
Brahim Aoussaoui era arrivato sull'isola con un barcone, poi era finito a Bari. Dopo il foglio di via, è andato in Francia. Matteo Salvini va all'attacco del governo: «Lamorgese chieda scusa e si dimetta».In tasca aveva un documento rilasciato dalla Croce rossa Italiana. È l'unico certificato risultato utile ad attestare la sua identità. Una prima traccia, che ha portato subito i servizi d'intelligence francesi ad avviare relazioni con l'Italia. La bomba è stata lanciata dal deputato francese Eric Ciotti via Twitter: «È arrivato da pochissimo tempo da Lampedusa». Poco dopo è stato confermato: l'attentatore di Nizza, Brahim Aoussaoui, nato il 29 marzo 1999, è sbarcato a Lampedusa con uno dei 26 barconi attraccati il 20 settembre scorso. Tampone e quarantena obbligatoria. Poi, il 9 ottobre, con la nave Rapsody, insieme a 18 immigrati positivi al Covid e ad altri 805 passeggeri, è stato trasferito a Bari in un centro d'accoglienza in attesa dell'identificazione. Lì il tunisino ha lasciato la sua seconda traccia in Italia. E anche se dalla Digos barese non confermano il passaggio pugliese di Aoussaoui, fonti degli apparati di sicurezza interni sembra che abbiano già trasmesso ai francesi prime informazioni contenenti anche la tappa a Bari. È in corso, inoltre, un approfondimento degli 007 italiani per ricostruire tutti i movimenti del terrorista. E, soprattutto, le modalità con le quali ha lasciato il centro d'accoglienza. Dalle prime notizie raccolte, avrebbe ricevuto il foglio di via dalle autorità italiane e sarebbe stato lasciato libero. A quel punto sarebbe subito partito per la Francia, dove è arrivato da clandestino. Non aveva ancora presentato domanda d'asilo (i quotidiani francesi, citando fonti investigative, riportano che il tunisino non ha mai fatto richiesta d'asilo neppure in Francia) e, sembra, non fosse stato schedato dalle associazioni che si occupano di accoglienza. Dopo la fotosegnalazione, quindi, è stato inserito nella banca dati interforze in uso alle forze dell'ordine per «illecito ingresso sul territorio nazionale». Ed è stato denunciato all'autorità giudiziaria (in Procura ad Agrigento, infatti, risulta indagato per immigrazione clandestina). Entro sette giorni avrebbe dovuto lasciare volontariamente il territorio italiano.Secondo quanto svelato in Francia da Ciotti (che ha anche chiesto a Emmanuel Macron di fermare immediatamente il flusso migratorio dalla frontiera italiana), il terrorista, però, non sarebbe noto alle forze di sicurezza. Ma solo perché in Italia pare che non abbia commesso ulteriori reati, oltre a quello di essere entrato in modo illegale. Gli investigatori si sono quindi concentrati sulle relazioni del tunisino, per capire se tra i suoi contatti ci siano dei complici che l'abbiano aiutato a raggiungere il confine. In una prima dichiarazione l'attentatore ha affermato di chiamarsi Brahimi e di aver agito da solo. Nelle blacklist francesi dei presunti terroristi, comunque, il suo nome non compare. E anche in Tunisia sono scattate delle indagini: il pubblico ministero del Centro giudiziario tunisino per la lotta al terrorismo ha aperto un fascicolo. «Questa azione legale», ha detto all'agenzia di stampa tunisina Tap Mohsen Dali, procuratore aggiunto e portavoce del Tribunale di Tunisi, «rientra nella legge organica relativa alla lotta al terrorismo e al riciclaggio di denaro». Il caso è stato affidato a un'unità di sicurezza specializzata. Ma a preoccupare è la rotta del terrore tutta italiana, quella usata anche in passato da Anis Amri, il killer tunisino che cinque anni più tardi avrebbe macchiato di sangue il mercatino di Natale a Berlino e da Mohamed Lahouaiej Bouhlel, che sempre a Nizza, alla guida di un autocarro, il 14 luglio 2016, si lanciò a tutta velocità sulla folla nei pressi della promenade des Anglais.«Se per l'attentatore di Nizza sono confermati lo sbarco a Lampedusa a settembre, il passaggio da Bari e poi la fuga, chiediamo le dimissioni del ministro dell'Interno Lamorgese», tuona il leader della Lega Matteo Salvini. E aggiunge: «Conte e Lamorgese hanno la responsabilità morale di quello che è successo a Nizza. Questo tizio non doveva sbarcare e non doveva essere libero di girare per l'Europa e spargere sangue. Signor Conte chieda scusa, signora Lamorgese chieda scusa e si dimetta». Giorgia Meloni, invece, chiede al governo di «chiarire». «La nostra nazione», secondo Meloni, sarebbe esposta «al rischio di isolamento». E per questo ritiene che «l'esecutivo è obbligato a rispondere». Pretende delle spiegazioni in Parlamento anche Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati: «In Italia arrivano, grazie al pressappochismo del governo, clandestini e terroristi, e noi dopo averli identificati li lasciamo liberi di scorrazzare in giro per l'Europa? Come giustificano questo grave episodio il premier Conte e il ministro Lamorgese?». Di certo dopo quello che è accaduto non potranno usare le parole di Paolo Gentiloni, che da ministro degli Esteri ebbe a dire: «I terroristi non arrivano sui barconi». Un concetto ribadito integralmente da Matteo Renzi al Council on Foreign Relations di New York. Le ultime parole famose.
L' Altro Picasso, allestimento della mostra, Aosta. Ph: S. Venturini
Al Museo Archeologico Regionale di Aosta una mostra (sino al 19 ottobre 2025) che ripercorre la vita e le opere di Pablo Picasso svelando le profonde influenze che ebbero sulla sua arte le sue origini e le tradizioni familiari. Un’esposizione affascinante, fra ceramiche, incisioni, design scenografico e le varie tecniche artistiche utilizzate dall’inarrivabile genio spagnolo.
Jose Mourinho (Getty Images)
Con l’esonero dal Fenerbahce, si è chiusa la sua parentesi da «Special One». Ma come in ogni suo divorzio calcistico, ha incassato una ricca buonuscita. In campo era un fiasco, in panchina un asso. Amava avere molti nemici. Anche se uno tentò di accoltellarlo.