2020-09-27
Il centro profughi degli scandali gestito dalla madrina delle guardie svizzere
Il discusso Cpa di Monastir affidato al gruppo Ors, fra i cui dirigenti figura una donna vicina agli ambienti vaticani.Una polveriera pronta a esplodere da un momento all'altro. Ormai la situazione del centro di prima accoglienza di Monastir, comune distante una ventina di minuti di automobile da Cagliari, è da diversi mesi a dir poco insostenibile. Rivolte, risse tra ospiti, casi di positività al Covid con tanto di migranti che violano la quarantena, fanno del Cpa sardo uno dei punti più caldi a livello nazionale. Gli allarmi sulla drammatica situazione del centro non si contano. Solo un paio di settimane fa, nel corso del colloquio avuto con il Prefetto di Cagliari, Gianfranco Tomao, il segretario provinciale del Sap Luca Agati ha chiesto «una messa in sicurezza della struttura con l'innalzamento delle barriere per evitare in maniera definitiva le fughe degli stranieri ed eliminare totalmente la promiscuità tra malati Covid e negativi». Tra i temi affrontati nell'incontro il problema del «vergognoso accumulo dei rifiuti» e quello relativo al sovraffollamento della struttura, con più di 100 migranti ospitati, almeno un terzo dei quali positivi al coronavirus. All'inizio del mese, un caso di accoltellamento, al quale ha fatto seguito una perquisizione da parte delle forze dell'ordine. Più volte gli algerini che vivono nel caseggiato si sono lamentati della qualità del cibo e hanno chiesto di avere più sigarette. Una settimana fa l'episodio più grave, con la sassaiola messa in atto contro gli agenti di polizia giunti sul posto per mettere ordine. Dietro alla gestione di questo centro d'accoglienza da incubo c'è la Ors Italia srl, filiale italiana del gruppo Ors che ha sede a Zurigo e specializzato nel settore dell'alloggiamento e dell'assistenza ai profughi e ai richiedenti asilo. Già operante in Svizzera, Austria e Germania, nell'agosto del 2018 la capogruppo ha aperto nel nostro Paese una società affiliata. Nell'occasione, l'amministratore delegato del gruppo Jürg Rötheli ha definito l'approdo in Italia «un primo importante passo per l'espansione nel Mediterraneo». Ma qualcuno sostiene che la scelta di spostare le attività nel Sud Europa sarebbe dettata non solo dalla progressiva chiusura del settore ai soggetti privati da parte del governo austriaco, ma anche dalle polemiche scoppiate per la gestione del centro di Traiskirchen, alle porte di Vienna, definito «squallido» e paragonato alle carceri americane. Visti i precedenti, l'arrivo in Italia della Ors desta preoccupazione. Tanto che il 30 gennaio 2019, il portavoce di Sinistra italiana Nicola Fratoianni presenta alla Camera un'interrogazione a risposta scritta con la quale chiede al governo, tra l'altro, «informazioni circa la partecipazione di Ors Italia nella gestione dei centri di accoglienza per rifugiati in Italia». A dicembre 2019 Ors ottiene la gestione del Cpr di Macomer. Sul piatto, un contratto della durata di 12 mesi del valore di 570.000 euro. Passano pochi mesi, e a marzo di quest'anno Ors piazza un'altra bandierina in Sardegna, ottenendo la gestione del Cpa di Monastir. In realtà, non essendosi ancora conclusa la procedura di gara (che vale tre milioni di euro per due anni), l'affidamento è solo provvisorio. Ma nei mesi a venire la Prefettura di Cagliari rinnova per altre tre volte la fiducia nei confronti di Ors, che perciò ancora oggi si trova a gestire l'inferno di Monastir. L'azienda svizzera finisce nel mirino di un'inchiesta del giornalista Mauro Pili, ex governatore sardo ed ex parlamentare di Unidos, pubblicata venerdì sul quotidiano L'Unione Sarda. Aggiungendo un particolare inedito, che dopo le turbolenti cronache di questi giorni legate alle dimissioni del cardinale Angelo Becciu crea un ulteriore nesso torbido tra l'isola e il Vaticano. Spiega Pili che presidente del consiglio consultivo di Ors è Ruth Metzler-Arnold, già membro del Consiglio federale e ministro della Giustizia svizzero dal 1999 al 2003. Oltre al suo impegno a Ors, aggiunge il giornalista sardo, la Metzler risulta anche presidente del consiglio della Fondazione della Guardia svizzera pontificia, nata nel 2000 per supportare il corpo militare e le sue guardie a livello finanziario, materiale e sociale. Quella di Ruth Metzler appare dunque, per forza di cose, una figura molto vicina all'establishment vaticano. Non è dato sapere se e quali rapporti corrano tra l'ex politico svizzero e il Pontefice. Ma lo stesso Pili solleva nei lettori più di un dubbio, spingendosi ad affermare che quello portato avanti dalla Metzler e dalla Ors è «business senza se e senza ma, l'esatto contrario di quanto professato dal Santo Padre». Raggiunto dalla Verità, il deputato leghista e coordinatore della Lega in Sardegna Eugenio Zoffili spiega di essersi interessato ripetutamente alle disastrate condizioni del Cpa di Monastir. L'ultima interrogazione sulla situazione degli sbarchi nel sud dell'isola risale al 22 settembre. «Questa questione me la porto a Roma», ci dice Zoffili, «valuterò eventuali approfondimenti e se è il caso di presentare la problematica all'attenzione della bicamerale Schengen della quale sono presidente».