Il voto locale consegna alla coalizione a traino Lega 36 nuovi centri maggiori. I dem ne perdono 38. Confermata la tendenza delle ultime consultazioni: adesso le città capoluogo guidate dai moderati sono 56, quelle rosse 40.
Il voto locale consegna alla coalizione a traino Lega 36 nuovi centri maggiori. I dem ne perdono 38. Confermata la tendenza delle ultime consultazioni: adesso le città capoluogo guidate dai moderati sono 56, quelle rosse 40.Non saremo certo noi a svegliare dal dolce letargo il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che ieri, commentando i risultati dei ballottaggi di domenica scorsa, ha parlato di «tante belle vittorie e riconquiste, che ci dicono che la strada di un nuovo centrosinistra aperto, civico e plurale è quella da percorrere e su cui investire». È la spietata matematica, purtroppo per lui, a certificare l'ennesimo crollo del Pd targato Zingaretti e di tutta la sinistra. Considerando tutti i 226 comuni italiani andati al voto in questo turno amministrativo, infatti, il centrodestra a trazione leghista ne ha guadagnati 35, passando dai 46 che governava prima delle elezioni agli attuali 81. Il centrosinistra a guida Pd, invece, amministrava 153 comuni ed è sceso a 115, perdendo il governo di 38 amministrazioni. Arretra anche il M5s, che guidava quattro città e adesso ne governa una sola, Campobasso. Il quadro è completato dai comuni dove hanno vinto coalizioni formate da liste civiche: salgono da 20 a 25. Una vera e propria Caporetto, per il Pd e il resto della sinistra, minimizzata da Zingaretti che parla di «ferite sulle quali occorrerà riflettere». I dati elaborati dall'Istituto Cattaneo illustrano che nei 124 comuni superiori ai 15.000 abitanti che sono andati al ballottaggio, il centrosinistra ne ha persi 18, passando da 80 a 62; il centrodestra ne ha guadagnati 18, passando da 29 a 47; il M5s è passato da 4 a 1, il resto ha visto vittoriose liste civiche. Numeri da incubo per Zingaretti e la sua «gioiosa macchina da guerra» versione 2.0.Esaminando i capoluoghi di provincia, 7 sono andati al centrodestra (Ferrara, Forlì, Potenza, Ascoli Piceno, Vercelli, Biella e Foggia), 7 al Pd (Cremona, Livorno, Prato, Reggio Emilia, Cesena, Rovigo e Verbania), uno al M5s (Campobasso) e uno alle liste civiche di centrosinistra (Avellino). Prima del voto, 9 comuni erano amministrati da Pd e alleati, solo 4 dal centrodestra e 2 dal M5s.La Lega e i suoi alleati hanno strappato alla sinistra ben quattro capoluoghi di provincia: Ferrara, Forlì, Biella, Vercelli. Le prime due città sono del Piemonte, dove poche settimane fa la guida della Regione è passata dal Pd al centrodestra, con la vittoria di Alberto Cirio su Sergio Chiamparino. È evidente che il ribaltone di Ferrara e Forlì, in vista delle regionali in Emilia Romagna, previste per il prossimo autunno, è un ottimo auspicio per Matteo Salvini, che punta a conquistare la regione «rossa» per eccellenza. Già alle europee dello scorso 26 maggio, in Emilia Romagna la Lega era diventata il primo partito, con il 33% dei voti, rispetto al 31% del Pd. La vittoria di Mario Guarente a Potenza ha anche un significato simbolico: è il primo capoluogo di regione del Sud che verrà amministrato da un sindaco della Lega.Non è un caso se la scorsa notte Salvini ha rilasciato il primo ed entusiastico commento sui ballottaggi proprio quando è stata certa la vittoria, storica, a Ferrara: Alan Fabbri, capogruppo del Carroccio in Regione e protagonista di primo piano della Lega, è il primo sindaco di destra della storia della città, avendo vinto il ballottaggio contro Aldo Modonesi, con il 56,77%.Rovigo è l'unico capoluogo di provincia che passa dalla Lega al Pd: il nuovo sindaco è Edoardo Gaffeo, che con il 50,94% ha battuto la leghista Monica Gambardella. Qui a penalizzare il Carroccio e i suoi alleati sono state le beghe interne, che hanno visto l'ex sindaco leghista Massimo Bergamin sfiduciato dalla sua stessa maggioranza. Se allarghiamo la nostra riflessione al totale dei capoluoghi di provincia italiani, il trend degli ultimi anni, al netto dei sindaci espressione di liste civiche, fa registrare un avanzamento del centrodestra impressionante. Nel 2013 il centrosinistra a guida Pd governava 70 capoluoghi su 110, il centrodestra 30; nel 2017, il bilancio era di 57 a 38 per il centrosinistra; l'anno scorso il centrodestra aveva messo a segno il sorpasso: 49 capoluoghi contro i 46 del Pd con i suoi alleati; oggi, siamo a 54 capoluoghi amministrati dal centrodestra contro 40 del centrosinistra.Da registrare anche vittorie ad alto contenuto simbolico: la Lega insieme agli alleati ha conquistato comuni storicamente di sinistra. In Toscana, ad esempio, Piombino, città operaia, da ieri ha un sindaco di Fratelli d'Italia, Francesco Ferrari; a Cortona, altra storica roccaforte rossa e città d'origine di Jovanotti (che ha fatto anche campagna elettorale per il Pd) ha vinto Luciano Meoni di centrodestra; altre città storicamente di sinistra e conquistate dalla Lega e dagli alleati sono Novi Ligure e Fossano in Piemonte, Lumezzane, Montichiari e Dalmine in Lombardia, Foligno e Orvieto in Umbria, Copparo e Mirandola in Emilia Romagna. L'unica regione dove la Lega è andata al di sotto delle aspettative è stata la Campania: in due grossi centri, Aversa e Casoria, il ballottaggio è stato vinto dal Pd contro il centrodestra. Ad Avellino la Lega e i suoi alleati non sono arrivati neanche al ballottaggio.
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