2023-09-03
Il nuovo Rdc funziona ma senza ressa. Segno che quello M5s era senza criterio
Più di 11.000 domande in due giorni: solo dopo l’iscrizione ai corsi di formazione scatta il diritto all’assegno da 350 euro.Gli ultimi aggiornamenti comunicati dall’Inps risalgono alle 13 di sabato pomeriggio e parlano di 11.370 domande presentate per il supporto alla formazione lavoro dagli ex beneficiari del reddito di cittadinanza. Molti o pochi? La risposta cambia anche strumentalmente a seconda di chi la dà. Ma a prescindere dai preconcetti di parte non si può non partire da un paio di considerazioni. La prima è numerica: è vero che la platea dei beneficiari è di 190.000 persone, ma da questa bisogna escludere i 10.000 che non hanno diritto al supporto (Siisl) perché hanno un’Isee superiore alla soglia dei 6.000 euro e almeno altri 50.000 che sono stati presi in carico dai servizi sociali dei Comuni per gravi problemi di inserimento (alcolismo, tossicodipendenza ecc). Insomma parliamo di 11.000 domande su 130.000 potenziali beneficiari, quasi il 10% della platea, che se vogliamo, in un paio di giorni, non è neanche un numero così risibile. Da ricordare infatti che non si tratta di un click day ed è quindi prevedibile che nei prossimi giorni il numero di 11.000 «richiedenti supporto» sia destinato ad aumentare notevolmente. Poi c’è l’aspetto concettuale. Con il supporto di formazione lavoro infatti il presupposto del reddito di cittadinanza si inverte. Mentre con il reddito bastava avere i requisiti per ottenere l’assegno, con il nuovo strumento bisogna «attivarsi» per ottenere l’assegno mensile da 350 euro per un massimo di 12 mesi e partecipare effettivamente a un corso di formazione, orientamento, qualificazione o riqualificazione professionale. Bisogna cioè aver mosso un primo passo nelle tante volte citate politiche attive del lavoro. Insomma, è probabile che chi ha presentato domanda è spinto da una reale volontà di inserimento nel mondo del lavoro fino al punto di studiare e formarsi, mentre chi se n’è tenuto alla larga, evidentemente, una spinta così forte proprio non ce l’ha. «Abbiamo voluto subito accogliere queste persone senza perdere tempo», ha evidenziato l’assessore al Lavoro, Sviluppo economico e innovazione della Regione Umbria, Michele Fioroni, «ma stiamo constatando che la maggior parte, circa tre su quattro, vorrebbero ricevere un sussidio senza però doversi attivare». Mentre ha manifestato soddisfazione per la partenza del nuovo strumento il ministro del Lavoro, Marina Calderone: «Sulla piattaforma», he evidenziato, «sono caricate e verranno aggiornate le offerte di lavoro delle aziende. Quello che oggi si vede io lo voglio considerare, e l’ho detto in fase di presentazione, la prima pietra, il primo passo di un sistema molto più articolato e complesso all’interno del quale abbiamo anche la possibilità di fare una valutazione e una previsione di quelle che saranno le linee tendenziali nel mondo del lavoro fra cinque anni e così prepararci anche a formare le nuove competenze». E già adesso è possibile fare una sorta di identikit di chi si sta rimettendo in gioco: «È una sfida complessa», ha aggiunto il ministro, «ma dalle domande che sono arrivate abbiamo una figura del candidato che ha un’età media di 40 anni. Questo vuol dire avere davanti 25 anni di lavoro. Noi nel nostro obiettivo come governo riteniamo importante ribadire che le persone non possono essere accompagnate durante quella che dovrebbe essere la vita lavorativa solo con la gestione di un sussidio. Noi pensiamo che debbano essere accompagnate invece a ritrovare una dimensione lavorativa che è quella che consente anche lo sviluppo dei territori. Il lavoro è il fulcro di un sistema efficiente in cui l’inclusione sociale parla anche del rispetto dei diritti delle persone e della loro sicurezza». Il piatto messo a disposizione sulla piattaforma è comunque abbastanza ricco e in continuo aggiornamento: si parla di 600.000 mila posti a disposizione per i corsi e di 60.000 opportunità di lavoro. Va infine ricordato che l’altro strumento post reddito di cittadinanza, il supporto di formazione è riservato ai cosiddetti «occupabili», è l’assegno di inclusione e partirà a gennaio. Prevede un sostegno da 500 euro al mese più «un aiuto» per l’affitto per le famiglie con disabili o over 60. In questo caso la soglia Isee è più alta, supera i 9.000 euro, e la durata del sussidio è decisamente più lunga.
Maria Elena Delia (Getty Images)