2020-07-31
Il lockdown ricco del governatore Pd: incassa 74.000 euro di liquidazione
Enrico Rossi (Beata Zawrzel:NurPhoto via Getty Images)
Mentre tutt'Italia era alle prese con la serrata, il presidente della Toscana ha avuto dalla sua Regione l'anticipo del tfr.Il lungo periodo di lockdown, durato ben 69 giorni, entrerà presto nei manuali di storia. Con la chiusura totale del Paese agli italiani sono stati imposti sacrifici e rinunce. Però non proprio tutti sono stati colpiti dalle restrizioni, specialmente sul piano economico. È il 12 maggio 2020 quando il presidente della Regione Toscana in quota Pd, Enrico Rossi, presenta domanda (la 5666/591) per ottenere la liquidazione anticipata sull'indennità di fine mandato. Richiesta senza dubbio lecita, ma con calendario alla mano poco appropriata, per usare un eufemismo. Con una velocità sorprendente, anzi eccezionale, per un apparato burocratico italiano, il giorno seguente dagli uffici regionali determinano in 105.937 euro la somma che spetta al governatore del Pd, comprensiva di tutti gli anni di mandato. Dato che Rossi è in carica dal 29 aprile 2000, prima in qualità di assessore e poi come presidente della giunta ha maturato 13 annualità. Il presidente della Toscana, però a causa della normativa attuale che impone un tetto massimo del 70% sulla liquidazione anticipata, ha ricevuto soltanto 74.156 euro lordi. Proprio il 70% dell'importo totale. Dunque mentre la maggior parte di uffici e negozi era chiusa e i cittadini costretti a stare a casa per contenere la diffusione del coronavirus, il governatore toscano del Pd Rossi ha sentito l'esigenza di chiedere la liquidazione di fine mandato. Ad occuparsi della scottante pratica Siliana Ticci, che dal 21 febbraio 2020 con un ordine di servizio è stata nominata responsabile del procedimento «inerente alla corresponsione anticipo su indennità di fine mandato consiglieri/assessori in carica». Sfogliando il documento (numero di adozione 318, del 13 maggio 2020) che riguarda Enrico Rossi si scopre anche che «il responsabile dell'istruttoria ha dichiarato che non sussiste alcun conflitto di interessi, anche potenziale, in merito al procedimento»; che la Regione tratterrà poco più di 7.000 euro relativi all'Irpef e che il denaro ricevuto da Rossi verrà inserito nel bilancio di previsione del 2020. Come detto, però, il totale dell'indennità di fine mandato del governatore ammonta a più di 100.000 euro, dunque la liquidazione della restante parte (26.842 euro) verrà saldata in un secondo momento, con un «successivo atto». Sulla somma di denaro ricevuta da Enrico Rossi è intervenuto il consigliere comunale di Scandicci, in quota Lega, Leonardo Batistini: «In un momento in cui i toscani erano sotto lockdown con i droni sulla testa e senza poter lavorare il presidente Rossi anziché pensare ad aiutare i cittadini in difficoltà ha pensato di farsi anticipare la liquidazione di fine mandato». E ancora: «Una cosa assurda se consideriamo il momento ed il fatto che lo stesso Rossi stava chiedendo sacrifici a tutti i suoi cittadini mentre lui riscuoteva 74.000 euro. Un buon presidente di Regione dovrebbe agire come un padre di famiglia dando il buon esempio a tutti». «Rossi», ha concluso il rappresentante del Carroccio, Leonardo Batistini, «ha preferito fare il proprio di bene anziché utilizzare quei soldi per far ripartire la Toscana e magari attendere un po' per riscuotere i soldi di fine mandato». Eppure le sorprese della Regione amministrata dal Pd non sono finite qui. Perché sempre durante la chiusura totale del Paese un altro capitolo legato all'esborso di denaro pubblico ha interessato il Consiglio regionale della Toscana. Non bastava quello già accordato a tempo di record al governatore Enrico Rossi. Stiamo parlando di una voce che spesso finisce nel dibattito politico, ossia i vitalizi per gli ex rappresentanti di Palazzo del Pegaso, sia assessori che consiglieri. Per essere precisi i soldi spettano a chi ha compiuto almeno 60 anni ed ha fatto parte del consesso regionale entro il 2010. La cifra complessiva lorda è pari a 429.181euro e nel paragrafo successivo del decreto, adottato lo scorso 21 aprile, si legge di un risparmio «pari a 1.620 euro». Senza dimenticare che nella Toscana amministrata dal Pd durante la fase più acuta del Covid-19 non sono mancate le polemiche sulla gestione di case di riposo e Rsa per anziani e disabili. Su una decina circa di queste strutture sono scattate le indagini di diverse procure della Repubblica: Arezzo, Firenze, Lucca, Prato e Grosseto. I magistrati, inoltre, hanno aperto un fascicolo di indagine anche sull'acquisto per 7 milioni di euro di 200 ventilatori polmonari, effettuato da Estar (centrale una di acquisto per le aziende sanitarie toscane). Nell'inchiesta sono indagati il direttore generale e il direttore dell'area attrezzature informatiche e sanitarie di Estar e il titolare della società che ha venduto i macchinari poi non consegnati, al quale è contestata l'inadempienza in pubbliche forniture