2020-03-20
Il Nord è stufo delle balle di Conte
Dalle inquietudini di Luca Zaia all'asse Fontana-Bertolaso: si moltiplicano i segnali di insofferenza della parte produttiva del Paese. Che ora è tentata di fare da sé.C'è nervosismo nelle telefonate (e pure nelle videoconferenze) tra Giuseppe Conte e i suoi ministri, tra Palazzo Chigi e il Nazareno, tra i vertici di Pd e M5S. Ufficialmente, lo spin di Palazzo Chigi è quello di valorizzare i sondaggi, più o meno amici o amichevoli nei confronti del governo: Giuseppe Conte stesso, con dubbio gusto, in una delle sue ultime interviste al Corriere della Sera, si era beato di un vero o presunto 62% di approvazione, che ieri su Repubblica sarebbe salito fino a un vertiginoso 71%. Peccato che, secondo la medesima rilevazione, in caso di elezioni, le intenzioni di voto proietterebbero il centrodestra alle soglie della maggioranza assoluta: una clamorosa smentita delle autocelebrazioni del premier.La verità - taciuta in pubblico ma ben conosciuta in privato - è che i giallorossi sanno di essere politicamente spariti, azzerati, al Nord. Già questo governo, in tempi ordinari, a settembre scorso, era nato lontano dal Nord. E la cosa non era sfuggita a protagonisti attenti e lucidi come Carlo Messina, il ceo di Intesa San Paolo, che aveva ammonito l'esecutivo a non mettersi in contrapposizione con il Nord produttivo. Il deflagrare del coronavirus e l'incapacità del governo di sintonizzarsi sulla lunghezza d'onda dei territori più colpiti, ha fatto il resto. In sequenza, non vanno dimenticati: il tentativo di buttare la colpa sugli ospedali di Lodi e Codogno, lo stillicidio di attacchi contro i governatori Attilio Fontana e Luca Zaia, il tragico ritardo nel capire cosa stava succedendo a Bergamo e a Brescia, l'incredibile vicenda della mascherine inutilizzabili, fino alla provocazione dello stop dell'ospedale alla Fiera. A Palazzo Chigi tremano da quando Attilio Fontana ha incaricato Guido Bertolaso della realizzazione di quell'ospedale. La sua materiale apertura, quando avverrà, sarà non solo una notizia fondamentale per tanti malati, ma darà plasticamente l'idea di un'alternativa. Per la Lombardia, per il Veneto, per il resto del Nord, e per il blocco politico a guida Lega che rappresenta la maggioranza assoluta di quei territori, non sarà nemmeno necessario polemizzare, e meno che mai (tutti lo smentiscono, ci mancherebbe) far intendere che si tratti di un'iniziativa «contro qualcuno». Ma sarà di tutta evidenza un'iniziativa realizzata «senza qualcuno», «a prescindere da qualcuno»: la prova che Lombardia e Nord si organizzano anche nell'inerzia e nella lontananza del governo Conte. Le stesse reazioni stizzite di alcuni ambienti mediatici vicini al grillismo e a Conte, dopo la donazione decisa da Silvio Berlusconi, non sono solo il frutto di faziosità o di antiche ostilità, ma di una paura: il timore che il tempo dell'appoggio generale e incondizionato a Conte sia finito. Anche in termini strettamente politici, dopo alcuni giorni di cautela, da trentasei ore l'opposizione ha cambiato passo. La conferenza dell'altro giorno di Matteo Salvini con Alberto Bagnai ha reso più dura e più esigente la posizione del centrodestra, sia nella forma (richiesta di un pieno scrutinio parlamentare) sia nella sostanza (con la sottolineatura delle tante richieste dell'opposizione, in primo luogo sul terreno fiscale, rimaste disattese da Palazzo Chigi). Da quel momento, pure Fdi ha ripreso una posizione più assertiva, e anche Berlusconi, in una sua intervista di ieri, ha marcato l'insufficienza delle misure previste dal governo. Per Conte, nonostante l'occupazione della Rai e il coro di accompagnamento dei mainstream media, la pax politica è finita: il Nord fa da sé, e l'opposizione non fa più sconti.
(Totaleu)
Lo ha detto l'eurodeputata della Lega Anna Maria Cisint, dopo la votazione alla commissione sulla pesca a Bruxelles, riguardo la vittoria sulla deroga delle dimensioni delle vongole, importante aspetto per l'impatto sul settore ittico.
L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri Kaja Kallas (Ansa)
(Ansa)
Il Comando ha ringraziato i colleghi della Questura per il gesto e «la cortesia istituzionale dimostrata in questo tragico momento». A Gorizia invece un giovane di 20 anni ha reso omaggio ai caduti, deponendo un mazzo di fiori davanti all'ingresso della caserma. Il giovane ha spiegato di aver voluto compiere questo gesto per testimoniare gratitudine e rispetto. Negli ultimi giorni, rende noto il Comando isontino, sono giunti numerosi messaggi di cordoglio e attestazioni di affetto da parte di cittadini, associazioni e rappresentanti delle istituzioni.
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