2023-10-24
Il dl Energia salta all’ultimo momento. Timori di Fitto per le bacchettate Ue
Slitta il pacchetto che rafforza la sovranità e smonta le posizioni di Mario Draghi. Si vogliono evitare ripicche sul Mes e sul Patto di stabilità. Più tempo passa, però, più si rafforzano interessi francesi sull’idroelettrico.Avevamo sperato che la questione si chiudesse ieri. Invece l’intero pacchetto del decreto Energia è slittato. È stato spostato a data da destinarsi. Probabilmente al Consiglio dei ministri che si terrà la prossima settimana. Per taluni aspetti, verrebbe da dire meglio così. Il rischio sarebbe stato quello di inserire modifiche o interventi trasversali e finire, quindi, con il pasticciare l’idea alla base: sostenere gli investimenti nazionali e garantire la sicurezza energetica del Paese. I pilastri del testo vertono su tre elementi di base. Primo, la valorizzazione del settore idroelettrico, il rilancio dei rigassificatori e la proroga del «mercato tutelato». Due terzi del testo (ora in frigorifero) appaiono una vera svolta rispetto alle scelte del precedente governo, guidato da Mario Draghi, che aveva preso impegni in Europa per liberalizzare il settore idroelettrico con un sistema di gare così aperte dal rendere il business delle acque italiane tanto contendibile da finire nelle mani di player esteri. Al contrario, con il decreto Energia le Regioni potranno da subito negoziare una proroga di 20 anni con i concessionari uscenti o quelli in scadenza, a patto che venga presentato un vero piano di investimenti che garantisca occupazione al territorio, aggiornamenti continui agli impianti ed equilibrio degli invasi idrici. In un insieme di misure che potrebbero favorire gli investimenti italiani in un settore nel quale praticamente nessun Paese Ue ha aperto a una messa a gara indiscriminata delle concessioni. Tranne l’Italia, verrebbe da dire. Il che ci riporta alla necessità di rimettere in discussione proprio le scelte targate Draghi. Le guerre e le tensioni sull’energia non possono essere dimenticate. Bisogna garantirsi il più possibile energia prodotta in casa e controllata da aziende italiane. Il perché lo capisce anche un bambino. Così come non serve avere più lauree per comprendere che non è certo il momento migliore per passare di colpo al mercato libero dell’energia. Con la bozza di testo del decreto verrebbe, invece, in parte accolta la richiesta delle associazioni dei consumatori per una proroga di al massimo 12 mesi del mercato tutelato. L’anno prossimo ci sarà una gara (arbitro sarà Arera) per un servizio di garanzia e tutela per i cittadini più vulnerabili e poveri. Nel complesso però si evita il passaggio brusco ai prezzi flottanti e quindi per 7 o 8 milioni di italiani persino un raddoppio delle bollette: inaccettabile in questi momenti di crisi e di inflazione di difficile controllo. Il tema è l’emergenza. Non si capisce perché l’Ue utilizzi il concetto di emergenza soltanto per prevedere interventi normativi che nei fatti finiscono sempre con il peggiorare la vita dei cittadini e lo stesso discrimine non possa essere utilizzato dai governi nella direzione opposta. Così, nonostante le buone intenzioni del Mase, guidato da Gilberto Pichetto Fratin, e la compattezza della maggioranza sui temi di base del decreto, lo slittamento di ieri è imputabile proprio all’Europa. O meglio, al timore che Bruxelles possa avviare rilievi e penalizzarci su altre partite. A quanto risulta alla Verità, la struttura ministeriale che fa capo a Raffaele Fitto avrebbe chiesto maggiore cautela e la revisione di alcuni passaggi. Fitto sa bene che scardinare quanto messo in piedi da Draghi non è facile. Soprattutto in un momento come l’attuale. A pochi giorni dall’incontro dei ministri dell’Economia Ue con due grossi macigni sul tavolo: il Mes e il Patto di stabilità. Abbiamo apprezzato la posizione dell’Italia nella vicenda Cop 10 e Oms (il tentativo della Commissione, con la scusa del tabacco, di scardinare il potere del Consiglio): un fermo no per ribadire l’importanza della democrazia parlamentare. Ecco, sull’energia serve lo stesso vigore. E se si tergiversa e si fa passare tempo, dobbiamo aspettarci che si intensifichi anche il lavoro dei lobbisti che premono per interessi stranieri. Secondo un rapporto dell’Aie, Agenzia internazionale dell’energia, dedicato al settore idroelettrico, nel 2020 questa tecnologia ha fornito un sesto della produzione mondiale di elettricità con quasi 4.500 TWh (terza fonte dopo carbone e gas naturale), il 55% in più rispetto al nucleare, attraverso una potenza impegnata di 1.330 Gw. Si tratta della più grande fonte mondiale di energia pulita che produce più di tutte le altre fonti rinnovabili messe assieme (eolico, solare fotovoltaico, bioenergia e geotermico). Per questo i nostri bacini idroelettrici interessano tanto ai francesi. Vada come vada la transizione green, l’energia che deriva dall’acqua sarà uno degli elementi fondamentali. Se ci sfugge di mano, non saremo noi a deciderne il prezzo e, inoltre gli investimenti in ambito Pnrr pagati e sostenuti dai contribuenti italiani finiranno per ingrassare i bilanci di aziende che hanno la sede Oltralpe. Ovviamente, il discorso vale anche nel comparto dei rigassificatori e in ogni euro che mettiamo a rafforzare la capacità produttiva nazionale.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.