2021-09-01
Spaziani Testa: «Il Mef smentisca nuove tasse sulla casa»
Giorgio Spaziani Testa (Ansa)
Il presidente di Confedilizia chiede un chiarimento al governo dopo le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni: «Il Parlamento ha bocciato la riforma del Catasto, che maschererebbe una patrimoniale. Ora l’esecutivo deve fare chiarezza una volta per tutte»Che qualcuno del governo si faccia avanti e smentisca ufficialmente che si intende procedere con una riforma del Catasto e un aumento delle tasse sulla casa. È la richiesta che il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa fa all’esecutivo dopo alcune indiscrezioni circolate nei giorni scorsi. Il numero uno dell’associazione che riunisce i proprietari di casa teme infatti che il nuovo Catasto venga utilizzato per introdurre una patrimoniale mascherata sul mattone.Dobbiamo attenderci un intervento sul Catasto che potrebbe portare a un aumento della tassazione sugli immobili?«Poco più di un mese fa in Parlamento è accaduto un fatto molto preciso: in sede di discussione del documento finale delle commissioni Finanze di Camera e Senato legato all’indagine conoscitiva sulla riforma fiscale, non è stata fatta alcuna menzione della riforma del Catasto. Inoltre, era stato proposto che venisse inserita nel documento finale una frase che stimolasse a portare avanti un riordino dei valori catastali, ma su questo non si è formata la maggioranza perché si sono fortemente opposte la Lega e Forza Italia. Mi aspetto quindi che qualcuno del governo smentisca ufficialmente qualunque riforma del Catasto. Al momento però l’ufficialità non c’è».D’altronde, le tasse sugli immobili negli ultimi anni sono già aumentate.«Certo che sì. Solo l’Imu ha portato ogni anno, da dieci anni a questa parte, dai 12 ai 13 miliardi in più di gettito rispetto all’Ici. Non solo, i valori degli immobili sono scesi, ma non la tassazione. Ci sono moltissimi immobili senza mercato, invendibili e inaffittabili. Il senso dovrebbe essere opposto. Bisognerebbe diminuire e non aumentare, come detto più volte da Confedilizia. Sarebbe giusto che ci fosse una presa di posizione chiara da parte di qualche rappresentante del governo».Teme che l’esecutivo potrebbe aggirare la volontà del Parlamento e portare avanti una riforma del Catasto?«Difficile dirlo. Quello che è certo è che serve una pubblica smentita da parte dell’esecutivo. Fino a quel momento non potremo sentirci sicuri». Lei comunque non crede che i valori del Catasto siano ormai datati e che dunque serva un aggiornamento?«Se si ritiene che i valori siano datati, allora bisogna riformare i dati in tutti i sensi. Ci sono molte città dove i valori catastali sono ben superiori a quelli di mercato. Quindi i dati vanno cambiati non solo al rialzo, ma anche al ribasso. E poi, chi interviene sul Catasto, dovrà aggiornare anche le aliquote delle tante altre imposte sul mattone che ci sono. Inoltre, anche l’attuale sistema catastale consente di correggere i valori. Diversamente, sarebbe solo un altro modo per aumentare la pressione fiscale sugli italiani e con questa pandemia non se ne sente il bisogno». C’è però chi dice che l’Italia è tra i pochi Paesi a non avere un’imposta sulla prima casa. È così?«Un conto sono i valori catastali e un conto sono le tasse sulla casa. Sono due cose diverse. Un aumento dei valori del Catasto come patrimoniale mascherata è inaccettabile. Se si parla di un riordino di tutte le imposte sulla casa, allora è diverso. Innanzitutto, va sottolineato che non è vero che da noi non si paga nulla sulla prima casa. Ad esempio, in molti Paesi l’imposta sulla prima casa ha al suo interno la tassa rifiuti. Sembra sempre che da noi si paghi meno di quello che in realtà avviene. In Inghilterra, ad esempio, c’è la Council tax, l’imposta sui servizi comunali, che include la tassa dei rifiuti. Da noi la Tari vale 10 miliardi. Scorporiamola dalla Council tax e vediamo qual è il valore reale nel Regno Unito delle imposte sulla casa. Ricordiamo, poi, che non si può sempre aggiungere altra pressione fiscale. Se vi fosse l’esigenza di aumentare l’imposizione sulla prima casa, allora il governo dovrebbe intervenire per ridurre da un’altra parte. Se no è solo una patrimoniale. C’è poi da dire che, con la manovra Monti, molti immobili abitativi non prima casa sono quelli che hanno avuto i rincari maggiori. Si dice sempre che Mario Monti aveva introdotto l’imposta sulla prima casa, è vero. Ma si tratta di gettito minoritario rispetto ad altre categorie di immobili. Matteo Renzi, successivamente, infatti, togliendo la tassa sulla prima casa, tolse solo 4 miliardi rispetto all’Ici. In compenso c’è una iper tassazione su tutto quello che non è prima casa: case di villeggiatura, in affitto, negozi, uffici, capannoni, pertinenze varie. Chi, quindi, vuole intervenire sulla prima casa dovrebbe anche dire cosa vuole fare del resto». Come Confedilizia le risulta che ci dovremo attendere un inasprimento della pressione fiscale sugli immobili? «Al momento è in preparazione al Mef guidato da Daniele Franco una riforma fiscale in cui non si parla di Catasto. Ma non è chiaro cosa potrebbe accadere in futuro. Un inasprimento della tassazione porterebbe ad altri locali vuoti, oltre ai tanti che già esistono. Servirebbe almeno una cedolare secca sugli immobili commerciali. I locali vuoti portano degrado, insicurezza e delinquenza e i sindaci dovrebbero farsene carico. L’obiettivo è occuparne il più possibile, visto che lo sfitto era già in crescita prima della pandemia».
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