2020-12-20
«Il governo si scusi per i suoi errori. Questa spocchia non rispetta i morti»
Il commercialista bergamasco Luca Fusco che ha creato il gruppo Noi denunceremo: «I sorrisetti di Domenico Arcuri e Roberto Speranza non sono tollerabili. Parlano di tsunami, ma non c'era un piano. E dalla prima ondata non hanno imparato»«Abc news» torna sul caso del report censurato. Mentre l'Italia vola al primo posto per decessi ogni 100.000 abitantiLo speciale contiene due articoli«Ai sorrisetti ormai ci sono abituato. Li vedo dalla prima volta che ho potuto parlare in una trasmissione televisiva, ed era metà aprile. Era anche la prima volta che incontravo Domenico Arcuri: lì sono cominciati i sorrisetti, e continuano ancora oggi». Luca Fusco, commercialista bergamasco, ha fondato assieme al figlio il gruppo Noi denunceremo, che chiede «verità e giustizia per le vittime del Covid». Quando hanno iniziato l'attività, non pensavano che si sarebbero trovati a combattere una battaglia così grande. «Siamo nati su Facebook. Io sono di Bergamo, ho perso mio padre, dunque ho creato il gruppo per condividere il lutto. Dopo due mesi ci siamo trovati in 50.000. E sa che cosa è più brutto? Che ancora adesso, sotto Natale, continuano ad arrivare testimonianze da Napoli, Caserta, dalla Puglia… Mi sembra che oggi il Sud sia dove eravamo noi mesi fa. E questa è una colpa ulteriore del governo: se prima non avevano il manuale di istruzioni, ora un manuale ce l'hanno, cioè quello che è accaduto in Lombardia nei mesi scorsi. Ma hanno rifatto gli stessi errori». Torniamo ai sorrisetti. Che cosa disse ad Arcuri quando lo incontrò quella prima volta in tv?«Eravamo da Lucia Annunziata. Gli dissi che nella Bergamasca e nel Bresciano i medici usavano le borse della spesa come calzari e non avevano guanti e mascherine». E lui? «Fece appunto il sorrisetto. Poi, non rivolto a me ma alla conduttrice, disse: “Sa dottoressa, questo è stato uno tsunami". E lì ho cominciato ad arrabbiarmi davvero». Diceva che i sorrisetti li vede anche oggi…«Tutti quelli che vengono interpellati sulle responsabilità riguardo alla pandemia per prima cosa abbozzano un sorriso, come se fosse una scusante per le loro mancanze». In effetti anche il ministro Roberto Speranza ha sorriso a Porta a Porta. Quando ha detto che un piano contro il Covid non si poteva avere. «Il refrain che usano è: come potevamo essere preparati a una catastrofe di questo tipo? Le dico: la parola tsunami inizia sul serio a innervosirmi. Perché chi la usa si nasconde dietro una foglia di fico. È palese e dimostrato da documenti che l'Italia (anche altri Stati, ma soprattutto l'Italia) aveva in mano i documenti, le informazioni e il materiale utile per affrontare la situazione in modo completamente diverso. E pensare che Conte è andato dalla Gruber a dire che eravamo i “più preparati in Europa"». Quali errori sono stati commessi secondo lei? «Una mole di errori incredibile. Non solo da parte del ministero della Salute, ma anche dai Trasporti, dalla Difesa, dall'Istruzione… Il fatto è che l'atteggiamento di tutto questo governo è assolutamente spocchioso. Hanno una spocchia che non dovrebbero avere di fronte a migliaia di morti. La parola scusa in nove mesi non si è mai sentita. E anche questa è una cosa che non riusciamo a comprendere».Speranza dice che il famoso «piano pandemico» serviva contro l'influenza, non contro il Covid. «È una follia. Gli esperti hanno spiegato che non è così». Gli stessi esperti dicono che anche un piano vecchio, se applicato, qualche risultato lo avrebbe dato. «Sì, ma un piano pandemico va testato e invece nessuno ne sapeva nulla. Non è stato applicato il protocollo pandemico, e lo dimostra il fatto che i primi infetti sono stati trovati proprio uscendo dal protocollo».Che il piano vecchio non sia stato applicato lo fa capire anche il famoso report dell'Oms pubblicato e poi ritirato, quello curato da Francesco Zambon. «Per questo quando lo abbiamo trovato siamo inorriditi. Lì dentro c'è una analisi della gestione italiana regione per regione. C'è tutto quello che non si sarebbe dovuto fare per affrontare una pandemia di questo tipo. Gli esperti dell'Oms hanno centrato perfettamente il problema. L'Italia ha agito in assenza di piano pandemico».Secondo lei perché è stato ritirato quel report? In questi giorni si leggono varie versioni dei fatti. «Noi siamo dilettanti, ovviamente. Però ci ha insospettito una cosa: che in quel report si ringrazi Ranieri Guerra». E che cosa significa questo?«Che quel piano è stato regolarmente commissionato per mostrare agli Stati come aveva agito l'Italia e per spiegare che cosa non si doveva fare e come si doveva agire per evitare altri morti. Poi qualcuno si è accorto che quel documento investiva di un bel po' di responsabilità il governo. E allora lo si è fatto sparire. Speranza dice che non ne sa nulla? Ma vi pare possibile che il ministero della Salute non fosse a conoscenza di un documento dell'Oms?». Se ho capito bene Ranieri Guerra doveva appunto tenere i collegamenti con il governo italiano. Ed è sempre stato informato di tutto il lavoro sul report. «Ecco, se Speranza dice che non sapeva, mi domando: ma è il ministro della Salute o un usciere?». Lo ha mai incontrato Speranza? «No, non ho mai incontrato politici né amministratori pubblici. Ma guardi, noi non vogliamo fare politica. Stiamo solo cercando la verità. Quando abbiamo saputo che la Procura di Bergamo aveva aperto un fascicolo noi ci siamo limitati a dire che avremmo depositato esposti contro ignoti con le nostre testimonianze. Che fosse poi la Procura a stabilire l'esistenza di eventuali reati e a individuare le responsabilità. Io spero solo che i responsabili saltino fuori». La sensazione è che adesso tecnici e politici stiano giocando allo scaricabarile. «Senta, io ho letto i verbali del Cts. Che il 24 febbraio dice di chiudere Alzano e Nembro. Ma sono passati 15 giorni senza che si facesse niente. Poi si è dovuta chiudere a forza la Lombardia. Io imputo a questo governo non solo i morti, ma anche tutte le conseguenze sociali ed economiche che stiamo sopportando adesso. Se avessero fatto subito lockdown locali forse avremmo evitato il lockdown generale». Anche su questo c'è stato un bello scaricabarile fra Stato e Regioni. «Roma dice che le Regioni non hanno mai comunicato i dati su dispositivi di protezione, eccetera. Ma non funziona così. Era lo Stato che doveva chiedere tutti i dati alle Regioni per mettere in funzione il piano pandemico, che è nazionale».Del resto, a questo serve un piano pandemico…«Assolutamente. Qui tutti giocano a scaricare. Ma i fatti sono che avevamo un piano del 2006 e non è stato applicato. Tutti coloro che, dal 2013 al 2020, avrebbero dovuto aggiornarlo sono responsabili. E queste responsabilità vanno accertate». Alcuni di questi ora sono nel Cts. «Certo. Sono sempre gli stessi che girano. Però io penso anche ai ministri. Mi chiedo: ma se tu sei il ministro e devi tutelare la sanità pubblica, dovrai controllare se hai tutti gli strumenti per farlo e se tutto è pronto per fronteggiare le emergenze, no? Eppure nessuno lo ha fatto. Mi fa incazzare in una maniera pazzesca. A noi italiani chiedono cose assurde, ma loro non hanno fatto nemmeno le cose normali». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-governo-si-scusi-per-i-suoi-errori-questa-spocchia-non-rispetta-i-morti-2649562955.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="i-media-usa-accusano-loms-sapeva-tutto-ma-e-stata-in-silenzio" data-post-id="2649562955" data-published-at="1608454293" data-use-pagination="False"> I media Usa accusano: «L’Oms sapeva tutto ma è stata in silenzio» Sembra proprio che il tanto decantato «modello Italia» abbia smesso di suscitare ammirazione e consenso in tutto il mondo. Anzi, pare che gli altri Stati stiano esaminando la gestione italiana dell'emergenza Covid non per prendere esempio, ma per capire che cosa non si debba fare. Da almeno una settimana, i giornali di tutta Europa stanno scrivendo del famoso report dell'Oms curato da Francesco Zambon, pubblicato e subito censurato. E non usano toni dolci. Ieri della faccenda si è occupata Abc news, che si è aggiunta a una lunga di lista di testate gallonate come il Guardian. Sul sito dell'emittente americana è apparso un lungo articolo che riassume così la storia di Zambon: «L'autore di un rapporto ritirato dall'Oms sulla risposta italiana al coronavirus avvertì i suoi capi a maggio dicendo che sarebbero potute morire delle persone e che l'agenzia delle Nazioni Unite avrebbe potuto subire danni “catastrofici" alla reputazione se avesse consentito di sopprimere il documento per via di preoccupazioni politiche». L'Abc conferma, di fatto, la versione di Zambon, il quale ha sempre dichiarato di essersi immediatamente rivolto ai suoi capi per denunciare la censura del rapporto. «Il funzionario che ha coordinato il lavoro», spiega l'emittente Usa, ha fatto «appello direttamente al capo dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il 28 maggio. E ha avvertito che la scomparsa del rapporto stava minando la credibilità dell'Oms. Ha avvertito inoltre che qualsiasi ulteriore tentativo di censura avrebbe compromesso l'indipendenza dell'agenzia e le sue relazioni con i Paesi donatori che hanno finanziato la ricerca». In effetti, tra le email scoperte nelle scorse settimane da Report se ne trova una di Zambon indirizzata ai suoi superiori, che ora viene ripresa anche da Abc. In quel messaggio, il ricercatore spiegava che la censura del suo rapporto avrebbe potuto provocare «uno scandalo di proporzioni enormi in un momento delicato per l'agenzia». Insomma, i vertici dell'Oms sapevano tutto fin dall'inizio. Sapevano, soprattutto, che non pubblicare il rapporto avrebbe impedito di migliorare la gestione dell'emergenza, evitando così un cumulo di morti. Ma non hanno fatto nulla. Ed ecco che - come ha certificato la Johns Hopkins university - l'Italia è arrivata al primo posto nel mondo per numero di morti ogni 100.000 abitanti. Per la precisione, abbiamo 111,23 morti ogni 100.000 abitanti: nessuno ha fatto peggio di noi. Al secondo posto della macabra classifica c'è la Spagna (104,39 morti) seguita da Gran Bretagna (99.59 morti) e Usa (94,97 morti). Un bel risultato, non c'è che dire. Come abbiamo scritto più volte, il numero dei decessi avrebbe potuto essere minore se il governo e i gestori del sistema sanitario avessero applicato un piano pandemico adeguato. Ma non lo hanno fatto e nemmeno hanno applicato il piano vecchio (del 2006) che avevano a disposizione. Tutto questo - seppur con toni morbidi - veniva messo in luce nel report realizzato da Zambon e colleghi. Ma il report è stato rimosso. E l'Oms continua a fare muro sulla vicenda. Prima ha impedito per ben tre volte al ricercatore italiano di recarsi in Procura a Bergamo per fornire la sua versione dei fatti (Zambon ha poi coraggiosamente deciso di presentarsi lo stesso). Quindi ha diffuso un vademecum interno rivolto a tutti i membri dello staff e contenente risposte preconfezionate con cui evitare eventuali domande indiscrete dei giornalisti. Infine, tramite la sua succursale europea, ha diffuso un comunicato stampa per difendere il governo italiano, spiegando che a Roma non hanno mai chiesto di censurare il report «imbarazzante». Non solo. L'Oms ha anche sostenuto che il lavoro di Zambon fu ritirato perché conteneva inesattezze, e che non fu più ripubblicato perché - mentre i ricercatori correggevano - è cambiato il meccanismo di valutazione interno, cosa che avrebbe reso obsoleto il report. Peccato che, in realtà, tale meccanismo cambiò soltanto due mesi dopo la presentazione del rapporto incriminato. Per farla breve: l'Oms non parla, e quando parla lo fa per rendere più torbide le acque. Lo nota anche Abc: «Le preoccupazioni per il rapporto ritirato sono aumentate nelle ultime settimane, alimentando critiche alla leadership dell'Oms sulla risposta globale alla pandemia, cosa che ha portato l'agenzia ad accettare un'indagine indipendente sulle sue prestazioni». I giornalisti americani aggiungono poi: «L'agenzia delle Nazioni Unite è stata riluttante a criticare pubblicamente i Paesi che risultano fra i suoi principali donatori, anche quando le loro politiche hanno messo a rischio la salute pubblica. Durante le fasi iniziali dell'epidemia a gennaio, ad esempio, i funzionari dell'Oms erano (in privato) frustrati dalla mancanza di informazioni condivise dalla Cina, ma lodavano pubblicamente il Paese per la sua trasparenza. Mentre la pandemia aumentava di ritmo in Europa, gli scienziati dell'Oms mettevano in discussione internamente le politiche della Gran Bretagna - come quando suggerì che avrebbe perseguito l'immunità di gregge - ma enfatizzavano pubblicamente il loro sostegno. Il rapporto sparito ha puntato i riflettori sulla preparazione dell'Italia, Paese in cui si è verificata l'epidemia più mortale d'Europa». Chiaro? Per non turbare i suoi finanziatori, l'Oms avrebbe di proposito svicolato di fronte a questioni scottanti. Se le avesse affrontate, avrebbe potuto evitare ulteriori morti. Zambon aveva avvertito i suoi capi. Il 27 maggio scrisse in una email: «Un grande team di esperti ha lavorato letteralmente giorno e notte con una sola motivazione: fare in modo che quello che è successo in Italia non si ripeta nei Paesi che ancora sono indietro nella curva epidemica». I messaggi del ricercatore, tuttavia, sono stati ignorati. A quanto pare, ha prevalso l'interesse politico ed economico. Il risultato sono le cataste di morti.
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
La stazione di San Zenone al Lambro, dove il 30 agosto scorso un maliano ha stuprato una 18enne (Ansa)