico, che riguarda ciascuno di noi: «Ogni essere umano porta, nel proprio cuore, un profondo desiderio di verità, di significato e di comunione con gli altri e con Dio». Proprio perché tale desiderio di verità è connaturato all’essere umano, lasciare alle persone la libertà di professare una fede è imprescindibile.«Per tale ragione», sono per la precisione state le parole di Leone XIV, «il diritto alla libertà religiosa non è facoltativo ma essenziale. Radicato nella dignità della persona umana, creata a immagine di Dio e dotata di ragione e libero arbitrio, la libertà religiosa permette agli individui e alle comunità di ricercare la verità, di viverla liberamente e di testimoniarla apertamente». Conseguentemente, la libertà religiosa deve essere difesa e promossa in quanto «una pietra d’angolo di qualsiasi società giusta, poiché tutela lo spazio morale in cui la coscienza può essere formata ed esercitata». Pur citando papa Francesco, «il mio venerabile predecessore», nel suo messaggio Urbi et Orbi del 20 aprile scorso - l’ultimo in assoluto scritto dal pontefice argentino in cui questi, poche ore prima di morire, ricordava che «nessuna pace è possibile laddove non c’è libertà religiosa o dove non c’è libertà di pensiero e di parola e il rispetto delle opinioni altrui» -, Prevost ha così effettuato, relativamente al fondamento stesso della libertà religiosa come bisogno di verità, un richiamo energico, di quelli che sotto il pontificato di Bergoglio non si ascoltavano spesso. Tornando alla delegazione di Acs, il Papa ha poi voluto esprimere un apprezzamento al Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo che, ormai da 25 anni, la fondazione pubblica, definendolo «uno strumento potente di sensibilizzazione». «Questo rapporto», ha aggiunto il pontefice, «fa più che fornire informazioni; reca testimonianza, dà voce a chi non ha voce e rivela la sofferenza nascosta di tanti».Sempre nella giornata di ieri, rivolgendosi nell’Aula Paolo VI a consacrate e consacrati giunti a Roma da diverse parti del mondo per il Giubileo loro dedicato, Leone XIV li ha incoraggiati definendoli «divulgatori di concordia attraverso la parola e l’esempio, e prima ancora come persone che portano in sé, per grazia di Dio, l’impronta della riconciliazione e dell’unità».
Eugenia Roccella (Imagoeconomica)
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