2024-12-27
Il Papa invoca speranza in carcere. «Ma nessuna parola per le vittime»
Aperta anche la Porta santa di Rebibbia. Il Pd plaude al pontefice, Roberto Vannacci lo gela.Per la prima volta nella storia dei giubilei della Chiesa cattolica una Porta santa è stata aperta in un carcere. Lo ha fatto ieri papa Francesco nella prigione romana di Rebibbia, alla presenza anche del ministro della Giustizia Carlo Nordio. «Ho voluto spalancare la Porta, oggi, qui. La prima l’ho aperta a San Pietro, la seconda è vostra», ha detto il Papa nell’omelia dopo aver aperto la seconda porta santa del Giubileo della speranza.Questo gesto rientra nell’attenzione che papa Bergoglio ha riservato ai detenuti fin dall’inizio del suo pontificato, quando decise di celebrare la sua prima messa in coena domini del giovedì santo all’Istituto penale per minori di «Casal del Marmo», invece della tradizionale funzione liturgica in San Giovanni in Laterano. Di certo nell’orizzonte del Giubileo, che mette al centro l’accoglienza della misericordia di Dio per convertirsi e ricevere il perdono, una Porta santa in un carcere è decisamente simbolica. A Rebibbia il Papa ha indossato i paramenti rossi della festa del primo martire cristiano santo Stefano. Nell’omelia tenuta completamente «a braccio», Francesco ha sottolineato che la speranza è come un’àncora la cui corda va tenuta sempre in mano. «Delle volte la corda è dura e ci fa male alle mani... ma con la corda, sempre con la corda in mano, guardando la riva, l’àncora ci porta avanti», ha sottolineato. Ha quindi invitato i detenuti a spalancare la «porta del cuore»: «Abbiamo spalancato questa», ha detto Francesco riferendosi alla Porta santa appena aperta, «ma questo è un simbolo della porta del nostro cuore. Vi auguro un grande Giubileo. Vi auguro molta pace». All’uscita dal carcere, seduto nella sua Fiat 500L bianca, Francesco ha concesso qualche battuta alle tv. «Ogni volta che vengo in carcere la prima domanda che mi faccio è perché loro e non io... perché ognuno di noi può scivolare». Un concetto che papa Bergoglio ha già ripetuto in diverse occasioni nelle sue molte visite alle prigioni (quindici volte da Papa), insieme al mandato evangelico del «sono stato prigioniero e siete venuti a trovarmi». Alla domanda se avesse parlato con il ministro Nordio di quei gesti di clemenza per i detenuti chiesti nella Bolla di indizione del Giubileo, il pontefice ha risposto: «No, di questo non abbiamo parlato. Ho parlato dei detenuti oggi». La questione di una possibile amnistia o indulto era emersa anche nel grande giubileo del 2000 quando il dibattito venne stimolato da Giovanni Paolo II, che chiese un gesto di clemenza nel documento per il Giubileo nelle carceri, e nella visita al carcere romano di Regina Coeli (il 9 luglio 2000) rinnovò la sua richiesta. Ma non se ne fece nulla.Il senatore Franco Mirabelli, vicepresidente del Gruppo Pd al Senato, ha sottolineato che il «gesto di papa Francesco verso le persone che vivono in carcere richiama la politica a farsi carico delle condizioni di vita dei detenuti in un anno in cui nulla si è fatto per ridurre la sovrappopolazione, intervenire sul degrado e sulle cause dei troppi suicidi. C’è una distanza enorme tra il messaggio di Sua Santità e la volontà del governo di mostrare la faccia cattiva». Il generale Roberto Vannacci, intervistato da Affaritaliani.it, ha tenuto a sottolineare che «la stessa speranza che il Santo Padre invoca per i carcerati servirebbe anelarla anche e soprattutto per le vittime della criminalità. Raramente, invece, una parola per le vittime della delinquenza. Ovvero per quelle persone che quei detenuti visitati oggi dal Papa hanno derubato, rapinato, ferito, violentato, abusato, ucciso».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.